Presentata in anteprima la mostra
“Omaggio a Miró”
Trieste – Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna
Aperta al pubblico dal 29 aprile al 24 settembre 2023
Trieste, 28.04.23 - La mostra “Omaggio a Miró”, presentata a Trieste in anteprima alla stampa in vista dell’apertura al pubblico sabato 29 aprile al Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna, si articola in una serie di sezioni nell’ambito di un percorso che racconta il percorso del grande artista surrealista con il suo mondo interiore, delineato da Achille Bonito Oliva, fra i maggiori e più stimati critici d’arte italiani, insieme a Maïthé Vallès-Bled (già direttrice di musei francesi) e a Vincenzo Sanfo, esperto d’arte e organizzatore di grandi mostre internazionali.
“La mostra a Trieste – ha sottolineato Vincenzo Sanfo illustrando le opere esposte - non è una mostra di giro, ma è stata pensata e realizzata appositamente per l’occasione e calibrata su misura per gli spazi del Revoltella, museo a cui sono particolarmente affezionato e dove ritorno sempre con grande piacere. Inserito nel contesto dei surrealisti” – ha affermato Sanfo – Mirò è il meno surrealista dei suoi compagni di strada, essendo lontano da quei rimandi al sesso, alla stravaganza tout-court, al desiderio di stupire tipico del mondo surrealista. Una rilettura più attenta e aggiornata può invece collocarlo in quell’universo attraversato dai gesti pittorici di Pollock, dalle visioni intellettuali di Wols o dalle espressioni liricamente poetiche di Klee. La rassegna espositiva vuole dare spazio quindi non solo alla gioia di attraversare un modo di vivere l’arte in maniera intellettualmente ludica, ma può anche far riflettere sulla giusta collocazione di Mirò nella storia dell’arte”.
“Il Museo Revoltella – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste Giorgio Rossi rimarcando la qualità delle scelte culturali operate dal Comune di Trieste e ricordando la proficua collaborazione avviata con Navigare Srl. in occasione di passate e future mostre – offre un'altra perla culturale attraverso l'esposizione delle opere di Miró. Chi visiterà la mostra – ha anticipato Rossi - avrà l’opportunità di apprezzare gratuitamente anche le restanti sale dello storico museo triestino, che con le sue collezioni permanenti e le mostre temporanee ha affascinato nel 2022 – anno di celebrazione del suo 150° anniversario – oltre 97.000 visitatori. Attraverso queste proposte di livello - ha concluso l’Assessore Rossi - la nostra città non intende essere da meno rispetto alle piazze più importanti del panorama culturale italiano ed europeo, in un contesto come il nostro che presenta certamente delle diverse caratteristiche, ma che si apre a una cultura mitteleuropea favorita dalla caduta dei confini e che troverà nelle nostre proposte culturali un positivo riscontro di conoscenza e soprattutto anche di contaminazione culturale tra popoli e nazioni diverse, come insegna la tradizione secolare della nostra città”.
Portando il proprio saluto e ringraziando il Comune di Trieste, Salvatore Lacagnina di Navigare Srl. ha ricordato l’inaugurazione di oggi, venerdì 28 aprile, alle ore 18 alla presenza del critico d’arte Achille Bonito Oliva.
“Omaggio a Miró” è prodotta da Navigare Srl con la co-produzione di Diffusione Cultura Srl. Realizzata insieme ad Art Book Web, è promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con il supporto del Trieste Convention & Visitors Bureau e PromoTurismoFVG. Allestita alla Sala Scarpa del Museo Revoltella (via Diaz 27), è visitabile da lunedì a venerdì dalle 09.00 alle 19.00, sabato, domenica e festivi dalle 09.00 alle 20.00 (chiusa il martedì).
SEZIONI
Nelle sezioni in mostra sono esposte circa 80 opere tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche (tra le quali 12 porcellane della serie Parler Seul realizzate per il poema di Tristan Zara) provenienti da musei francesi e collezionisti privati, completata da una serie di opere grafiche, libri e documenti e da una sezione multimediale.
L’importante nucleo di opere copre un periodo di sei decenni della carriera di Joan Miró, uno dei maggiori artisti del Novecento, esponente della corrente surrealista: dal 1924 al 1981, con un focus in particolare sulla trasformazione dei linguaggi pittorici che l’artista catalano iniziò a sviluppare nella prima metà degli anni ’20 e documentando le sue metamorfosi artistiche nei campi del disegno, pittura, collage e opere di tappezzeria, tra le quali un grande tappeto prodotto dall’Arazzeria Scassa di Asti con la riproduzione di un particolare dell’opera La Leçon de skirealizzata nel 1966 da Miró. La produzione artistica del Maestro Miró si avvale infatti di una poliedricità di forme e mezzi espressivi, dalla pittura alla ceramica fino all’opera grafica, che gli hanno permesso di esprimere il suo spirito innovativo, attraverso segni, colori e superfici.
Miró Lithograph
La grafica ha rappresentato per Miró una grande passione che ha accompagnato tutta la sua vita: in questa sezione sono esposti acqueforti, litografie e sperimentazioni grafiche a cavallo tra gli anni ‘50 e gli anni ‘90 in cui è rappresentato tutto l’universo creativo di Miró.
