Venerdì 31 marzo “QUEEN RHAPSODY”, AL TEATRO CORSO DI MESTRE RIVIVE IL MITO DI FREDDIE MERCURY E DEI QUEEN

2 min read
Venerdì 31 marzo “QUEEN RHAPSODY”, AL TEATRO CORSO DI MESTRE RIVIVE IL MITO DI FREDDIE MERCURY E DEI QUEEN

Al Teatro Corso di Mestre venerdì 31 marzo (ore 21.15) rivive il mito di Freddie Mercury e dei Queen con Queen Rhapsody, il nuovo spettacolo uscito dalla penna di Francesco Freyrie e diretto da Daniele Sala in cui la musica, le fascinazione visive, la narrazione convivono in una formula teatrale, una vera rapsodia pop abitata da gatti, brutti anatroccoli, chitarre fatate, regine viziate e uno scrigno di canzoni che spaccano il cuore ad ogni nota, dagli esordi a A Night at the Opera, dal Live Aid a Wembley, regalandoci l’illusione di poter “vivere per sempre”. Sul palco, a fianco del vocalist Sonny Ensabella, le chitarre di Amudi Safa (chitarrista di Achille Lauro), il basso di Luca Nicolasi (session man di fama europea) e la batteria di Paolo Valli (ha collaborato, tra gli altri, con Vasco Rossi, Laura Pausini, Franco Battiato, Adriano Celentano, Renato Zero, Gianni Morandi, Andrea Bocelli, Mina, Patty Pravo, Gianna Nannini).

Prevendite aperte su Vivaticket e Ticketone (online e punti vendita nel territorio, lista completa suwww.dalvivoeventi.it).

1° PLATEA € 35,00 + € 5,00 d.p. 2° PLATEA € 30,00 + € 4,50  d.p.1° GALLERIA € 25,00 + € 4,00  d.p.2° GALLERIA € 22,00 + € 3,00 d.p.

QUEEN RHAPSODY

Is this the real life? Is this just fantasy “È vita reale o è fantasia?” Comincia così Bohemian Rhapsody, la canzone manifesto dei Queen, l’azzardo più incredibile della storia della musica rock. C’è dentro di tutto, schegge di hard-rock, pop, glam, l’opera lirica, il settecento, la teatralità, le ansie esistenziali dell’uomo, i reietti, gli dei e gli inferi. Eppure dopo 43 anni dalla pubblicazione, nessuno è ancora riuscito a svelare il segreto del suo significato e a comprenderne appieno i meccanismi del suo successo. Più che una canzone è un mostro, una specie di Frankenstein creato e cantato da un brutto anatroccolo che si era trasformato in un dio e suonata con una chitarra eccezionale, scolpita nella trave di un caminetto, proprio come era successo a Pinocchio. Forse il segreto dei Queen è proprio questo: aver giocato a tenere i piedi in due staffe, uno sulla terra e l’altro nel mondo delle favole. Non ci sono messaggi sociali nelle loro canzoni eppure ancora oggi sono potenti, affascinanti, credibili, per nulla superati dalla realtà. La loro arte è sempre stata la messa in scena di una favola… romantica, malinconica, ironica, straziante, gioiosa, sensuale e trasgressiva. Per comprenderli non serve la ragione, bisogna solo arrendersi alla loro straordinaria capacità di affabulare… dai dischi, ai live, alle loro vite, in particolare quella di Freddie.

E. L.