Con la sua nuova raccolta di poesie Roberto Casati emerge ancora una volta come una delle figure più significative della poesia italiana contemporanea.
Come armonie disattese (Guido Miano Editore, Milano 2024) è una raccolta che come scrive giustamente Enzo Concardi nella prefazione si situa come continuum rispetto al suo libro di poesie precedente Appunti e carte ritrovate (pubblicato sempre con Guido Miano Editore), libro che meritatamente ha riportato eccellenti consensi dalla critica che si possono tra l’altro leggere nelle motivazioni delle giurie dei premi letterari che ha vinto.
Il Nostro in Come armonie disattese, pur partendo dalle esperienze precedenti accentua il tono di vaghezza, di sospensione nei suoi componimenti che sembrano il precipitato di sogni ad occhi aperti che hanno anche una patina di espressione surreale e prevalgono anche qui i temi dell’amore per l’amata e della capacità di stupirsi di fronte alla bellezza della natura.
Denominatore comune del poiein di Casati in tutta la sua produzione di poeta neolirico tout-court è quello di produrre tramite le metafore frequenti memorabili epifanie accensioni subitanee e folgoranti che vengono percepite dal fortunato lettore, per la loro chiarezza già da una prima lettura.
Rarefatta, ben cesellata e raffinata, icastica e nello stesso tempo leggera la forma di questi componimenti sublimi che hanno per tema un amore sensuale per la figura femminile che pare avere qualcosa di salvifico e qui s’innesta il discorso sulla capacità d’amare e sull’eterno femminino perché la stessa amata e amante si fa musa e ispiratrice di versi memorabili.
«Ho rubato i tuoi occhi / sulla linea del non visto, / dove la notte / non è più il pensiero perduto ieri, / dove il giorno / non è ancora il colore sui tuoi anticipi. // Sono rimasto troppo / davanti a te, /cercando con le dita / di sfiorare l’ombra / sugli angoli dimenticati. // Nel tempo che conosco da ieri/ sguardo / dato e ripreso / mille volte per sempre».
Nella suddetta poesia si nota anche una forte sensibilità verso il tema del tempo nel nominare con urgenza notte e giorno, e come scrive Casati si può avere anche una conoscenza del tempo e uno sguardo può essere dato e ripreso mille volte ma anche per sempre e qui viene in mente l’attimo heidegeriano feritoia tra passato e futuro quando il tempo virtualmente si ferma in un presente infinito.
‘Armonie’, come leggiamo nel titolo della raccolta, ma ‘disattese’ come se entrasse nella poetica di questo volume di Casati, rispetto agli altri libri un fattore x una nuova tonalità giocata sulla tastiera analogica.
Con la sua scaltra coscienza letteraria nomina la parola disattese per farci comprendere tutto il pathos che ci può essere in una relazione amorosa che la stessa donna-musa traduce in poesia, come se dettasse lei i versi al poeta stesso, versi, e questo va sottolineato, sempre controllatissimi pur nella loro fortissima carica d’ipersegno.
Disatteso infatti è un termine forte e ricco di significati come dimenticato, tralasciato, non considerato, non osservato e definire le armonie disattese è un modo di farci intendere che nei sentimenti come nella scrittura poetica è sempre tutto sospeso e non scontato e vengono in mente i versi di Goethe a questo proposito: «essere tutto gioia e patimenti… / felice è solo l’anima che ama».
Raffaele Piazza