Miró e Derriere le Miroir
Pensata ed editata da Aimé Maeght, la rivista Derrière le Miroir ha ospitato al suo interno alcune delle più importanti personalità del mondo dell’arte internazionale. Miró è stato uno dei grandi protagonisti di questa straordinaria rivista, per la quale ha realizzato importanti opere grafiche che rappresentano un unicum. Qui la dimensione del foglio litografico, obbliga l’artista a contenersi all’interno di uno spazio predefinito che lo porterà a realizzare opere di grande lirismo pur nella ridotta superficie a disposizione.
Miró e la poesia
Illustrare libri di poesia e racconti è stato per Miró uno dei piaceri irrinunciabili del suo lavoro d’artista. Rapito dai versi di Tristan Tzara, Prevert e di altri celebri scrittori e poeti egli ha amato farsi trasportare dalle loro parole per creare autentici capolavori, come ad esempio, le straordinarie pagine realizzate per Parler Seul che rimangono tra le più riuscite collaborazioni.
Miró Manifesto
Le opere di Miró, per la loro straordinaria valenza grafica, sono quanto di più pertinente dal punto di vista comunicativo si possa pensare di utilizzare quale messaggio promozionale. La forte identità del suo segno diventa un veicolo di comunicazione che coniuga arte e pubblicità. Ricercatissimi dal mondo del collezionismo i manifesti di Miró generalmente realizzati in stampa litografica si avvalgono dell’opera di Mourlot, uno dei più grandi stampatori d’arte a livello mondiale.
Miró e la ceramica
Oltre alla storica collaborazione con il celebre ceramista Artigas, il lavoro di Miró ha trovato una sua elegante espressività nelle straordinarie porcellane di Bernardaud che hanno dato nuova vita ad alcune delle sue interpretazioni pittoriche in cui i colori di Miró e il suo segno diventano non solo decorazione, ma opere di una assoluta raffinatezza.
Miró pittore
Che Miró sia stato uno dei grandi protagonisti dell’arte del novecento è storicamente acclarato: egli appartiene a quella triade di artisti spagnoli, che comprende Picasso e Dali, che hanno cambiato la storia dell’arte. Dei tre, Miró rappresenta la parte più ludica e gioiosa, con le sue esplosioni di colore, con i suoi segni in libertà, egli ci trasporta in un mondo fantastico, fantasmagorico, in grado di liberare il fanciullo che è nascosto dentro di noi. I suoi dipinti ad olio, acrilico, ma soprattutto ad inchiostri colorati, rappresentano uno dei punti più alti dell’arte, sempre in bilico tra figurazione e astrattismo, e sono in grado di evocare quella gioia di vivere spesso repressa all’interno della nostra quotidianità.
Miró e la musica
Il rapporto di Miró con la musica e qui celebrato attraverso una serie di disegni in fac-simile realizzati per la Biennale di Venezia, negli anni Ottanta, dove venne invitato a realizzare scene e costumi per l’opera “L’uccello Luce“ con musica di Silvano Bussotti. Ma Miró fu anche un ottimo realizzatore di cover per vinili musicali in cui prestò il suo segno ad alcune celebri interpretazioni di Maria Bonet Del Mar e una toccante copertina per Salvador Espriu/Raimon.
DICHIARAZIONI DEI CURATORI
Achille Bonito Oliva
“L’arte di Miró ha conservato la dignità del riferimento alla memoria, sottratta a ogni statica purezza territoriale, ma legata al nomadismo individuale dell’artista. Nomadismo culturale ed ecletticismo stilistico hanno assicurato una mobile identità all’arte di Miró, che riduce le distanze geografiche. La sua arte afferma il diritto alla differenza e promuove la circolazione della memoria individuale, depurata da ogni cascame psicologico e rafforzata dalla consistenza delle proprie motivazioni. La motivazione ultima dell’arte è quella di promuovere un corpo di forme a futura memoria”.
Vincenzo Sanfo
Miró è una contraddizione rispetto alla vulgata tradizionale che vuole l’artista maledetto, scapestrato, sciupafemmine e magari, anche drogato. Le immagini che lo ritraggono ci tramandano il sorriso di un uomo semplice, solare, divertente, esattamente come la sua pittura. Uomo colto, amante della bella musica, della poesia, della serena vita famigliare, Mirò e quanto ognuno di noi sognerebbe di essere.
Inserito nel contesto dei surrealisti, Mirò è il meno surrealista dei suoi compagni di strada, essendo lontano da quei rimandi al sesso, alla stravaganza tout-court, al desiderio di stupire tipico del mondo surrealista. Una rilettura più attenta e aggiornata può invece collocarlo in quell’universo attraversato dai gesti pittorici di Pollock, dalle visioni intellettuali di Wols o dalle espressioni liricamente poetiche di Klee. La mostra a Trieste vuole dare spazio quindi non solo alla gioia di attraversare un modo di vivere l’arte in maniera intellettualmente ludica, ma può far riflettere sulla giusta collocazione di Mirò nella storia dell’arte.