Dopo la spettacolare anteprima con il progetto Dogstar dell’attore e musicista Keanu Reeves, che ha ottenuto un meraviglioso sold out al Castello di Udine lo scorso 24 giugno, entra finalmente nel vivo la 34° edizione di Udin&Jazz, che fino al 14 luglio proporrà in città alcune tra le migliori proposte musicali del contesto nazionale e internazionale e numerosi momenti di approfondimento e focus sul Jazz e sul Blues.
Ma andiamo con ordine: star della prima giornata, lunedì 8 luglio al Castello di Udine, sarà il virtuoso bluesman texano Gary Clark Jr. Artista geniale, capace di spaziare fra i generi, sarà la proposta musicale perfetta per dare il via al programma, sintetizzato quest’anno nel sottotitolo “Walking on the Blues”, un viaggio “nell'anima più profonda della musica che amiamo alla ricerca del cuore pulsante del blues del jazz”, come ha commentato il presidente di Euritmica Giancarlo Velliscig.
I biglietti per l’attesissimo concerto sono in vendita sul circuito Ticketone e lo saranno anche alla biglietteria sotto il Castello nello spazio ex Tonini, in Via Rialto 2 la sera stessa dell’evento, a partire dalle 19:30. Porte aperte al pubblico alle ore 20:00 in attesa del live che inizierà alle 21.30.
La prima giornata del Festival inizierà però con un importante appuntamento al Parco Moretti a partire dalle ore 18:00. Udin&Jazz for Gaza, happening musicale a sostegno di Medici Senza Frontiere e con l’adesione di numerose realtà e comitati locali, per lanciare un chiaro messaggio di pace e di denuncia della situazione che il popolo palestinese sta subendo. In programma diverse formazioni musicali tra cui il quintetto dell’udinese Bruno Romani e la sua Banda delle Forze Disarmate in “War widows war orphans”. A seguire il live dal titolo “Peace in Space” del trombettista Flavio Zanuttini e del batterista e percussionista Zlatko Kaučič. Il pianista Claudio Cojaniz e il contrabbassista Alessandro Turchet presenteranno infine al pubblico il progetto dal titolo “Madeleine”, prima di una jam session finale. I concerti al Parco Moretti sono a ingresso libero.
A lungo definito “il futuro del blues”, il quarantenne texano Gary Clark Jr. è diventato pian piano un genio della musica del 21° secolo, immerso nella grande tradizione del songbook americano. Un bluesman virtuoso che però fonde anche reggae, punk, R&B, hip-hop e soul, ridisegnando il genere per il nostro tempo. Chitarrista da quando aveva 12 anni, cresciuto nel club Antone’s di Austin che aveva già lanciato a suo tempo Stevie Ray Vaughan, vince il primo Grammy nel 2014 come “Best Traditional R&B Performance” per “Please Come Home”, compresa nel suo primo album per una major, “Blak and blue”. Da lì, inizia a girare il mondo, salendo ancor più di livello con il successivo “This Land” del 2019, ispirato nel titolo a un classico della canzone politica di Woody Guthrie, che raggiunge il 6° posto nella Billboard Top 200, il suo terzo debutto consecutivo nella Top 10, e lo porta a condividere il palco con i Rolling Stones, con Lenny Kravitz, e ad esibirsi alla Casa Bianca per la famiglia del presidente Obama. Con “The story of Sonny Boy Slim” perfeziona quello che diventa il suo stile caratteristico, un mix di influenze blues, jazz, soul e country, ma anche hip hop. Uno stile unico e particolare, dove il suono spesso sporco della chitarra, da cui sa estrarre assoli mozzafiato, è accompagnato da una morbida vocalità. Clark però a continua a sperimentare dentro e oltre le possibilità della musica roots americana. L’ultimo album “JPEG Raw”, pensato in solitudine durante la pandemia, comprende anche ospiti d’eccezione come Stevie Wonder e George Clinton e lo vede espandere ancora di più le sue influenze, fino al jazz, al rock e alla musica africana. Un universo eclettico fatto di interazioni molto genuine.
Per info sul programma, sui biglietti e sulle tipologie di abbonamento disponibili visitare www.euritmica.it .
e.l.