Per la Stagione 2025/2026 il Teatro Miela si presenta sotto il segno
di “Uno spazio per immaginare”, tema che attraversa l’intera programmazione come filo sotterraneo e ne orienta le scelte. Immaginare significa aprire prospettive, attivare sguardi, creare connessioni: il teatro diventa così un terreno condiviso dove sperimentare possibilità e costruire nuove forme di relazione culturale con la città e il territorio.

La proposta si distingue per la varietà e per l’attenzione alla qualità
dei contenuti: teatro, cinema, musica e arti visive convivono con momenti
di approfondimento, laboratori e pratiche partecipative. Un intreccio
che non riduce l’arte al solo intrattenimento, ma la riconosce come strumento di pensiero critico e di trasformazione culturale.
L’ormai consolidata vocazione interdisciplinare del Miela si rafforza attraverso la rete di collaborazioni con realtà locali e nazionali, confermandolo come spazio capace di accogliere linguaggi diversi e di generare un dialogo costante con il presente. Il Miela assume con sempre maggiore chiarezza la funzione di “Terzo luogo”: non semplice contenitore di eventi, ma contesto in cui la cittadinanza trova occasioni di incontro, confronto e partecipazione attiva, confermandosi come spazio polivalente dove vivere la cultura a 360°, completamente accessibile in piena autonomia anche alle categorie più fragili. Il futuro che immagina per sé e per la città è quello di un vero hub di comunità: un luogo sempre aperto, dove incontrarsi, condividere interessi, costruire rapporti sociali e generare un modello
di cultura dinamico, partecipato, capace di restituire senso e prospettiva al nostro tempo.
“Uno spazio per immaginare” diventa così la cornice di una Stagione che invita a vivere l’arte come pratica collettiva, capace di restituire complessità e di aprire possibilità di futuro.
TEATRO MIELA Stagione 25-26 / Uno spazio per immaginare
Il programma artistico 2025/2026
Spazi rinnovati e un programma all’insegna della sinergia tra artisti di diverse generazioni, segnano i contenuti del cartellone artistico 25/26.
L’energia creativa nasce dall’intreccio fra l’esperienza dell’ensemble storico di Bonawentura e le sensibilità delle nuove generazioni, disegnando orizzonti culturali inediti e rilanciando la vocazione eclettica del Miela con un’offerta attenta alla sperimentazione, ai linguaggi emergenti e anche ai nuovi modelli di comicità.
Una programmazione che non si limita agli spettacoli, ma si estende a un ricco ventaglio di attività collaterali: laboratori guidati dagli artisti ospiti e aperti
a tutti, preziose occasioni di pratica diretta e di avvicinamento ai diversi linguaggi espressivi. La Stagione prende il via in ottobre con una programmazione che intreccia danza, teatro, musica, comicità e Nuove Scritture.
La rassegna Miela Danza inaugura il 14 ottobre con la celebre compagnia Kataklò, pioniera dell’athletic theatre in Italia, che presenterà Seasons – Oltre le Stagioni: un viaggio coreografico attraverso i cicli della vita, un’ode alla natura e alla complessità dell’esperienza umana. Sabato 25 e domenica 26 sarà la volta dell’ensemble AiEP, diretto da Ariella Vidach, riconosciuto a livello internazionale per la ricerca sui linguaggi tecnologici applicati alla danza. In scena Hope, accompagnato dall’installazione in realtà virtuale Citizen e da un laboratorio esperienziale aperto alla cittadinanza. A completare il cartellone di ottobre, lunedì 27, due lavori di una delle realtà più vitali della coreutica contemporanea italiana: la compagnia Arearea con Locus solus e Due tentativi al secondo.
Il 16 ottobre Ezio Mauro inaugura la rassegna Pequod – itinerari di letteratura
e giornalismo, il progetto curato dal Presidente del Miela, il giornalista Enzo D’Antona che indaga temi di attualità politica e informativa: in programma
il reading Il segreto di Lenin. Tra gli ospiti anche Antonio Caiazza, giornalista Rai, con Una storia scomoda.
Da sempre il Miela dedica grande attenzione alla comicità. Oltre allo storico Pupkin Kabarett, curato da Alessandro Mizzi che prenderà il via con i nuovi appuntamenti il 10 novembre, la Stagione propone format di cabaret contemporaneo come Non è uno show – Odissea 2526 di Omar Makhloufi
e Laura Bussani (dal 7 ottobre) e le serate di stand-up del collettivo triestino Betaverso, punto di riferimento per il pubblico giovane. Il 9 e 10 ottobre torna
a grande richiesta Luigi Orsini con Topolini, ormai un cult per la città. Sul fronte della stand-up comedy nazionale, attesa Aurora Leone, un pilastro del collettivo “The Jackal”, con Tutto scontato (27 novembre) e altri nomi in via di definizione.
Dal 18 al 21 novembre la storica rassegna S/paesati, dedicata al tema delle migrazioni e dei confini, rinnova la sinergia con il Premio Luchetta e propone quattro spettacoli: Pazi Snjper, A come Srebrenica, Sulle tracce di Alex e Odissea Minore.
