Il pilota francese si aggiudica il Rally Italia Sardegna per la quinta volta dopo un finale al cardiopalma.

Sole, caldo, polvere - tanta polvere - ma soprattutto colpi di scena a ripetizione sono stati gli ingredienti di questo rocambolesco Rally Italia Sardegna andato in scena dal 5 all’8 giugno scorsi a Olbia e sui monti della Gallura, una gara combattuta dall’inizio alla fine che ha tenuto tutti con il fiato sospeso sino all’ultimo istante. L’ultima prova del rally, infatti, è vissuta con il duello fra Sebastien Ogier e Ott Tanak, i due contendenti alla vittoria in Sardegna che dopo oltre 300 chilometri di tratti cronometrati si sono presentati alla partenza della Power Stage "Porto San Paolo 2" con il francese in vantaggio per 17.2 secondi sull’estone; quella che però sembrava solo una formalità per il campione francese si è poi trasformata in una disperata rincorsa dopo che Ogier ha commesso un errore arrivando lungo in una curva e finendo contro un arbusto - per fortuna quasi senza danni alla sua Toyota GR Yaris - costringendolo ad innestare la retromarcia ed a ripartire con un pesante fardello di secondi persi in quella uscita di strada. Le immagini in diretta, con i secondi che scorrevano inesorabili, evidenziavano le difficoltà del transalpino nel riuscire a portare a termine il rally davanti a Tanak ma Sebastien Ogier ha compiuto l’impresa terminando la gara con soli 7.9 secondi di margine nei confronti dell'alfiere della Hyundai. Viene da pensare che alla partenza dell’ultima prova Ott Tanak (allo start prima di Ogier) abbia ritenuto impossibile recuperare il distacco dal francese - considerando anche la poca propensione di Ogier all’errore - puntando a portare a casa punti preziosi per il campionato, se però ci avesse creduto un po’ di più probabilmente il finale di questa gara sarebbe stato diverso e sul podio non si sarebbe sentito l’inno francese “La Marseillaise” ma l’estone “Mu isamaa, mu õnn ja rõõm”.

Il brivido finale della lotta Ogier-Tanak è stato solo l’ultimo di una gara che ha regalato suspense ed emozioni a non finire, la giornata più intensa è stata sicuramente quella di venerdì quando al pronti-via si è assistito alla debacle della M-Sport Ford che nella seconda prova, la velocissima Telti-Calangianus-Berchidda, ha visto le tre Ford Puma di Gregoire Munster, Joshua McErlean e Mārtiņš Sesks finire fuori strada facendo sfumare subito le speranze del patron Malcom Wilson di portare a casa un buon risultato dall’isola dei Quattro mori.



Vetture danneggiate, soprattutto quella di Sesks che non ha potuto riprendere la gara neanche nei giorni successivi, mentre Munster e McErlean sono rientrati il giorno dopo ma con la penalizzazione del Super Rally (che permette appunto di rientrare in gara ma con penalizzazione per ogni prova non disputata) non hanno potuto lottare per le posizioni di vertice. Pure Jourdan Serderidis, il greco che corre con una vettura “clienti”, seppur non velocissimo e su cui la squadra poteva ancora contare per sperare di portare a casa qualche punticino, il giorno successivo è incappato in un capottamento nella ripetizione della “stregata” Telti-Calangianus-Berchidda che lo ha relegato nelle retrovie, insomma, una vera e propria disfatta per le vetture dell’ovale blu. Prova fatale anche a Thierry Neuville, che ha staccato una ruota, ed a Takamoto Katsuta che ha messo la sua Toyota su un fianco, insomma, la gara sarda ad un certo punto è sembrata una corsa ad eliminazione dove vince chi non esce di strada.



Chi invece stava facendo una gran bella gara era Adrien Fourmaux che dopo le sfuriate di Ogier e Tanak nelle prime due prove del rally riusciva a portare la sua Hyundai i20 al comando della classifica provvisoria alternandosi poi nelle posizioni di vertice con i big della specialità Ogier, Neuville e Tanak. Purtroppo, anche per lui le cose ad un certo punto non hanno girato per il verso giusto, una uscita di strada sulla Tula – Erula 1 ha compromesso la sua bellissima prestazione.


La lotta per il gradino più alto del podio fra Sebastien Ogier e Ott Tanak, con il francese comunque sempre in testa, è proseguita per tutta la gara ma non ha mai visto in lizza Elfyn Evans, costretto a spazzare la strada agli altri concorrenti in quanto leader del campionato, né Kalle Rovanpera, poco a suo agio su queste strade, né tantomeno Takamoto Katsuta, spesso velocissimo ma allo stesso tempo fallace; non si è salvato neppure Sami Pajari che atteso ad una conferma delle sue doti velocistiche ha corso con grinta e determinazione ma è stato penalizzato da una uscita di strada e da una foratura.




