PEQUOD ITINERARI DI LETTERATURA E GIORNALISMO Giovedì  21 Marzo, ore  18:00 -Teatro Miela – Trieste DOSSIER MAFIA: PRETI E BOSS Incontro con ENRICO BELLAVIA direttore dell’Espresso

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PEQUOD ITINERARI DI LETTERATURA E GIORNALISMO Giovedì  21 Marzo, ore  18:00 -Teatro Miela – Trieste DOSSIER MAFIA: PRETI E BOSS Incontro con ENRICO BELLAVIA direttore dell’Espresso

In occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Enzo D’Antona giornalista e presidente di Bonawentura/Teatro Miela converserà con Enrico Bellavia, giornalista, scrittore edirettore dell’Espresso, sullo spinoso tema dei rapporti tra Chiesa e clan mafiosi.

La mafia e gli uomini di mafia hanno sempre trovato legittimazione anche dalla loro partecipazione ai riti ed alle cerimonie religiose.  Pure l’uso frequente di un linguaggio di tipo spirituale e l’assunzione di ruoli di rilievo nelle feste e nei riti sono delle costanti nella storia delle varie mafie. Un rapporto antico e che solo negli anni ‘90 parve entrare veramente in crisi. Tutti ricordiamo il momento in cui (era il 9 maggio del 1993) Papa Wojtyla  lanciò l’ anatema e l’urlo “Convertitevi!” Circa un anno dopo verrà ucciso don Pino Puglisi. Poi, il 19 marzo 1994, il parroco di Casal di Principe don Peppe Diana. Una lunga vicenda fatta di atti di coraggio e di fede, ma anche di interessi e di omertà e di avvertimenti mafiosi come per le bombe, proprio nel ‘93, al Laterano e ala Chiesa di San Giorgio al Velabro.

Enrico Bellavia, giornalista palermitano, dopo 24 anni a La Repubblica, è passato nel 2021 a L’Espresso che dirige dal febbraio del 2024. Ha pubblicato diversi libri e collaborato a documentari sul tema delle mafie.

Ore 19.00 spettacolo

U PARRINU

la mia storia con padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia

di e con Christian Di Domenico

Mi capita spesso di rimanere stupito quando mi dicono che i grandi, e intendo i grandi uomini, andavano in un posto da mortali come il mare, da corpi di peccatori buttati al sole. D’estate magari, in Sicilia, dentro quel caldo d’inferno. È che uno non se l’immagina proprio. Ma il futuro parrinu di Brancaccio, a Palermo, assassinato dalla mafia a novantatré davanti casa con un colpo di pistola alla nuca, al mare ci andava eccome. Perché era nu parrinu strano. Anticonformista. Che metteva i calzoni. E ci andava con i ragazzini delle periferie perché, almeno una volta, giocassero lontano dalle strade. Ecco, la storia di Christian inizia proprio al mare, su una scogliera, precisamente. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia; una storia semplice, narrazione di un attore solo con na pocu di musica. Nu ricordu sfumato, che si snoda tra fatti di cronaca, politica e lotta sin da quella prima giornata di mare coi bambini du parrinu strano coi calzoni. Lì Christian fa esperienza dell’onore dei mafiosi, obbligati sin da bambini a non chiedere mai scusa a nessuno. Ma il ragazzo impara anche l’onore del perdono, che Pino porterà a san Gaetano di Brancaccio, quartiere con la più alta concentrazione mafiosa dell’intera Sicilia, e che manterrà sempre fino a quel giorno di metà settembre novantatré.

Bonawentura con il contributo della Fondazione CRTrieste. In collaborazione con Ordine dei Giornalisti FVG, Assostampa FVG, Circolo della stampa di Trieste e Libreria Minerva

Ingresso libero

E.L.