Utilizzando un tipo di intelligenza artificiale nota come “deep learning”, applicata a una metodica di raccolta dati chiamata system biology, James Collins, ricercatore al MIT di Boston, ha scoperto una classe di antibiotici in grado di uccidere un batterio resistente ai farmaci (lo Stafilococco aureus resistente alla meticillina - MRSA), che ogni anno causa più di 10.000 morti solo negli Stati Uniti. I risultati della ricerca sono stati illustrati nel corso di PneumoTrieste 2024, meeting medico scientifico ispirato dalle parole di Umberto Veronesi “si cura meglio dove si fa anche ricerca”, organizzato dalla Pneumologia triestina di Asugi diretta dal professor Marco Confalonieri al quale hanno partecipato circa 600 specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero.
James Collins, insignito nel 2023 della Clarivate citation (una sorta di anticamera del Nobel) ha affermato che “il nuovo metodo basato sull’intelligenza artificiale necessita di molti dati preliminari sui batteri, sui possibili composti candidati a diventare farmaci, sui meccanismi di danno cellulare e di protezione dell’organismo umano per consentire poi in tempi molto rapidi di predire quali molecole sono più adatte per quel particolare microbo senza danneggiare i microbi “buoni” che per esempio abbiamo sulla pelle e nell’intestino”.
Il professor Umberto Meduri di Memphis ha illustrato le tante proprietà di un potente “farmaco-ormone”, che è un ormone prodotto dal nostro organismo (oltre che noto farmaco) e agisce su tutte le cellule (tranne i globuli rossi), coordinando la risposta del corpo agli stress. Le molecole come il cortisone insieme alle vitamine posso imitare, ad opportune dosi parafisiologiche, quanto fa l’organismo umano in ogni sua cellula quando uno stress negativo porta danno, aiutando a riparare le cellule e a ripristinare la normalità in un modo sempre più naturale e fisiologico rispetto a farmaci che interferiscono su meccanismi biologici.
Durante un interessante seminario moderato dalla dottoressa Gianna Zamaro, responsabile della Direzione regionale sanità del Friuli Venezia Giulia, si è fatto il punto su nuove idee ed esperienze di raccordo tra ospedale e territorio a favore dei malati cronici, partendo dal presupposto che le patologie respiratorie più diffuse, come asma bronchiale e BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), hanno un impatto notevole sulla salute della cittadinanza, specie di quelle più anziane e con pluripatologie(come polmone+cuore+rene+diabete). La telemedicina – è stato confermato – può rappresentare una soluzione in mano a medici e sistemi sanitari per favorire l’interazione coordinata degli interventi a domicilio a favore dei malati più fragili.
Anche le malattie infettive hanno trovato spazio a PneumoTrieste2024, sebbene il COVID-19 non sia più sotto la luce dei riflettori. Il dottor Giovanni Battista Migliori, collaboratore dell’Organizzatore Mondiale della Sanità per il controllo della tubercolosi, ha affermato che “in Italia servirebbe un programma dedicato alla tubercolosi, tenendo conto anche del forte afflusso da Paesi con alta incidenza legata alla povertà: un programma nazionale TB, con un responsabile competente e un comitato agile e rappresentativo, che agisca per via informatica su questioni urgenti e sviluppi un piano strategico coordinato per i sistemi sanitari regionali, potrebbe aiutare a centrare l’obiettivo di eliminare la tubercolosi dall’Italia entro il 2030”.
Durante il simposio sulla endoscopia polmonare, detta anche broncoscopia, sono stati ammirati i progressi della robotica endoscopica tramite guida elettromagnetica, illustrati dal professorPietro Valdastri, italiano che lavora all’università di Leeds nel Regno Unito che ha mostrato un’apparecchiatura che permette di eseguire broncoscopie guidate dal robot e dall’intelligenza artificiale con fili sottili, che cercano di non causare alcun disturbo al paziente e al tempo stesso possono arrivare in punti periferici del polmone per eseguire biopsie o trattamenti con laser e calore. Valdastri ha sottolineato che “per ora è pronta la colonscopia robotica che non dà dolore e non necessita anestesia, mentre per l’apparecchiatura polmonare ci vorranno ancora 3-5 anni”.
A conclusione di PneumoTrieste 2024, il coordinatore Marco Confalonieri ha sottolineato che “la ricerca in medicina non è un lusso, ma una necessità per il sistema sanitario che può trovare così le soluzioni per il suo miglioramento. Dobbiamo però affrontare varie sfide: garantire risorse economiche per finanziare la ricerca, nonostante le difficoltà economiche e gli ostacoli burocratici, e affrontare complesse questioni etiche. Tuttavia, superando gli ostacoli” – ha affermato il professor Confalonieri –“queste sfide presentano opportunità di innovazione e progresso nella scienza medica, migliorando la cura dei pazienti e sviluppando nuove modalità diagnostico-terapeutiche, che possono rivoluzionare le pratiche sanitarie. La rapida crescita della tecnologia e della disponibilità dei dati offre anche possibilità di collaborazione tra ricercatori e medici per far diventare sempre più realtà un approccio di medicina personalizzata grazie alla ricerca, con miglioramenti significativi nei risultati sanitari complessivi”.
PneumoTrieste 2024 è stato organizzato con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, di Asugi, della Società Italiana di Pneumologia e di numerose associazioni che operano a favore di questo importante settore medico-scientifico (Acsi, Amar FVG, Lam Italia, Alfa 1-AT, Amip, Aipo).