Thanksgiving: la recensione del film di Eli Roth

Un piacevole slasher senza pretese, strutturalmente citazionista e autoironico, che probabilmente sarà molto apprezzato dagli amanti del genere

2 min read
Thanksgiving: la recensione del film di Eli Roth

Nella cittadina di Plymouth, in Massachusetts, una folla impressionante si raduna davanti a un grande magazzino, che ha organizzato una vendita promozionale in occasione del Black Friday.

Si scatena l’inferno, anche perché un gruppo di ragazzi, del quale fa parte la figlia del proprietario del centro commerciale, entra nel punto vendita passando davanti a tutti, suscitando la reazione furiosa della moltitudine in attesa davanti alle transenne.

Polizia e guardie di sicurezza vengono travolte, nel delirio che segue diverse persone rimangono uccise o ferite, mentre alcuni ragazzi riprendono il tutto con i loro cellulari e lo postano sui social.

L’anno successivo, in occasione del Thanksgiving, un misterioso uomo mascherato comincia a massacrare le persone implicate nello scoppio del tumulto, e vista la totale inefficienza delle forze dell’ordine il gruppo di ragazzi cerca di cavarsela da solo…

Nell Verlaque in Thanksgiving

Thanksgiving: un piacevole slasher senza pretese

Il film è caratterizzato da una piacevole venatura umoristica, anche se la storia è debolissima, più che altro un pretesto per mostrare scene sanguinolente e morti bizzarre, all’insegna dello jump scare e del puro intrattenimento.

Se da un lato Eli Roth strizza l’occhio alla saga di Scream, dall’altro si lascia andare a una feroce critica al consumismo (da questo punto di vista la scena del centro commerciale può essere vista come un riferimento agli zombi-consumatori di Romero), mentre i deliri moraleggianti del massacratore mascherato lasciano pensare al franchise di Saw.

Insomma questa pellicola è un piacevole insieme di citazioni assemblate con gusto e mestiere, caratterizzata da un buon ritmo, completamente priva di ogni pretesa di prendersi sul serio, tanto da rendere quasi irrilevante l’inconsistenza del racconto e il livello decisamente mediocre della recitazione, quasi irrilevante in un film di questo tipo, vista anche l’assoluta monodimensionalità dei personaggi, il cui scopo principale è di venire bizzarramente massacrati in scena.

Insomma Thanksgiving è un piacevole slasher senza nessuna pretesa, fatto però con mestiere, che verrà senz’altro apprezzato dagli amanti del genere, che sanno quello che vanno a vedere, alla ricerca del puro intrattenimento e delle infinite citazioni rilevabili nel racconto.

Astenersi tutti gli altri.