IL TEATRO STABILE ROSSETTI PRENDE PARTE - LUNEDÌ 9 OTTOBRE ALLE ORE 21.30 ALLA SALA BARTOLI - ALL’AZIONE CORALE DI TEATRO CIVILE “VAJONTS 23”, A 60 ANNI DALLA TRAGEDIA.

3 min read
IL TEATRO STABILE ROSSETTI PRENDE PARTE - LUNEDÌ 9 OTTOBRE ALLE ORE 21.30 ALLA SALA BARTOLI - ALL’AZIONE CORALE DI TEATRO CIVILE “VAJONTS 23”, A 60 ANNI DALLA TRAGEDIA.

Anche il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia - assieme a oltre 130 altri teatri - prende parte lunedì 9 ottobre alle ore 21.30 alla Sala Bartoli all’azione corale di teatro civile “VajontS 23”, a 60 anni dalla tragedia, iniziativa che nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo realizzato da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.

«Quando 30 anni fa cominciai a raccontare il Vajont - ricorda Marco Paolini - avevo dentro una grande rabbia per l’oblìo. Ce l’avevo prima di tutto con me stesso: come avevo potuto crescere ignorando quella storia, archiviando il disastro come opera della Natura? C’era ribellione alla base del gesto di narrare il Vajont, e voglia di risarcimento e giustizia. Durante la performance era difficile tenere a bada l’emozione con il mestiere». Adesso, si chiede Paolini «Cos’è cambiato? Noi non siamo gli stessi. È passata una generazione, ma non è solo questione anagrafica. Da alcuni anni ho cominciato a studiare i report sul clima, a leggere i libri di chi prova a narrare ciò che stiamo vivendo, a misurare le strategie del negazionismo prima e del populismo poi nel cavalcare i luoghi comuni che contrastano il quadro scientifico, giustificando un’inerzia diffusa alla transizione ecologica. La storia del Vajont racconta non solo ciò che è accaduto sessant’anni fa, ma quello che potrebbe accadere a noi su scala diversa, in un tempo assai più breve. Come le tragedie classiche, racconta di come i segnali, che c’erano, furono ignorati o sottovalutati».

È proprio a questa linea che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si aggancia con convinzione, tracciando - lunedì 9 ottobre alla Sala Bartoli - un ponte ideale fra il ricordo del dramma del Vajont 60 anni dopo e un monito a rispettare l’ambiente che ci circonda e che oggi è in pericolo come dimostrano tanti segnali legati alla crisi climatica, alla fragilità della natura, a problemi che ora solo percepiamo ma che potrebbe essere tardi affrontare domani.Ecco allora la serata di lunedì 9 ottobre alla Sala Bartoli - a ingresso libero fino ad esaurimento della  disponibilità di posti - tutta declinata fra omaggio al ricordo del Vajont e attualità e sviluppata in un intreccio di linguaggi: dal teatro, alla danza, dal video, al pensiero prezioso di un fisico del clima come il professor Filippo Giorgi di statura internazionale che abbiamo la fortuna di avere a Trieste, impegnato all’ICTP - Centro internazionale di fisica teorica.

La serata inizierà con l’interpretazione di alcune pagine da “Il racconto del Vajont” di Marco Paolini, nell’elaborazione che l’artista ha preparato proprio per questa serata: ne saranno protagonisti Alberto Onofrietti (appena applaudito accanto ad Alessandro Haber ne “La coscienza di Zeno”) e alcuni giovani allievi attori della Scuola StarTs Lab che opera in seno al Teatro Stabile.

Il passo dal disastro di 60 anni fa alle preoccupazioni attuali, però, è breve: ed ecco che si rifletterà sulla fragilità della natura grazie all’emozionante video che - nel primo anniversario dei tragici incendi del Carso avvenuti nel 2022 - il direttore Paolo Valerio ha voluto realizzare nei luoghi devastati dal fuoco, in collaborazione con il FAI FVG. “Natura io ti ringrazio. Il mio Carso è duro e buono”, questo il titolo che evoca Slataper, è girato sui luoghi incendiati, dove la vita prova a rinascere: un inno alla bellezza e alla forza della natura per contribuire alla sensibilizzazione sui temi green. Il video nato dall’idea di Paolo Valerio si avvale del preciso lavoro di riprese (anche con il drone) e montaggio curato da Giulio Ladini per Zunami Film Studio, mentre Alice Lovrinic e i suoi danzatori - Vito Colangelo, Giulia Penco, Arianna Silvestri - ne sono stati i protagonisti.

I danzatori si esibiranno anche in una toccante coreografia dal vivo a cui seguirà l’interpretazione di alcune pagine da “Il mio Carso” di Slataper.

Il professor Filippo Giorgi, fisico del clima di notevolissima caratura internazionale - direttore dellasezione di Scienze della Terra del Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP) di Trieste - dialogherà con la giornalista Sarah Del Sal sui temi della crisi climatica e della fragilità della natura e dell’ambiente, in una lezione preziosissima e ricca di stimoli.

Si concluderà con il finale del “Racconto del Vajont”, nuovamente interpretato da Alberto Onofrietti, e un momento di silenzio e raccoglimento alle 22.39 che sarà condiviso contemporaneamente in tutta Italia e all’estero ed unirà nel ricordo del Vajont tutti i teatri aderenti all’iniziativa.

Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia attende gli spettatori numerosi, per condividere una serata di spettacolo che regalerà spunti importanti di pensiero ed emozioni toccanti.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento della disponibilità: info al numero 040.3593511 e sul sito www.ilrossetti.it.

Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena il 9 ottobre.

La rete di VajontS 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo realizzato da Jolefilm con la collaborazione con Fondazione Vajont.

e.l.