Victoria (Emma Stone), una giovane donna incinta, si suicida in una Londra gotica e steampunk, gettandosi nel Tamigi. Lo studente di medicina Max McCandles (Ramy Yousseff) viene contattato dal dottore Godwin Baxter (William Dafoe) per accudire una ragazza dal comportamento infantile, Bella (Emma Stone), per monitorarne i progressi, visto che sta recuperando la salute dopo un non meglio precisato incidente.
Lo studente si innamora della giovane donna, tanto che Godwin gli propone di sposarla, a patto che i due non abbandonino mai la sua dimora. Tuttavia l’avvocato Wedderburn (Mark Ruffalo), incaricato di redigere l’atto legale che deve suggellare il connubio, rimane colpito dall’acerba sessualità della futura sposa, e pensa bene di portarsela via, peraltro con l’approvazione di Godwin, che non vuole che lei rinunci al suo libero arbitrio.
Comincia per Emma un vero viaggio iniziatico per l’Europa, dove scopre non solo i piaceri del talamo, ma anche la complessità della filosofia, l’esistenza del male, l’importanza delle amicizie, del pensiero politico e, alla fine, la sua vera identità.
Perché in realtà Bella ha il corpo di Victoria, a cui però Godwin ha installato il cervello della bambina che portava in grembo, che era sopravvissuto al suicidio della madre, a differenza dell’encefalo di questa.
Povere Creature: un modo originale e visivamente interessante per parlare del patriarcato
Bella è infatti fisicamente un donna avvenente, ma con un cervello da bambina, quindi facilmente manipolabile, e con una sessualità in fiore, che attira tutti i maschi che la circondano come i mosconi sulle deiezioni organiche.
Con l’eccezione di Godwin, ridotto a una maschera deforme e castrato fisicamente da un padre adoratore della scienza, che lo ha sacrificato per i suoi esperimenti folli. Tuttavia, pur essendo stato mostruosamente abusato nella sua infanzia, a suo modo il dottore vuole bene alla sua creatura, tanto da rifiutarsi di rinchiuderla quando lei decide di scappare con Wedderburn, che vede in lei l’oggetto sessuale perfetto per soddisfare gli appetiti del basso ventre.
Salvo poi rimanere scioccato quando Bella, ignorando le convenzioni sociali, si comporta in modo non consono ai dettami dell’ambiente alto borghese a cui l’avvocato appartiene.
Il viaggio è comunque per lei l’occasione per conoscere il mondo e intraprendere un viaggio di emancipazione sessuale, morale e intellettuale dal mondo patriarcale che la circonda.
Un mondo caratterizzato da varie gradazioni di misoginia, che raggiunge l’apice di abiezione quando Bella conosce il marito di Victoria, un alto ufficiale pronto a mutilare i genitali della moglie per ricondurla alla ragione, cioè nel perimetro dei suoi possedimenti.
Yorgos Lanthimos sceglie un’idea originale e un immaginario visivo accattivante per raccontare il viaggio iniziatico di Bella. Molto apprezzabile la scelta di mostrare in bianco e nero la Londra in cui Bella rinasce a nuova vita, dipingendo invece con sgargianti colori iperrealisti il viaggio in Europa, aiutato in questo da una ambientazione steampunk goticheggiante.
Apprezzabile anche l’ampio uso di grandangoli per focalizzare lo sguardo dello spettatore su scene particolarmente significative, spesso legate alle perversioni maschili.
Insomma, analogamente a quanto fatto da Paola Cortellesi col suo ottimo C'è ancora domani, tratta l’ormai sempre più inflazionato tema del patriarcato in modo piacevole, realizzando una pellicola che si lascia guardare volentieri.
Ma il patriarcato di Lanthimos è molto più abietto di quello dipinto dalla Cortellesi. Mentre quest’ultima critica una certo modo di vivere l’essere maschio all’interno di una famiglia tradizionale – se ha ancora senso usare questa espressione – in Povere Creature la famiglia semplicemente non viene mai mostrata.
Bella nasce orfana, pur possedendo il corpo della madre, cresce da sola, nonostante la presenza dei maschi, e l’unico aiuto reale che riceve è da parte di donne. Prostitute o donne sole. Mentre l’unico uomo sposato mostrato nel film – il marito di Victoria – è un soldato psicopatico, che comunque riceve una punizione mostruosa per mano di Bella.
Insomma, sembra che per lottare contro gli stereotipi del patriarcato, il cinema si diverta a creare nuovi immaginari, nei quali i maschi sono una manica di delinquenti o, al massimo, degli utili eunuchi.
Ma vabbè, questo è lo spirito del nostro tempo, a quanto pare...