The Monkey: recensione della commedia splatter di Osgood Perkins

Dopo il superbo Longlegs, il figlio di Anthony Perkins ci propina un film commerciale per alcuni aspetti carino, ma decisamente senza mordente.

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The Monkey: recensione della commedia splatter di Osgood Perkins

1999. Il trafelato signor Shelburn cerca di vendere a un rigattiere una scimmia meccanica. Il giocattolo comincia improvvisamente a battere il suo tamburo, e il malcapitato negoziante muore impalato da un arpione, incredibilmente sparato da un meccanismo, per una serie in apparenza fortuita di imponderabili eventi.

Il signor Shelbum allora pensa bene di annientare il balocco peloso con un lanciafiamme, prima di sparire nel nulla.

Subito dopo troviamo i suoi due figli gemelli, Hal E Bill (Christian Convery) che scoprono la stessa scimmia in una scatola, in un vecchio armadio nella casa materna. Il padre è scappato di casa da tempo, e tra i due ragazzi non scorre buon sangue.

Mentre sono in un ristorante giapponese in compagnia della loro babysitter, la scimmia meccanica comincia a battere di nuovo il suo tamburo, mentre è seduta sul sedile della loro automobile. La ragazza viene decapitata per un inspiegabile errore del cuoco.

Che ci sia una correlazione tra le azioni del balocco peloso caricato a molla e le morti sempre più raccapriccianti che continuano a susseguirsi nella vita dei due protagonisti?

Ovviamente, la risposta al quesito è positiva, tanto che i due ragazzi decidono di scaraventare il gingillo in un pozzo.

Il racconto poi salta a piè pari nel futuro, con una ellisse di venticinque anni. I due adolescenti sono ormai uomini adulti (interpretati da Theo James), e si sono persi di vista da lungo tempo.

Ma la maledizione pelosa ritorna, e morti sempre più incredibili costellano la loro vita...

Christian Convery in The Monkey

The Monkey: dopo il superbo Longlegs, il figlio di Anthony Perkins ci propina un film commerciale carino, ma senza mordente

Tra alti e bassi, il film mantiene comunque sempre un piacevole umorismo nero, con un crescendo lungo il racconto che va di pari passo con le sempre più bizzarri morti dei vari malcapitati di turno. E da questo punto di vista di vista il film funziona bene.

Nella sostanza, stiamo parlando di una commedia splatter.

La pellicola però non brilla certo per originalità. Sia il giocattolo malefico che la scimmia omicida sono comparsi innumerevoli volte nei racconti cinematografici, e non solo. The Monkey è del resto l'ennesima traduzione nella settima arte di un racconto di Stephen King, facente parte della raccolta Scheletri, del 1985. Veramente niente di nuovo sotto il sole, quindi.

A differenza del superbo Longlegs, Perkins con questa pellicola non sorprende mai lo spettatore, la storia si srotola in modo spesso piacevole, ma sempre in modo prevedile, senza stupire mai.

Theo James in The Monkey

Al di là delle morti sempre più bizzarre, non accade mai niente di veramente disturbante, tanto che definire questo film un horror mi sembra fuori luogo.

Quello che poi non riesco a capire è il tentativo di dare uno spessore psicologico ai protagonisti in un contesto grottesco in cui di questi aspetti sono irrilevanti. Anzi, direi che sono solo una inutile zavorra.

Che ci frega di vedere la profonda incompatibilità caratteriale tra i due fratelli da ragazzi, o il fatto che uno dei due da grande si sia separato dalla moglie e veda il figlio solo una volta all'anno, per paura della maledizione pelosa a propulsione meccanica, quando alla fin fine il tutto si riduce all'esibizione di una serie di morti sempre più grottesche e raccapriccianti?

Dal mio punto di vista, nulla. Eppure il racconto spende molto tempo a mostrarci in modo serioso questi dettagli di vita personale che poi vengono lasciati morire senza costrutto.

Il risultato è un film che si lascia guardare - molto aiuta il fatto che dura la canonica ora e mezza – ma che non stupisce mai.

Nella sostanza, un film commerciale, per alcuni aspetti carino, ma decisamente senza mordente.

The Monkey - trailer ufficiale ITA