Per l’Italia di oggi è ancora difficile confrontarsi con la diversità: lo racconta “Pensiero Stupendo”, l’assolo teatrale di una giovane autrice e attrice "della seconda generazione", Didi Garbaccio Bogin, che attraverso un vortice di stili e registri, ci presenta veri e propri stereotipi italiani che ancora non si staccano dal pregiudizio verso lo “straniero”. “Pensiero stupendo”, prodotto da La Contrada Teatro stabile di Trieste e con la regia di Omar Makhloufi, è in scena il 31 marzo e il 1 aprile alle ore 20.30 al Teatro dei Fabbri di Trieste come ultimo appuntamento della rassegna di teatro contemporaneo AiFabbri2 del Teatro La Contrada.
Didi Garbaccio Bogin, piemontese di origine brasiliana, dà vita a una performance, anche danzata e cantata, ispirata a fatti e situazioni che ha davvero vissuto e che raccontano la ritrosia e l’ignoranza che gli italiani ancora dimostrano rispetto a fattori come il colore della pelle, le "altre" culture e più in generale rispetto a tutto ciò che risulta diverso da loro. Ma lo spettacolo attinge anche al repertorio della cultura pop italiana, in particolare ai brani di Patty Pravo che, interpretati da Didi in scena, esprimono la speranza e la possibilità che, nonostante tutto, l'amore vinca su tutte le ingiustizie.
Didi Garbaccio Bogin e Omar Makhloufi si sono conosciuti frequentando l’Accademia Nico Pepe di Udine, e hanno già lavorato più volte col Teatro La Contrada: Didi in una residenza, la scorsa estate, insieme al collettivo Fuga Geografica con una restituzione all’Ex Gasometro di Trieste, mentre Omar ha all’attivo diverse collaborazioni come attore in produzioni della Contrada, da “Harold e Maude”, con Ariella Reggio e la regia di Diana Hobel, a “Il barbiere di Trieste”, coprodotto con Artifragili.
«Il monologo è nato proprio dall’idea di raccontare delleingiustizie legate al colore della pelle che ho vissuto personalmente», spiega Didi Garbaccio Bogin. «Poi con Omar Makhloufi abbiamo fatto un lavoro di scrittura drammaturgica più dettagliato, lavorando su un personaggio che utilizziamo come voce per narrare questi episodi: una bambina, alla quale abbiamo dato il nome di Calimera. La vediamo che fa esperienza delle ingiustizie, che cerca una sua identità. Ma alla fine riesce a capire che, in realtà, essere diversi è una qualità».
«Abbiamo messo al centro il punto di vista di questa bambina che fa esperienza con la diversità nell’Italia tra gli anni ’90 e 2000», aggiunge Omar Makhloufi. «Il suo idolo è Patti Pravo: anche in questo è anomala rispetto ai bambini dell’epoca, che hanno idoli più scontati. Cantando le sue canzoni vive l’esperienza di essere qualcosa di molto diverso da lei. Per raccontare le persone che Calimera incontra, che la etichettano per il colore della pelle, nella drammaturgia abbiamo lavorato anche sull’immaginario delle fiabe e delle favole in chiave contemporanea: queste figure si rifanno, anche se non esplicitamente, a mostri e streghe, sono frutto un po’ della fantasia e un po’ della realtà».
Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint(Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.