Argylle – la Superspia: la recensione del film di Matthew Vaughn

Un piacevole film d'azione autoironico e citazionista, con un cast stellare, che si lascia guardare volentieri, nonostante duri ben oltre due ore

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Argylle – la Superspia: la recensione del film di Matthew Vaughn

Elly Conway (Bryce Dallas Howard) è una scrittrice di successo, creatrice del personaggio di Argylle (Henry Cavill), una superspia statuaria e imbattibile. Introversa, timida e morbosamente legata al suo gatto Alfie e ai suoi genitori, l’autrice vive una vita solitaria, saltuariamente punteggiata dagli incontri con i suoi lettori.

Il problema è che il mondo dei veri servizi segreti bussa violentemente alla sua porta, e scopre che la trama dei suoi racconti assomiglia troppo alle attività di una misteriosa organizzazione.

Corre in suo aiuto Aiden (Sam Rockwell), una autentica spia che – ovviamente – sta dalla parte dei buoni. Elly viene ben presto catapultata in un mondo diametralmente opposto a quello tranquillo e routinario dove si era abituata a vivere, per scoprire che niente è che come sembra, e che anche il suo personaggio, Argylle, sembra volere uscire dal mondo della fantasia ed entrare nella sua realtà…

Henry Cavill e Dua Lipa in Argylle - la Superspia

Argylle – la Superspia: un piacevole film d’azione autoironico e citazionista

Vaughn – ideatore della saga Kingsman – con questo film si diverte a giocare con tutti i luoghi comuni dei film d’azione, creando una pellicola piacevole, ricca di citazioni e riferimenti cinematografici.

Tanto per fare qualche esempio, quando si vede la scena iniziale che vede coinvolti Argylle e LaGrange (Dua Lipa) è difficile non pensare alla coppia Vincent Vega (John Travolta) e Mia Wallace (Uma Thurman) in azione sulla pista da ballo in Pulp Fiction, mentre il primo travestimento di Aiden sembra decisamente essere un omaggio a Drugo (Jeff Bridges), il mitico protagonista de Il Grande Lebowski.

La struttura stessa del racconto, ricco di intersezioni tra insospettabili realtà parallele e fantasia, sembra essere una presa per i fondelli degli elaborati intellettualismi narrativi dei film di Nolan, mentre i combattimenti iniziali tra Aiden e il battaglione di killer inviati ad uccidere Elly strizzano l’occhio alle ricercate corografie degli ultimi capitoli di John Wick.

Oltre che per le infinite citazioni, che faranno la gioia dei cinefili, Argylle – la Superspia è apprezzabile in quanto dichiaratamente autoironico, non prendendosi mai sul serio, ed è questa la chiave di lettura per godersi le quasi due ore e mezza del film.

Altrimenti il rischio è di perdersi sull’ottovolante del racconto, che vede la povera Elly continuamente travolta dal flusso degli eventi, costretta a mettere in discussione non solo l’identità delle persone che la circondano, ma anche di sé stessa.

Molto apprezzabile il dualismo tra Argylle, la superspia del mondo immaginario, statuaria e ingessata, ma pressoché inadeguata in fatto di prestazioni, e il suo contraltare del mondo reale, Aiden, personaggio dinoccolato e cazzaro, ma altamente efficiente.

Tutto il film ruota intorno a Elly, che percorre il suo bravo viaggio dell’eroe durante il racconto, riuscendo alla fine a trovare un ordine in quello che all’inizio sembra essere un caos inestricabile.

Nel complesso il film si fa vedere volentieri, nonostante ci sia forse troppa carne al fuoco e il racconto sia nei suoi tratti fondamentali abbastanza prevedibile, una volta capito il gioco citazionistico e metacinematografico, che, come effetto collaterale, rischia di fare perdere mordente alla pellicola.

In attesa dei prossimi capitoli...

Argylle - la Superspia: trailer ufficiale ITA