TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO, Dal 1 all’11 dicembre 2022, prodotto da​ Elledieffe, Teatro di Napoli TEATRO NAZIONALE

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TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO, Dal 1 all’11 dicembre 2022, prodotto da​ Elledieffe, Teatro di Napoli TEATRO NAZIONALE

Eduardo De Filippo è patrimonio senza confini che ci insegna come vita e teatro si aggrovigliano fra loro.
TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO, un progetto di Lino Musella e del nipote di Eduardo, Tommaso De Filippo, che ha dato vita a corrispondenze e carteggi del nostro amato attore, drammaturgo, regista e poeta.  Lo spettacolo è finalmente al Teatro San Ferdinando, proprio su quel pezzo di palcoscenico che fu suo, che “tavola tavola, chiodo chiodo” fece risorgere dalle rovine dei bombardamenti insieme al suo amico, e macchinista, Peppino Mercurio, quando il teatro era la casa dei propri attori nonché l’unico pane di tutti gli addetti ai lavori e l’espressione artistica avveniva in uno spazio che non richiedeva grandi teorie, ma immensi valori.

Ubicato in una traversa di via Foria, è oggi anche un piccolo museo, scrigno di video, appunti, riflessioni, interviste.​ Negli archivi del nostro gioiello napoletano, a buon ragione definito “tempio” della drammaturgia, classica e contemporanea, la ricerca storica​ di Maria Procino, con la collaborazione di Antonio Piccolo, ha disvelato le ferite e i tormenti pratici dell’Eduardo del dopoguerra. Materiale edito, e non, che la sensibilità di un attore come Musella ha saputo declinare nella sua propria lirica.
Tra le scene​ di Paola Castrignanò, l'artista rievoca un cinquantennio di attività ininterrotta anche attraverso scene famose per gli adattamenti televisivi, mentre il disegno luci​ di Pietro Sperduti, scruta la commedia-confessione tipica dello spirito Eduardiano. Insieme alla musica dal vivo di Marco Vidino, va in scena il tragicomico, la burocrazia, la stampa, tutto incarnato dentro un evento che è molto più di un monologo. ​


Con l’emozione del pubblico in sala, privo di quarta parete, assistiamo a momenti di vere e proprie lezioni di recitazione, tecniche da animale da palco, che ben spiegano perché​ “finché ci sarà un filo d’erba sulla terra ce ne sarà uno finto sul palcoscenico”.
Musella impersona Eduardo senza imitarlo, ne interpreta l’uomo e ci mostra il professionista. Comprendiamo, profondamente, i motivi per i quali il futuro senatore a vita, non è finito nel limbo degli scrittori locali, ne sentiamo sulla pelle la coesistenza tra denuncia politica e ragioni dell’arte.
Forse qualche taglio ai lunghi appunti trovati, non avrebbe dilatato i tempi per 1 ora e 40, abusando della carica espressiva di un indiscusso maestro contemporaneo: Lino Musella. In quanto migliore attore protagonista, vince il premio Le Maschere 2022 e può ben permettersi di calarsi nella capacità tipica Eduardiana di ridere e riflettere allo stesso tempo, può dichiarare a gran voce che: “il teatro è lo spazio disperato che l’uomo ha per dare un senso alla vita” e subito dopo affermare che “se non ti si apiccica bene il baffo con il mastice non è pelle di attore”.
A lui e a tutto lo staff, un grande grazie per aver rinnovato la curiosità verso un personaggio da cui non smettiamo mai di imparare.
-Eduardo, ma Lei cosa pensa durante le sue famose pause? -
-Penso: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8-
                                               

Dalla corrispondente da Napoli Anita Laudando