Una nuova “Sinfonia Barocca” al Conservatorio Benedetto Marcello

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Una nuova “Sinfonia Barocca” al Conservatorio Benedetto Marcello
Particolare soffitto Palazzo Pisani, Venezia

Palazzo Pisani, dove ha sede una delle scuole di musica più antiche e rispettate di Italia, ovvero il Conservatorio Benedetto Marcello, ospita fino al 23 Novembre la mostra intitolata Sinfonia Barocca di Lucia Vallejo e curata da Hervé Mikaeloff. La grande possibilità offerta dalla mostra è quella di poter visitare liberamente una parte del Conservatorio, di solito accessibile solo con visite guidate.

Conservatorio di Musica Benedetto Marcello

Il pubblico viene guidato in un percorso di sensi: partendo dall’esterno dell’edificio, dove è udibile la musica proveniente dalle numerose sale del Conservatorio, fino all’interno, dove viene abbracciato da fragranze create appositamente per il progetto dal profumiere Yann Vasnier (Givaudan). Ma non solo.

Lucia Vallejo ha sempre lavorato con vetro e tessuti e mette in risalto la sua esperienza nelle sale di Palazzo Pisani nella volontà di rievocare il Barocco italiano (veneziano in particolare) che tanta influenza ha avuto sull’arte e la cultura europea. Il tessuto dorato, che rievoca appunto la Venezia del ‘600, è di fatto il filo conduttore dell’esposizione. Il pubblico viene accolto nella sala al primo piano da installazioni fatte di nuvole di tessuto che si sporgono verso l’esterno, quasi a voler inglobare lo spettatore. Ognuna di loro reca nomi significativi: Esuberanza, Dramma, Piacere estetico, Emozioni, Ornamentazione e Passioni umane, tutte cose che vogliono rievocare non solo l’ambiente ma le sensazioni suscitate dal Barocco all’artista. Le opere, non a caso, sono in stretto contatto con l’ambiente che le ospita e che le valorizza, creando una esperienza totalmente immersiva, che stacca quasi oniricamente dal contesto esterno.

Lucia Vallejo, Passioni umane, particolare installazione Conservatorio Benedetto Marcello
Lucia Vallejo, Sinfonia Barocca, particolare allestimento

Anche il vetro collabora ampiamente nel percorso espositivo, collegandosi al tema della Biennale di quest’anno Stranieri ovunque. Se infatti da una parte sono esposte sculture in vetro di Murano nelle quali l’artista è riuscita a incorporare il tessuto (vero protagonista della mostra), dall’altra è stata allestita una stanza oscurata dove a spiccare è L’anima dell’Africa, opera in vetro che contiene resti di vestiti bruciati di bambini africani e ispirata a coloro che in Liberia sono imprigionati e vivono in condizioni al limite dell’umano.

Lucia Vallejo, L'anima dell'Africa, Conservatorio Benedetto Marcello

Due fragranze si fondono qui, entrambe create dal profumiere francese Yann Vasnier (Givaudan), creatore di essenze per Moschino, Bulgari e Il Mercante di Venezia. Una di queste è ispirata all’Africa l’altra al Barocco: l'unione e fusione tra loro, e tra loro e lo spettatore simboleggia l’unione e l’integrazione tra l’umanità tutta, senza distinzioni di provenienza o cultura.

Il pubblico, dunque, è reso protagonista di un viaggio che parte con la musica al di fuori del Conservatorio, che attrae come una sirena, per poi immergersi totalmente nell’epoca del Barocco. Arriva poi all’attualità, ai giorni nostri, fino a trascendere, grazie all’azione delle essenze, qualsiasi circostanza materiale, nell’unione con l’altro. È l’unione, potremmo dire, il filo conduttore della mostra: dall’unione fisica dei materiali usati dall’artista si arriva a qualcosa che trascende la materia. Ed è solamente l’abilità dell’artista a permetterlo.