Arthur (Nick Blood) a sua moglie Claire (Emily Wiseman) aspettano un bambino. La coppia si reca a visitare il padre di lui, Saul (Allan Corduner), un ebreo ortodosso che gestisce un’azienda di pompe funebri.
Lo scopo è di riconciliarsi con l’anziano impresario, che in effetti accoglie i due a braccia aperte, nonostante la differenza di vedute sull'osservanza religiosa. In realtà le intenzioni di Arthur sono molto meno oneste di quanto apparentemente possa sembrare.
Il giovane uomo, ufficialmente un imprenditore di successo nel settore immobiliare, in realtà naviga finanziariamente in brutte acque, è praticamente in bancarotta, e spera nell’aiuto paterno.
Nel frattempo giunge nell’obitorio la salma di un vecchio, morto in circostanze poco chiare. Nel suo cadavere è imprigionato un demone muta-forma, che viene maldestramente liberato da Arthur mentre prepara la salma per il funerale…
The Offering: un onesto film di intrattenimento senza troppe pretese
Nel film si intrecciano due racconti: da un lato le vicende familiari della giovane coppia, dall’altro la presenza dell’entità malefica, ovviamente destinata a sparigliare le carte. Nella prima parte della pellicola il primo aspetto è forse anche più interessante delle vicende legate alla presenza del demone.
Infatti emergono sia le differenze culturali tra la giovane coppia e l’ambiente di rigida osservanza religiosa nel quale si muove Saul, sia le reali intenzioni di Arthur, vicende che vengono utilizzate per creare il meccanismo della suspence tanto caro a Hitchcock.
Gli accadimenti legati al demone prendono successivamente il sopravvento, facendo però quasi perdere forza al film, anche perché non si vede niente di nuovo.
La tetra casa dove si aggira un’entità malefica, vogliosa di nutrirsi di bambini, la terribile verità che emerge guardando vecchi VHS e registrazioni su cassetta, i riti esoterici con i quali si possono liberare demoni poi non più controllabili, sono tutti elementi che abbiamo già visto in innumerevoli racconti, cinematografici e non.
Certo, in questa pellicola la tradizionale ambientazione cristiana delle vicende orrorifiche viene sostituita da quella ebraica, meno nota e quindi di per sé più intrigante.
Tuttavia questa caratteristica non viene sfruttata a fondo, esaurendosi nell’utilizzo di termini ebraici e nel cambio di impostazione dei riti esoterici, che nel cristianesimo sono finalizzati a liberare il corpo degli indemoniati dagli spiriti malefici, mentre nella tradizione ebraica mostrataci da Park hanno l’obiettivo di imprigionare i diavoli negli esserei umani, morti e non.
Un cambio di prospettiva che ovviamente aggiunge assai poco alla solita storia dell’orrore, destinata in ogni caso a regalare allo spettatore qualche brivido, grazie ai numerosi jumpscare disseminati nel racconto, sempre preceduti e sottolineati dalla colonna sonora.
Park utilizza quindi con mestiere il meccanismo più semplice per emozionare lo spettatore, che nei prodotti di maggiore qualità viene invece sempre tenuto sul filo del rasoio, grazie a meccanismi narrativi più complessi e creativi.
The Offering è comunque un prodotto commerciale che riesce a soddisfare lo spettatore senza troppe pretese, grazie anche alla cura impiegata nell’ambientazione della storia e al buon livello di recitazione.
Per Oliver Park si tratta della prima esperienza dietro la macchina da presa per realizzare un lungometraggio, e quindi questa pellicola può essere considerata un discreto punto di partenza.
Aspettando i suoi prossimi film. Al cinema…