You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita: la recensione

Un buon esordio per Josiah Allen e Indianna Bell, che realizzano un interessante thriller, minimalista e claustrofobico, con tinte surreali.

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You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita: la recensione

Patrick (Brendan Rock), un uomo non più nel fiore degli anni, si sta scolando una bottiglia da solo, nella sua roulotte. Fuori infuria un temporale. L'atmosfera è inquietante.

Qualcuno bussa alla porta. Lui esita, ma alla fine si alza e apre la porta d'ingresso. Sotto il diluvio, una giovane sconosciuta (Jordan Cowan) chiede di potere entrare. Lui acconsente.

Comincia un dialogo carico di tensione. I due cercano di capire chi hanno di fronte, tra reciproci sospetti, evidenti incongruenze nelle loro affermazioni e malcelata diffidenza.

Il tutto mentre all'esterno gli elementi si scatenano, e tutta la struttura della roulotte geme sotto lo sferzare della burrasca e dei rami degli alberi circostanti che si abbattono su di lei.

Cosa nascondono i due personaggi? Chi sono veramente?

Di lei non sappiamo neanche il nome, di lui non sapremo mai se si chiama veramente Patrick, e la pellicola ci lascerà con buoni motivi per dubitarne.

Come spesso accade al cinema – e nella vita reale, del resto – non sempre le cose sono come sembrano essere a un primo sguardo, o come gli altri ce le vorrebbero raccontare...

Brendan Rock in You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita

You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita: un originale e promettente lungometraggio d'esordio per Josiah Allen e Indianna Bell

Il film è quasi completamente ambientato all'interno della roulotte del protagonista, poco o nulla ci viene mostrato del campeggio circostante, e al netto di pochi, e non contestualizzati flashback, la storia scorre nell'arco di una notte, e ruota intorno ai due personaggi principali.

Una pellicola che personalmente ho trovato molto interessante, del tutto estranea alle logiche d'intrattenimento dozzinale del cinema mainstream, che parte molto bene, costruisce e mantiene una costante tensione per buona parte del racconto, giocando molto efficacemente anche con le luci e le ombre, alludendo sempre al fuori scena ma guardandosi bene dal mostrarlo.

Un thriller psicologico con tinte soprannaturali basato sui dialoghi, assolutamente avvincente nella prima parte, ma a mio avviso molto meno efficace nel finale, purtroppo.

Brendan Rock e Jordan Cowan sono molto bravi nel dare vita ai loro personaggi.

Jordan Cowan in You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita

Il racconto ruota intorno a temi molto delicati, tra loro intrecciati: la paura degli altri, la difficoltà nella comunicazione interpersonale, le relazioni tra uomini e donne.

Mi rendo conto tuttavia che non è una pellicola per tutti, anche perché richiede una certa presenza mentale allo spettatore, che deve cogliere tutti i dettagli e le sfumature dei dialoghi per apprezzarla veramente, e in questo è aiutato dal ritmo lento con il quale si srotola la narrazione. Cosa che molti potrebbero non gradire affatto, abituati al ritmo forsennato con cui molte pellicole moderne non raccontano niente.

A mio avviso You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita è un originale e promettente lungometraggio d'esordio per Josiah Allen e Indianna Bell.

Una pellicola minimalista, claustrofobica, basata su un'atmosfera inquietante e su dialoghi molto curati, un ottima recitazione e una attenzione per i dettagli, ma che purtroppo perde mordente nel finale, forse dalle tinte troppo surreali, che smorza la tensione costruita con tanta attenzione nella prima parte del racconto.

Dal mio punto di vista questa pellicola è una ventata di freschezza nell'atmosfera stantia creata dal cinema mainstream, che continua a sfornare pellicole costosissime, massimamente pubblicizzate e altamente dimenticabili, come i recenti e mediocri Superman e Jurassic World – La Rinascita.

Viva il cinema indipendente!

You'll Never Find Me – Senza Via d'Uscita - trailer ufficiale ITA