E’ stato un dominio assoluto, dall’inizio alla fine, quello di Sebastien Ogier al 91° Rallye Monte-Carlo, il francese ha fin da subito impresso un passo imprendibile per tutti gli altri e si è aggiudicato l’ennesima vittoria, la nona, nella gara di casa arrivando così a superare il connazionale Sebastien Loeb nel numero di vittorie totali al Monte.
Elfyn Evans, Kalle Rovanpera e Thierry Neuville hanno provato a contrastare l’assalto di Ogier al trofeo del Principe Alberto ma nessuno è riuscito a mettere in difficoltà il pilota francese che ha sempre rintuzzato gli attacchi degli avversari, ad iniziare da quelli dei compagni di squadra Elfyn Evans e Kalle Rovanpera, salendo sul gradino più alto del podio davanti al Casinò di Montecarlo.
Inizialmente Elfyn Evans sembrava riuscire a tenere il passo del francese, pur accusando qualche secondo di distacco ad ogni prova, ma sulla PS 5 ha forato una gomma accusando oltre 43 secondi di distacco dal leader, cedendo così la seconda posizione provvisoria a Thierry Neuville.
Il belga non è però riuscito a colmare lo svantaggio fin lì accumulato ma ha continuato a perdere contatto con Ogier fino a farsi soffiare il secondo posto temporaneo da Kalle Rovanpera che, dopo un avvio in sordina, ha iniziato a spingere sul pedale dell’acceleratore dando l’impressione di riuscire ad andare a prendere il francese.
La seconda giornata di gara vedeva infatti il neo campione del mondo aggiudicarsi tre delle sei prove speciali in programma (con due acuti di Neuville) e ridurre lo svantaggio nei confronti di Ogier a soli 16 secondi.
L’ultimo giorno ci si aspettava una lotta serratissima fra i due alfieri della Toyota e così è stato ma Sebastien Ogier non ha lasciato spazio al giovane compagno di squadra ed ha anzi incrementato il vantaggio finale vincendo il rally con 18.8 secondi su Rovanpera che si è comunque aggiudicato la Power Stage ed i relativi 5 preziosi punti in ottica campionato.
Il terzo gradino del podio è andato a Thierry Neuville che probabilmente si è accontentato della posizione non potendo competere contro lo strapotere delle Toyota ma che si è comunque progressivamente migliorato.
Gli altri? Piuttosto inconsistenti, vuoi per noie meccaniche, vuoi per mancanza di competitività delle vetture, nessuno è stato in grado di mettere pressione ai tre protagonisti della gara francese.
Elfyn Evans, quarto alla fine e a tratti molto veloce - a cui avevamo pronosticato la possibilità di ben figurare al Monte - sembra non riuscire ad emergere rispetto ai suoi compagni di squadra e pare destinato a recitare il ruolo di comprimario.
Ott Tanak ha patito qualche noia meccanica (idroguida) e forse anche un po’ di difficoltà di adattamento con la Ford Puma, fatto sta che l’estone ha chiuso quinto a oltre due minuti e mezzo dal vincitore e probabilmente avrà bisogno ancora di qualche gara per potersi esprimere concretamente nel WRC.
Takamoto Katsuta non ha mai brillato particolarmente ma è sempre stato costante e regolare – come sua abitudine – chiudendo al sesto posto e portando al team quei punticini che a fine campionato aiutano a vincere i titoli; sempre simpaticissimo, il giapponesino al termine del secondo passaggio sul Col de Turini ha dichiarato: “era molto scivolosa per colpa del sale, almeno ho fatto una bella derapata per il pubblico”.
Scorrendo la classifica al settimo posto troviamo Dani Sordo, piuttosto incolore la sua gara condizionata anche dalla mancanza dell’idroguida in prova speciale, non una delle sue migliori prestazioni insomma.
Che dire di Esapekka Lappi? Il finnico è sempre molto veloce ma in questa occasione non ha brillato particolarmente, il cambio di casacca, anzi, di auto, probabilmente non gli ha portato fortuna. Ai nostri microfoni ha dichiarato che le vetture (la Yaris con cui ha gareggiato lo scorso anno e la i20 attuale) non sono comparabili ma sono comunque alla fine molto simili. Lo attendiamo ali prossimi appuntamenti con il mondiale, ad iniziare già dallo Sweden Rally dove sulla neve potrebbe ben figurare con la Hyundai i20 N.