TEATRO MIELA Stagione 25-26 / Uno spazio per immaginare
A novembre e dicembre tornano anche le Nuove Scritture, rassegna dedicata
a drammaturgie inedite e progetti originali. Tra gli appuntamenti: il 5 e 6 novembre la compagnia Artifragili debutta con Che ne sarà di noi, nuova creazione che esplora i disastri del presente con ironia feroce, oltre a riproporre i seguitissimi speed date teatrali; dall’1 al 3 dicembre nel rinnovato Ridottino
si potrà vivere un’esperienza sensoriale interamente uditiva con Un uomo
che dorme, tratto dal romanzo di Georges Perec (regia di Davide Rossi,
con Giacomo Segulia). Sempre nello spazio intimo del Ridottino, il 5-7 dicembre torna Laura Bussani con Il collo mi fa impazzire, tratto da Nora Ephron, mentre il 9-10 dicembre Riccardo Giacomella porta in scena Sine Die
– Avrei potuto essere qualcuno, un intenso omaggio alla figura della nonna Flora e a tante donne come lei. Dall’11 al 13 dicembre Stefano Dongetti presenta Obsoleto, ritratto ironico e spietato del nostro presente.
In sala grande, il 5-6 dicembre arriva al Miela A volo d’angelo, vincitore
del FringeMi Festival, drammaturgia di Federica Cottini che guida il pubblico, con Michelangelo Canzi, in un viaggio visionario attraverso un’immaginaria Bosnia-Erzegovina, sospesa tra jugonostalgia e distopia. L’ 11-12 novembre debutta ancora Luigi Orsini con Tutto ha un prezzo, parabola teatrale su una verità scomoda: nulla nella vita è gratis. Il 15 dicembre chiude l’anno Salve o vita! Slanci, visioni e tormenti del giovane Carlo Michelstaedter, produzione della Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” diretta da Claudio De Maglio.
L’attenzione ai pubblici di ogni età si conferma con la rassegna Clownerie – Teatro per tutti, che porterà a Trieste per la prima volta la leggendaria Gardi Hutter
con Giovanna D’ArPpo, insieme a Teresa Bruno, Bergamotto e al Collettivo Clown con il tradizionale Clown Galà dell’Epifania.
Completano l’offerta altre iniziative che arricchiscono la vocazione poliedrica del Miela: il Miela Music Contest, dedicato alle giovani band del territorio
e giunto alla terza edizione; le contaminazioni tra arti visive, scienza, musica
e teatro; e la programmazione di Miela Music-Live, curata da Fabrizio Comel, che intercetta le nuove tendenze del panorama musicale contemporaneo mantenendo un alto profilo artistico. Ad aprire la stagione musicale saranno
i concerti dei Mellow Mood (+Vitowar Djset e Kwalaman), di Massimo Zamboni e dei Tre Allegri Ragazzi Morti con “Pasolini, concerto disegnato”,
un appuntamento che si intreccia anche con la rassegna che il Miela dedica quest’anno al poeta, scrittore e intellettuale friulano a cinquant’anni dalla morte.
Per i più piccoli, confermato il seguitissimo programma Miela Bimbi, 14 matinée domenicali a cura de La Luna al Guinzaglio, mentre gli spettatori più maturi troveranno in Note in Caffè, cabaret musicale ideato da Alessio Colautti, un’occasione di svago intelligente e raffinato.
Tra le iniziative più identitarie del teatro, da gennaio tornerà la rassegna Protagoniste, dedicata ad artiste donne e giunta alla quarta edizione, ideata
e curata da Massimo Navone. L’apertura sarà affidata a una delle produzioni
di punta della Stagione, Babe The Show, progetto multimediale di Sara Pennacchi, con la drammaturgia di Stefano Dongetti, i video di Giulio C. Ladini e la regia
di Massimo Navone. Un omaggio alle donne di Trieste – le “babe” – per le quali
TEATRO MIELA Stagione 25-26 / Uno spazio per immaginare
attraversare confini e difendere l’indipendenza è parte essenziale dell’identità. Lo spettacolo sarà accompagnato da una mostra fotografica a cura
di Erin McKinney e Lara Perentin, oltre che da momenti di dibattito sull’identità femminile e sul rapporto con la cultura della città. “Protagoniste” presenterà una decina di spettacoli a comporre un vero e proprio coro di voci femminili: esperienze, linguaggi e stili differenti che, accostati, restituiscono la complessità dell’universo delle donne. Non una semplice rassegna tematica, ma un attraversamento che mette in scena diritti, percorsi di emancipazione e racconti intimi di crescita personale, in dialogo costante con le urgenze del presente.
Sul palco, artiste di generazioni diverse, tra cui Sofija Zobina, fresca vincitrice del Premio Hystrio alla Vocazione 2025, con il suo monologo Io amo Italia, racconto semi-autobiografico del legame con la madre emigrata dalla Russia
in Italia. Ancora, da segnalare il ritorno al Miela, dopo il grande successo della passata edizione, dell’autrice e performer di teatro visuale Marta Cuscunà, considerata una delle artiste più interessanti e innovative del panorama teatrale nazionale odierno con il suo Sorry boys. Spiccano poi nel cartellone artiste come Monica Faggiani con Alfonsina Strada, Valeria Girelli con Vorrei essere lei e tante altre.
I Laboratori del Miela completano l’offerta, con un ampio ventaglio di proposte che spaziano dalla recitazione alla scrittura, dalla danza alla musica, offrendo la possibilità di esplorare nuovi linguaggi e coltivare talenti in un ambiente accogliente e stimolante. In programma: uno stage di clownerie con Teresa Bruno, un workshop di danza contemporanea guidato da Ariella Vidach,
un laboratorio di linguaggiofonia con Roberto Dibitonto, il laboratorio di scrittura teatrale con Donata Forlenza e Antonio Rota, e il progetto Lettere da un mondo smart ideato da Annalisa Perini.
E. L.