C’era una volta una coppia di investigatori del paranormale, Ed (Patrick Wilson) e Lorraine (Vera Farmiga) Warren, che ha terrorizzato il pubblico per oltre un decennio. E poi è arrivato l'ultimo capitolo della saga. O almeno, così sembrava.
Dopo tre film principali e diversi spin-off dedicati a bambole inquietanti e suore malvagie, il franchise sembrava avere dichiarato con un'enfasi quasi melodrammatica la sua fine.
The Conjuring – Il rito finale: un titolo che suonava come una promessa, una vera e propria chiosa per i fan, un ultimo brivido prima di salutare per sempre la saga capostipite.
Una chiusura in sottotono, è vero, con un film stanco e prevedibile, ma pur sempre di chiusura sembrava trattarsi.

Ma anche nel mondo reale, e non solo nella finzione cinematografica, le cose spesso sono molto diverse da come appaiono.
Pensandoci sopra, l’unico rito finale a cui ho assistito è stato quello di un astuto passaggio del testimone, un rituale consumato sullo schermo con la grazia di un mago, che fa sparire un coniglio per farne comparire un altro. Il film, infatti, non solo non sarebbe un addio, ma potrebbe essere una porta aperta per la prossima fase del Conjuring Universe.
Il creatore del franchise, James Wan, avrebbe infatti etichettato questo film come la fine della Fase Uno. La Fase Uno! Come se stessimo parlando di un titanico universo di supereroi e non di una saga horror basata su storie vere (o giù di lì). E comunque la fine della Fase Uno apre la strada alla Fase Due, qualunque essa sia.

The Conjuring – Il rito finale: ovvero l'arte di spremere un franchise oltre l'inverosimile
Ripensandoci bene, le prove sono state messe in bella mostra. L'intero film è stato una sorta di battesimo del fuoco per i due nuovi probabili protagonisti delle future storie, a cui in effetti è stato dedicato un tempo spropositato nell'economia della storia.
Un tempo spropositato che ha contribuito a rendere questo film poco incisivo, diluendo il racconto con tonnellate di dettagli inutili per la narrazione. Ma probabilmente sono essenziali per presentare i nuovi protagonisti delle prossime pellicole.

Judy Warren (Mia Tomlinson), la figlia dei Warren, finora tenuta ai margini, ha finalmente abbracciato appieno le sue doti psichiche ereditate dalla madre. Al suo fianco, il suo fidanzato Tony Spera (Ben Hardy), che nel film si guadagna la fiducia di Ed, arrivando a ricevere le chiavi della stanza degli artefatti, quel magazzino infernale pieno di cianfrusaglie demoniache.
Col senno di poi, il messaggio è così palese da essere quasi imbarazzante: "Ed e Lorraine sono vecchi, ma non temete, i loro eredi sono pronti a continuare la battaglia!"
Insomma, The Conjuring - Il Rito Finale non è la fine. È l'inizio di una nuova fase, di un'altra avventura, di un'altra spremitura del franchise. E per chi si è goduto ogni singolo film, non resta che mettersi comodo, comprare un biglietto e, con un po' di sano sarcasmo, aspettare di vedere quale sarà il prossimo demone a cui i nuovi eroi daranno la caccia.
In fondo, l’horror non muore mai, e i produttori, si sa, hanno un sesto senso per le storie che possono vivere in eterno. O almeno, fino a quando il pubblico continuerà a pagare.
E io, che predico bene ma razzolo male, probabilmente farò parte del pubblico pagante...