Mina (Dakota Fanning) è una giovane donna statunitense, tormentata da un trauma infantile legato alla tragica morte della madre. Lavora in un negozio di animali in Irlanda e viene incaricata di consegnare un pappagallo a uno zoo.
Parte da sola in auto, ma ben presto prima perde il segnale del cellulare, poi rimane in panne in un bosco. La sua macchina sparisce nel nulla, nella foresta si aggirano inquietanti presenze, ma riesce fortunosamente a rifugiarsi in uno strano edificio, in compagnia di altri tre malcapitati.
Mina si trova a vivere una situazione assurda, e mille interrogativi affollano la sua mente: chi ha costruito il rifugio nei quali sono rinchiusi? Chi sono veramente i suoi compagni di sventura? Le presenze nei boschi chi sono e cosa vogliono? Come fare a scappare?
Comincia una disperata lotta per la sopravvivenza, mentre lentamente tutti gli interrogativi trovano la loro risposta…
The Watchers – Loro ti Guardano: un gran bel film d’esordio
Questo lungometraggio è l’esordio alla regia di Ishana Night Shymalan, e al suo interno si possono trovare a mio avviso evidenti riferimenti al lavoro del padre, M. Night Shymalan: a cominciare dalla presenza di indefinite creature mostruose che circondano una piccola comunità che abbiamo già visto in The Village, nonchè la storia centrata su un piccolo gruppo di persone che cercano di fuggire da un luogo isolato, nel più recente Old.
Del resto bisogna dire che questo film non mostra niente di nuovo. Il titolo stesso richiama alla mente gli innumerevoli mostri che ci hanno sempre guardato nei film horror, nascosti dentro vecchie case maledette, chiusi dentro gli armadi, vaganti nella natura selvaggia, intrappolati in dimensioni parallele e chi più ne ha più ne metta.
Ishana fa ampio uso di immagini riflesse e in definitiva la giovane protagonista deve prima di tutto guardare dentro di sè e affrontare i propri demoni interiori, per poi affrontare le strane presenze nei boschi irlandesi. In altre parole, i mostri nella wilderness come metafora di quelli rinchiusi nell’inconscio, che vanno affrontati se si vuole vivere una vita piena.
Ancora una volta, nulla di nuovo. Tuttavia Ishana costruisce un racconto ben fatto, permeato da un’atmosfera inquietante, che dosa gli jump scare senza mai abusarne, giocando con il fuoricampo, dove vengono a lungo relegate le inquietanti presenze nella selvaggia natura irlandese, utilizzando un pugno di personaggi ben disegnati.
Molto brava Dakota Fanning nel rendere la complessità psicologica di Mina, indiscussa protagonista della pellicola, che descrive un bell’arco narrativo.
Un punto debole del film è forse il bisogno di fornire eccessive spiegazioni razionali nel finale, delle quali francamente non sentivo il bisogno, perché a mio avviso rovinano la magia al racconto senza dare molto in cambio.
Comunque nel complesso un promettente esordio alla regia, realizzato con mestiere e passione.
Da vedere. Al cinema.