Una due giorni di incontri incentrati sulla storia e l'evoluzione del design croato dal secondo dopoguerra fino ad oggi: appuntamento mercoledì 16 e giovedì 17 ottobre, alle ore 18.00, all’Auditorium del Museo Revoltella di Trieste (ingresso libero), per l’evento “La forma e il segno. Focus sul design croato”, organizzato dalla Comunità Croata di Trieste - Hrvatska zajednica u Trstu, in collaborazione con la casa di produzione cinematografica Castor Multimedia di Zagabria, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e la partecipazione del Comune di Trieste.
Il format prevede la proiezione in apertura di due documentari (della durata di 50 minuti, sottotitolati in italiano) realizzati da Castor Multimedia, introdotti e presentati dall’autore, il giornalista e produttore croato Dubravko Merlić. A seguire viene proposto un confronto tra esperti croati e italiani, fra i quali l’architetta e designer Lucia Krasovec-Lucas, la designer e fondatrice dello studio Projectum a Spalato Lea Aviani, l’architetto e docente all’ISIA Roma Design Edy Fantin, il direttore di Symbola Domenico Sturabotti
Mercoledì 16 ottobre il focus è sul design croato degli anni ’50: in un paese desideroso di lasciarsi alle spalle la devastazione della guerra e già agli albori di un’industrializzazione su vasta scala, un gruppo di persone creative e competenti si è lanciato nell'impresa di plasmare l’estetica della nuova Jugoslavia, a partire dal design industriale e dell’arredo di interni. I risultati del lavoro di questo gruppo sono stati riconosciuti a livello internazionale. Designer quali Vjenceslav Richter, Bernardo Bernardi, Bruno Planinšek e altri si sono inseriti pienamente in quello che era il panorama internazionale dell’epoca, venendo influenzati, ed influenzando a loro volta, il lavoro dei loro colleghi scandinavi, tedeschi e italiani.
Giovedì 17 ottobre, l’evento è completamente dedicato ai protagonisti e alle tendenze contemporanee, affrontando lo stallo nella produzione e nel design che, a causa delle circostanze belliche e della privatizzazione, si è verificato negli anni '90. Ma porta anche una nota di speranza: dopo il 2000 cominciano infatti a emergere giovani designer che collaborano con l’industria, realizzando prodotti dal design accattivante, che si fanno strada anche sui mercati internazionali.