A proposito di neve, al Monte-Carlo se ne è vista ben poca, presente sulle cime più alte ma non sul manto stradale, la mancanza della tipica coltre bianca che ha caratterizzato storiche edizioni del Monte lo ha di fatto reso una competizione per specialisti dell’asfalto (ndr, da poche ore sta circolando la notizia che nel 2024 il Monte-Carlo farà ritorno a Gap dove sicuramente ci sarà più neve); anche il temuto verglas era presente in minima parte, ne sono comunque stati vittime illustri Thierry Neuville e Francois Delecour, entrambi usciti di strada ma poi ripartiti senza grossi danni alle vetture.
Qualche problema lo hanno creato inoltre alcuni spettatori che in un punto hanno gettato neve e acqua sul manto stradale – che con le basse temperature della notte si trasformava rapidamente in ghiaccio - non rendendosi conto della pericolosità del loro gesto.
Piuttosto discutibile invece la penalizzazione di 5 secondi imposta a Nikolay Gryazin – vincitore del WRC2 e poi retrocesso in seconda posizione a causa della penalità - a seguito del reclamo proposto da Yohan Rossel nei confronti del russo per aver tagliato una curva, il regolamento parla chiaro: almeno due ruote devono stare sulla sede stradale, ma moltissimi concorrenti (anche i big) hanno affrontato la medesima curva nello stesso modo e il reclamo accolto dalla Federazione ha suscitato innumerevoli polemiche ancora molto discusse sui social.
Non abbiamo ancora citato altri due piloti delle Rally1: Pierre-Louis Loubet e Jourdan Serderidis (entrambi su Ford Puma), il primo – da cui ci aspettavamo una bella prestazione nella gara di casa – è stato autore di un paio di errori: un’uscita di strada nel venerdì ha compromesso la guidabilità della vettura (guidare senza servosterzo è un buon modo per rinforzare i muscoli, ha dichiarato) mentre sabato ha toccato piuttosto violentemente all’ingresso di un ponte verso la fine della SS 9 con il conseguente ritiro causa il danneggiamento del posteriore destro ed il rientro in gara il giorno successivo con la formula del SuperRally.
Diverso il discorso per il greco Serderidis, criticato sui social per aver disputato il Monte come pilota pagante e per aver concluso piuttosto indietro in classifica (34° il suo risultato finale), ha disputato comunque la sua garetta e all’età di 59 anni si è divertito riportando la Puma di Malcom Wilson all’arrivo senza danni. Le Rally1 iscritte al mondiale solitamente stanno sulle dita di due mani, ben vengano quindi i piloti che avendone la possibilità di farlo portano in prova speciale questi bolidi che, seppur non così veloci nelle loro mani, è sempre un piacere vedere.
Non sono mancati gli italiani al Monte, i migliori sono stati Matteo Gamba (Skoda Fabia Rally2 evo) che si è classificato al 21° posto finale immediatamente seguito da Mauro Miele (Skoda Fabia Rally2). Prestazione di rilievo anche per Christian Merli – re delle cronoscalate – che ha dimostrato di destreggiarsi bene anche nei rally concludendo al 25° posto con la sua Skoda Fabia Rally2 evo, alle sue spalle Alessandro Gino su Citroen C3 Rally2. Hanno visto il traguardo anche Simone Niboli, Silvano Pattera, Fabrizio Arengi, Massimiliano Pedalà, Matteo Fontana, Filippo Marchino, Sebastiano Ciato e Giorgio Marazzato.
Non sono mancati neppure gli spettatori al Monte, moltissimi gli italiani, chi da appena oltre confine ma anche chi si è sobbarcato chilometri e parecchie ore di macchina per essere presenti al primo appuntamento dell’anno con le WRC, una trasferta resa difficoltosa - oltre che dal gran freddo, presente soprattutto in quota – dai numerosissimi divieti per il pubblico in prova e dalla chiusura delle strade a chilometri di distanza, ma soprattutto per la rigidità di commissari di percorso e gendarmi che in molte occasioni si dimostravano inflessibili e particolarmente severi verso il pubblico; numerosi a fine gara i commenti sui social riguardo le difficoltà patite dagli spettatori per recarsi in prova ma con un unico comune denominatore: i divieti non fermeranno il popolo del rally!
Servizio e foto: Dario Furlan - #darionnenphotographer