M9 INAUGURA "BANSKY. PAINTING WALLS": IN MOSTRA A MESTRE I MURI ORIGINALI DELL'ARTISTA - DA DOMANI, 23 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO 2024

5 min read
M9 INAUGURA "BANSKY. PAINTING WALLS": IN MOSTRA A MESTRE I MURI ORIGINALI DELL'ARTISTA - DA DOMANI, 23 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO 2024
Heart Boy

L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 23 febbraio al 2 giugno 2024

Oltre settanta le opere esposte, tra cui i muri “Season’s greetings”, “Robot/Computer Boy” e “Heart Boy”

Al secondo piano inaugurata anche “Dialoghi Urbani. Street art vs museo”, la retrospettiva sugli street artist e writers attivi in Veneto

Venezia Mestre, 22 febbraio 2024 – La street art entra nelle sale di M9 – Museo del ’900 con le opere di uno dei suoi interpreti più celebri: Banksy. È stata presentata oggi alla stampa la mostra Banksy. Painting Walls, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con M9, con il sostegno di Banca Ifis, e curata da Sabina de Gregori, che sarà visitabile dal 23 febbraio al 2 giugno 2024 al terzo piano del Museo.

Allestimento

Prosegue così, dopo la fortunata esperienza di Rivoluzione Vedova, il dialogo di M9 con i linguaggi dell’arte contemporanea, adottati come chiave di lettura per un racconto della storia che abbracci i temi del nostro tempo e stimoli la riflessione. Con Banksy. Painting Walls, mostra unauthorized, il Museo conduce i visitatori all’interno dell’immaginario di un autore che da oltre un ventennio influenza profondamente la scena culturale mondiale; un universo artistico che trova la sua cifra nei contrasti e nelle contraddizioni che affondano le proprie radici nel Novecento e deflagrano oggi nelle emergenze del nostro tempo: la crisi climatica, i conflitti mondiali, i fenomeni migratori.

Flower trower

Da questi orizzonti muovono le oltre settanta opere presenti in mostra, al centro della quale si stagliano i tre muri originali, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018 e provenienti da collezioni private, che hanno come protagonisti tre adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere particolarmente sensibile alle tematiche intorno alle quali gravitano gli interessi dell’artista inglese.

Icona dell’esposizione è Season’s Greetings, apparso nel 2018 Port Talbot, in Galles, nominata in quell’anno dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito. Il murales ritrae un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che però, girando l’angolo del muro, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme.

Season’s Greetings

Accanto a Season’s Greetings, i muri Heart Boy e Robot/Computer Boy completano, insieme agli altri pezzi unici esposti, il panorama artistico di una mostra che vuole far riflettere sull’immediato paradosso che mette in scena, quale il processo di sacralizzazione dell’arte pubblica, che da oggetto di fruizione democratica viene estraniata dal suo contesto, esposta alle mire del mercato e infine musealizzata. È così che le contraddizioni raffigurate dalle opere di Banksy con lo stile satirico e di denuncia distintivo dell’artista, diventano esse stesse oggetto di una contraddizione ancora più marcata, che la rottura del rapporto dialogico tra street art e tessuto urbano produce.

Il dialogo tra opera e contesto, inoltre, assume un ulteriore significato con la mostra in funzione del tempo e dello spazio di esposizione: Banksy. Painting Walls, infatti, arriva in M9 a cinque anni dalla realizzazione dell’opera Migrant Child a Venezia. Il murales di Dorsoduro, di cui è stato recentemente annunciato il processo di restauro finanziato da Banca Ifis, main sponsor dell’esposizione, sarà dunque interlocutore diretto di una mostra che si propone come un vero ponte tra laguna e terraferma: l’invito sarà quello di spostarsi tra i due luoghi, con visite guidate e pedalate urbane che stimolino la discussione sul ruolo del patrimonio nelle città.

Ed è proprio l’intento di creare ponti, connessioni tra i luoghi e le persone che li vivono, al cuore della mostra parallela Dialoghi Urbani. Street art vs museo, una retrospettiva sugli street artists e writers attivi in Veneto, in esposizione al corridoio del secondo piano che vede, in dialogo con Banksy, le opere di una ventina di artisti operativi dagli anni ’90 ad oggi.

