Moni Ovadia ritorna alle origini con Oylem Goylem Ad ARTEGNA 24 NOV.

2 min read
Moni Ovadia ritorna alle origini con Oylem Goylem Ad ARTEGNA 24 NOV.
FOTO LUCA D'AGOSTINO

La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell'inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell'Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di Oylem Goylem, lo spettacolo che trent’anni fa fece conoscere Moni Ovadia al grande pubblico. Oylem Goylem ritorna nei Teatri italiani e fa tappa anche nel Circuito ERT per una data, giovedì 24 novembre alle 20.45 al Nuovo Teatro Monsignor Lavaroni di Artegna per l’apertura della stagione 2022/2023 degli Amici del Teatro. Con Moni Ovadia sul palco arteniese salirà anche la sua Stage Orchestra: Maurizio Deho’ al violino, Giovanna Famulari al violoncello, Paolo Rocca al clarinetto, Albert Mihai alla fisarmonica e Marian Serban alcymbalon.

Moni Ovadia è anche l’ospite settimanale della videorubrica web del Circuito ERT Il Teatro a Casa Tua; sulla pagina Facebook e sul canale YouTube ERTFVG, intervistato da Angela Caporale, l’artista approfondisce genesi e temi dello spettacolo e racconta il rapporto con il Friuli Venezia Giulia, soffermandosi in particolare sui cinque anni di direzione artistica del Mittelfest.

Oylem Goylem è uno spettacolo che si presenta con la forma classica del cabaret, in cui brani musicali si alternano a storielle, aneddotoi e citazioni. Ciò che rende speciale Oylem Goylem –trent’anni fa come oggi – è il suo essere interamente dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica. La musica Klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell'est europeo a partire dal XVI secolo. La Stage Orchestra a quella tradizione si rifà nell'incrocio di stili, nell'alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all'esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete.

Oylem Goylem con la sua carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti, citazioni dotte escherzi rappresenta anche un antidoto contro violenze, intolleranze e razzismi vecchi e nuovi.

“So che i miei ascendenti hanno attraversato paesi, nazioni e perfino imperi – spiega Moni Ovadia – e le tracce di questi passaggi erano ancora ben visibili nei miei genitori, o mescolate fra di loro. Con una sorta di coazione a ripetere “postuma” mi sento attratto a frequentare le lingue del vagabondaggio reale e, anche attraverso ogni possibile pastiche linguistico, a sognare di costruire vagabondaggi immaginari”.

Maggiori informazioni e prevendite contattando gli Amici del Teatro (t. 331 8210675 -

[email protected]).