Inaugura mercoledì 10 luglio alle ore 18.00 presso i Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte al Castello di Udine la mostra Quando l’Arte lascia il segno. Ottocento romantico. Un album friulano a cura di Giuseppe Bergamini e Isabella Reale. L’esposizione, organizzata dalla Triennale Europea dell’Incisione giunta alla sua 43ma edizione, è realizzata in collaborazione con il Comune di Udine, i Civici Musei, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, La Fondazione Friuli e con il patrocinio dell'Università degli Studi di Udine. Quando l’Arte lascia il segno. Ottocento romantico. Un album friulano è il secondo capitolo del progetto “Nuova luce sulle collezioni di grafica dei musei del Friuli Venezia Giulia" iniziato nel 2023 e finalizzato alla valorizzazione delle collezioni pubbliche di grafica dei Musei regionali, dove si conserva un patrimonio molto ricco e articolato e solo parzialmente esposto o conosciuto. Un patrimonio nel quale si concentra la storia della grafica, dell’incisione e del disegno in genere per opera dei principali artisti nati o attivi nella nostra regione e non solo.
Il secondo appuntamento previsto dal progetto, che segue l’esposizione allestita presso il Museo civico d’Arte di Pordenone, è con l’arte della litografia presso il Gabinetto Disegni e Stampe dei Civici Musei di Udine, la cui consistenza ne fa uno delle principali raccolte museali della regione e in quanto tale in più occasioni oggetto anche di recente di iniziative e mostre da parte della Triennale Europea dell’Incisione.
La mostra Ottocento romantico. Un album friulano è dedicata all’avvento e alla diffusione dell’arte litografica, tecnica diffusasi ai primi dell’Ottocento che tramite la stampa su pietra consentì la riproduzione di immagini e scritti in modo veloce ed economico. Tale arte ha avuto notevoli protagonisti in Friuli dove ha raggiunto notevoli livelli tecnici e qualitativi guadagnandosi anche un mercato di diffusione nazionale. L’attenzione si concentrerà in particolare sul genere del paesaggio e della veduta, nata dall’esplorazione sistematica del territorio friulano secondo i canoni dell’osservazione dal vero.
Tra i primi artisti paesaggisti a praticare l’arte della litografia a livello nazionale, diventandone un vero protagonista, spicca l’udinese Ascanio Savorgnan di Brazzà (Udine, 1793- Roma, 1877) pittore, scultore attivo anche come urbanista e conservatore museale a Roma. Attraverso questa nuova pratica di incisione sul piano tradusse alcuni suoi soggetti paesistici e vedute romane, molto ricercate dai viaggiatori e turisti. Molte sue opere grafiche si conservano nelle collezioni museali e attendono ancora uno studio sistematico e una completa valorizzazione.
Avanzando lungo l’Ottocento, è la nuova generazione dei pittori romantici, tra cui si contano i nomi di Odorico Politi, Filippo Giuseppini, Michelangelo Grigoletti, a sfruttare le potenzialità di questa nuova tecnica, per ritratti, per la diffusione delle proprie stesse opere, o per la traduzione di dipinti famosi.
Un’altra singolare personalità nel panorama della grafica del secondo ottocento fu quella di Antonio Pontini (Terzo di Aquileia, 1832- Udine, 1918) ingegnere e abile disegnatore, di cui restano sia in museo che presso l’archivio di stato di Udine centinaia di disegni e acquarelli dal vero in particolare aventi come soggetto paesaggi ed architetture tradizionali della Carnia e del Friuli orientale. Presenza determinante per la diffusione dell’arte litografica fu quella del libraio Luigi Berletti, attivo a Udine (Udine 1804, Napoli, 1882), che esordi come editore nel 1836 e introdusse per primo in città (e in Friuli) la tecnica tipografica della litografia.
La gloriosa stagione udinese della litografia venne continuata dallo stabilimento di Enrico Passero fondato a Udine nel 1871, per il quale operarono importanti disegnatori tra cui lo stesso Antonio Pontini, o Fioravante Fruscalzo, dando vita a una serie di volumi illustrati, manifesti e anche spartiti musicali, mappe topografiche, ritratti, manifesti. L’attività venne continuata dal 1911 da Giuseppe Chiesa sotto la denominazione ‘Arti grafiche E. Passero di G. Chiesa’, la cui produzione litografica in funzione pubblicitaria ha dato un importante contributo alla storia del manifesto italiano grazie alla costante collaborazione con gli artisti. In mostra anche una selezione di litografie firmate da Gian Lorenzo Gatteri nel 1846 a illustrare le poesie di Pietro Zorutti, le tavole litografate nel 1865 per il progetto della Necropoli udinese di Valentino Presani, un prezioso schizzo di Favretto con dedica, e molti altri rari fogli ottocenteschi.
Curatori della mostra sono Giuseppe Bergamini e Isabella Reale, autori anche del ricco catalogo illustrato ora in corso di stampa. La mostra verrà allestita nelle sale attinenti al Museo della Fotografia al terzo piano del Castello di Udine, dove verrà esposta una selezione di una cinquantina di opere, mentre il catalogo relativo darà ampiamente conto dell’articolazione peculiare delle raccolte, con schede analitiche dedicate, occasione per nuove precisazioni storico artistiche, ampio apparato fotografico e una serie di saggi introduttivi a illustrare l’arte della grafica nel suo rapporto con gli artisti presenti in museo e con il territorio di riferimento. La mostra gode del sostegno della Fondazione Friuli e del patrocinio dell’Università di Udine.
La mostra sarà aperta con i seguenti orari: da martedì a domenica 10.00/18.00.