Le forature sono state una costante in questa gara coinvolgendo moltissimi concorrenti, segno della durezza di un percorso esaltante ma allo stesso tempo non privo di rischi per le coperture, così come i guasti meccanici che hanno determinato più di qualche ritiro.
Il Rally Italia Sardegna quest’anno è stato caratterizzato dal bel tempo e da temperature molto elevate per il periodo, specie nel fine settimana e addirittura roventi domenica con i 38 gradi raggiunti, temperature che non hanno però intimidito il pubblico proveniente da ogni parte del mondo riversatosi sulle meravigliose prove speciali predisposte dal gruppo organizzativo con a capo Tiziano Siviero.
Fra le nuove prove introdotte quest’anno segnaliamo la Telti-Calangianus-Berchidda, con un tracciato velocissimo conformato da lunghi rettilinei fra muretti a secco, inframezzati da tortuosi tornanti, la prova si è rivelata determinante ai fini della classifica complici anche le uscite di strada ad alte velocità avvenute nei due passaggi previsti. Nuova pure la Porto San Paolo – valida come Power Stage nel secondo passaggio - che con i suoi oltre 11 chilometri di sterrato tecnico e cambi di ritmo continui ha portato i concorrenti fino quasi in città con una discesa mozzafiato ed una vista spettacolare sull’isola di Tavolara.
Numerosissimi gli italiani (e gli isolani) iscritti nella gara di casa che non hanno voluto mancare ad uno degli appuntamenti più belli di tutto il mondiale, grandissima prestazione di Roberto Daprà, navigato come sempre da Luca Guglielmetti che, seppur non ancora velocissimo al pari dei suoi diretti avversari, ha portato al nono posto assoluto la Skoda Fabia RS della Pintarally vincendo anche la categoria WRC2 del Sardegna poiché Oliver Solberg e Nikolay Gryazin – rispettivamente sesti e ottavi - erano trasparenti per la classifica in quanto non iscritti alla categoria in questa gara. Una grande soddisfazione per Roberto e per tutto il motorsport nazionale; soddisfazione anche per un altro italiano, il giovane Giovanni Trentin, con l’esperto Pietro Elia Ometto alle note, che ha chiuso in 18esima posizione assoluta, così come per l’altro giovane ma dal piede pesantissimo Matteo Fontana, coadiuvato da Alessandro Arnaboldi sul sedile di destra, che si è permesso il lusso di vincere la categoria WRC3 con la piccola Ford Fiesta Rally3. Primi fra gli isolani partecipanti alla gara Giuseppe Dettori e Carlo Pisano che hanno chiuso al 23esimo posto assoluto.














La classifica (top ten):

Anche in questa occasione il Rally Italia Sardegna ha regalato emozioni fino alla fine con Sebastien Ogier che si è preso la rivincita sulla gara dello scorso anno quando a causa di una foratura fu beffato all’ultimo da Ott Tanak per soli 2 decimi di secondo; molti gli episodi nelle scorse edizioni che hanno reso questa gara epica, come la rottura dell’idroguida sulla Toyota Yaris di Ott Tanak nel 2019 all’Argentiera nella Power Stage (l’estone in quegli anni era pilota Toyota) che consegnò la vittoria ad un incredulo Dani Sordo; insomma, il rally sull’isola dei Quattro mori si conferma come una gara sempre incerta e avvincente fino all’ultimo.


Controllo timbro a Padru per l'equipaggio Di Luigi - Di Luigi e foto ricordo



Quest’anno poi la gara è stata arricchita da attività collaterali, fra le quali citiamo il concerto gratuito dei The Kolors che ha richiamato all’Isola Bianca – location del Service Park - oltre 5000 persone; spazio anche alle iniziative ambientali con la piantumazione di essenze arboree presso un tratto della pista ciclabile di Olbia per bilanciare le emissioni di CO2 causate dal rally.
Il futuro della competizione sarda nel campionato del mondo è però piuttosto nebuloso causa le ambizioni del Rally Roma Capitale di entrare nel circuito iridato, ambizioni sempre più tangibili che preoccupano non poco i politici sardi (che stanno comunque cercando in tutti i modi di tenere ancora il rally mondiale in Sardegna) e le migliaia di appassionati che ogni anno accorrono sull’isola per godere dello spettacolo di queste vetture sui meravigliosi sterrati sardi. La bellezza di questo rally sta anche nel popolo sardo, ospitale come pochi altri e che accoglie i visitatori a braccia aperte, orgoglioso del suo patrimonio storico-culturale e pronto a condividerne cultura e tradizioni.
Non rimane che attendere le decisioni che verranno prese dall’alto (ACI e WRC Promoter) sperando che il Rally Italia Sardegna continui a rimanere nel giro del mondiale e che ci regali spettacolo ed emozioni ancora per molti anni.
Chiudiamo il servizio con una carellata di immagini del Rally Italia Sardegna:





























Dario Furlan- #darionnenphotographer