La mostra - visitabile nello stesso periodo di Banksy. Painting Walls acquistando il biglietto dell’esposizione temporanea o di quella permanente - si accompagnerà a una serie di live painting per dodici sabati dal 2 marzo al 1° giugno, in cui gli street artist esposti - e non solo - si esibiranno sui muri esterni di M9, trasformandoli in opere uniche e, allo stesso tempo, effimere: ogni settimana, infatti, un nuovo artista ricoprirà il lavoro della settimana precedente cambiando pelle alla superficie stessa.

Tra gli altri eventi collaterali, inoltre, si succederanno talk, dialoghi e lezioni gratuite a cura della curatrice Sabina de Gregori, del Direttore di M9 - Museo del ’900 Serena Bertolucci e di diversi esperti e accademici, che contribuiranno ad ampliare gli orizzonti di discussione sulle opere di Banksy, traendone spunto per raccontare l’evoluzione del capitalismo e della società dei consumi.

Dialoghi Urbani. Street art vs museo, artisti in mostra:

Ezos, KayOne, Smoke One, La.Fe.De., Cizerocentodieci (C0110), Evyrein, Sambuco, Mike 128, Slog175, Mister Clay, Jah, SteReal, Tony Gallo, Sqon, Skaione, Seneca, Pocket Clouds, Zor.

Dichiarazioni:

Michele Bugliesi, Presidente di Fondazione di Venezia

“Con questa nuova esposizione, M9 - Museo del ’900 conferma la sua vocazione ad accogliere le più moderne e dirompenti forme di espressione culturale e artistica quali potenti strumenti di crescita individuale e collettiva e, al contempo, preziose lenti per leggere i temi che caratterizzano la vita sociale e la cultura materiale del nostro tempo. Lo fa, in questa circostanza, con la forza della Street Art di Banksy e la sua capacità di fondere espressione artistica e impegno civico, la sua volontà di stupire e stimolare la riflessione critica su temi globali di grande impatto etico e sociale”.

Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi

“La mostra Banksy. Painting Walls, che MetaMorfosi presenta al Museo M9 di Mestre in partnership con la Fondazione di Venezia – seconda tappa di un’anteprima mondiale – è un’impresa mai tentata. Tre grandi muri affrescati dall’artista di Bristol, tra i quali spicca il conosciutissimo Season’s Greetings del 2018, dialogano, a qualche chilometro di distanza, con il “bambino migrante”, l’opera che Banksy realizzò nel 2019 a Venezia, a ridosso del Campo San Pantalon. MetaMorfosi è veramente orgogliosa di questa straordinaria impresa”.

Serena Bertolucci, Direttore di M9 - Museo del ’900

“Ci piace pensare a Banksy. Painting walls come la mostra delle connessioni. Quelle che pongono in relazione il Museo e l’artista, che esplorano il Novecento interrogandolo con linguaggi e approcci diversi. In questa mostra, ogni aspetto di questo secolo trova sponda nel percorso dell’esposizione permanente di M9, che così acquista nuova energia e profondità in un dialogo tra i modi di narrazione e di trattazione della Storia e delle storie, quelle più piccole e più semplici, che in Banksy diventano sineddoche, parti significanti di un tutto più grande.

È inoltre, la mostra delle connessioni tra laguna e terraferma e tra diverse interpretazioni di arte pubblica, quelle di Banksy e di molti altri artisti italiani, che vogliamo raccontare non solo all’interno del Museo, ma anche al suo esterno”.

Sabina de Gregori, curatrice di “Banksy. Painting Walls”

“Vorrei, con questa mostra, dare un’altra definizione alla Street Art. Non si tratta più dell’idea romantica, ma del tutto estinta, dei graffiti come arte di ribellione che si muove nell’illegalità. Banksy sa esattamente se il muro dove andrà a dipingere è di un privato o meno, e conosce benissimo il destino del suo pezzo. Deve nascere una nuova critica che accompagni l’opera alla tutela e alla comprensione di questa forma d’arte che è già corrente artistica. Il percorso degli street artist è compiuto nella loro forma ma non nella loro sostanza, perché i graffiti possono essere, e sono ancora, la voce e lo specchio del nostro tempo: quel termometro che va su e giù e che ci aiuta a capire chi e come siamo”.

Ufficio stampa M9 – Museo del ’900

Comin & Partners