L’iniziativa che coinvolge 16 Comuni in tutta Italia, finanziata con le risorse europee del Fondo FAMI 2014-2020, è coordinata dal Ministero dell’Interno in collaborazione con Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, ed è volta a promuovere e diffondere la cultura dell'accoglienza, dell'integrazione e della cittadinanza.
Nella città di Trieste, in particolare, realizzate azioni di inclusione abitativa, con presa in carico per migliorare e accelerare l’integrazione e l’autonomia abitativa dei cittadini di Paesi terzi, per 106 beneficiari.
Trieste, 1 dicembre 2023 – Intercettare i migranti in condizione di particolare vulnerabilità ed emarginazione sociale che vivono nelle nostre città e favorirne la presa in carico. È questo l’obiettivo del progetto “LgNet2 - Rete dei Comuni per una rapida risposta e servizi per l'inclusione d'emergenza in aree urbane svantaggiate”, finanziato con le risorse europee del Fondo FAMI 2014-2020, e coordinato dal Ministero dell’Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione in collaborazione con Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, e Cittalia, la Fondazione Anci dedicata a promuovere e diffondere la cultura dell'accoglienza, dell'integrazione e della cittadinanza. Tra i 16 Comuni coinvolti nella rete di LgNet2, anche Trieste. I risultati delle attività sviluppate grazie al progetto saranno presto presentati attraverso una serie di video pillole e un vero e proprio docufilm, che racconteranno - attraverso le voci, le immagini, le testimonianze delle persone coinvolte - le attività sostenute e rese possibili nelle singole città.
Il progetto LgNet2 si focalizza nel sostegno ad attività in tre ambiti di azione: progetti di impegno civico, presa in carico (one stop shop e unità mobili), housing e inclusione abitativa. Scopo quello di affrontare e risolvere i fenomeni emergenziali originati dalla presenza, sul territorio nazionale, di migranti non ancora del tutto integrati da un punto di vista abitativo, lavorativo e sociale.
Gli interventi vengono portati avanti sui territori da una rete di 16 città italiane caratterizzate da una significativa presenza di migranti in condizione di particolare vulnerabilità ed emarginazione sociale: Bologna, Caserta, Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trieste e Bolzano rappresentata dall’Azienda Servizi Sociali Bolzano.
L’adesione al progetto del Comune di Trieste ha reso possibile sviluppare diverse attività, identificando l'inserimento socio-abitativo quale area di forte bisogno per i cittadini di Paesi terzi, promuovendo servizi di sostegno e accompagnamento tarati sulle necessità di nuclei familiari e giovani adulti, finalizzati a promuoverne l’attivazione e l’acquisizione di risorse volte all’autonomia. Il progetto ha avuto quindi come obiettivo generale quello di migliorare ed accelerare l’integrazione e l’autonomia abitativa dei cittadini di Paesi terzi, sia nuclei familiari con figli minori che persone singole, già usciti da progetti di accoglienza o che non riuscivano ad accedervi, con particolare riferimento a persone con disagio mentale o patologie legate alla dipendenza da sostanze stupefacenti e alcool, maggiormente a rischio di devianza e grave marginalità, e di persone anziane.
Nell’ambito dell’obiettivo generale si è voluto quindi rafforzare la presa in carico del target dei destinatari, con alcuni obiettivi specifici: rafforzare i percorsi di integrazione dei destinatari attraverso la costruzione di progetti individualizzati incentrati sull’accompagnamento educativo all’autonomia abitativa; rafforzare la capacità di gestione delle risorse economiche dei destinatari ai fini dell’autonomia, attraverso il money tutoring; rafforzare la presa in carico integrata di situazioni a rischio e di disagio conclamato, con particolare riferimento a persone con problemi di salute mentale o dipendenze, o di persone anziane e analfabeti; raccogliere dati e monitorare gli output.
A questo scopo è stato attivato un servizio di accompagnamento socio-educativo all’autonomia abitativa, con la costituzione di un’équipe multidisciplinare (assistente sociale, educatori, mediatori, animatori sociali e personale amministrativo) per la presa in carico dei destinatari e l’erogazione di contributi economici per il pagamento di canoni di locazione e utenze e voucher finalizzati all’autonomia (es. baby sitter, trasporti pubblici; servizi di pulizia ecc.). L’équipe di progetto, per ciascun destinatario, ha definito obiettivi e tipologia di intervento socio - educativo con particolare riferimento all’autonomia abitativa e alla capacitazione delle persone in merito alla gestione delle risorse economiche familiari (money tutoring).
Gli interventi attuati a Trieste grazie al progetto LgNet2 hanno visto complessivamente il coinvolgimento di 106 beneficiari.
Le attività del progetto LgNet2 a Trieste sono state realizzate da Comune di Trieste, Cooperativa La Quercia, Cooperativa 2001 Agenzia Sociale e ICS Consorzio Italiano di Solidarietà.
«LgNet ha reso certamente Trieste più inclusiva, ma più delle parole contano i numeri. Ben 29 nuclei che hanno avuto supporto grazie al progetto. Parliamo di 47 minori per un totale di 106 persone, ecco questo è un modo concreto per apprezzare risultati inclusivi nella nostra città» – ha dichiarato Massimo Tognolli, Assessore alle Politiche Sociali e al Welfare del Comune di Trieste.
Il progetto LgNet2 presenta caratteristiche uniche in termini di governance, di molteplicità degli interlocutori direttamente coinvolti nelle azioni di progetto e di dimensione strategica e operativa. Un modello che si è rivelato vincente e che è stato in grado di sincronizzare il livello nazionale e quello locale, attraverso una regia unica che, pur monitorando costantemente le azioni specifiche sui territori, ha garantito omogeneità alla linea progettuale. Dopo l’esperienza positiva di LgNetEA degli anni precedenti, LgNet2 continua quindi a prendersi cura dei migranti che non hanno ancora raggiunto una piena integrazione e rinnova il modello del partenariato strategico tra Ministero, Anci e Comuni, già sperimentato, per migliorare le performance in ambito di politiche di inclusione delle nostre città. Solo attraverso la capacità dei territori di attivare progetti, modelli e strumenti ritagliati sui diversi fabbisogni locali è possibile una vera integrazione, e gli interventi mirati a migliorare le condizioni di persone regolarmente accolte, ma non ancora pienamente integrate, rappresentano un investimento per l’intera comunità. Le azioni finalizzate all’inclusione dei cittadini che vivono situazioni di marginalità – sociale, sanitaria, abitativa – incidono sul benessere e sulla sicurezza del territorio e contribuiscono a migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.
Ufficio stampa Simone Aureli