Angela (Lidya Jewett) e Katherine (Olivia O'Neill) sono due ragazzine amiche per la pelle. Un giorno le due hanno la bella idea di andare in un bosco per effettuare un rituale per contattare i morti, dopo la scuola, tenendo ovviamente all'oscuro le rispettive famiglie.
Naturalmente le cose non vanno come da loro pianificato, perché spariscono nel nulla. Tutti si mobilitano per trovarle, ma le ricerche non portano nessun risultato.
Dopo tre giorni, vengono ritrovate in una cascina di campagna. Apparentemente sane e salve, a parte delle ferite ai piedi. Approfondite visite mediche non rilevano nessuna anomalia, ma le ragazzine non ricordano nulla e sono convinte di essersi assentate per solo poche ore.
Ovviamente ben presto le cose cominciano a prendere una gran brutta piega…
L’Esorcista – Il Credente: un horror che non fa paura, rovinato dal politically correct
Il film comincia bene, con un’atmosfera tesa e una costruzione avvincente degli eventi, andando subito al sodo, senza perdere tempo in fronzoli inutili, coinvolgendo lo spettatore nelle vicende delle due ragazzine, e creando forti aspettative sul prosieguo del racconto.
Ma nel secondo tempo crolla il palco. Perché la storia perde ogni tensione, diventando un teatrino di cose già viste, con l’aggravante che in nome del politically correct e del multiculturalismo a qualsiasi costo la storia viene semplicemente buttata alle ortiche.
Angela è la figlia di uomo di colore, Victor (Leslie Odom Jr.), vive in una famiglia monogenitoriale, perché la madre è morta per darla alla luce. Il padre ha perso la fede per via delle vicende che lo hanno reso vedovo, mentre sua madre era vicina alle pratiche voodoo.
Katherine è invece figlia di una coppia bianca cristiana, e fa parte di una famiglia tradizionale molto religiosa.
I riti esorcistici sono officiati in un clima forzatamente multietnico, nel quale ovviamente la religione cristiana ne esce con le ossa rotte, per di più con le solite accuse al patriarcato tanto di moda in questi tempi.
In particolare è il prete cattolico a fare una figura barbina (e una pessima fine), dimostrandosi indeciso, ligio a ordini di gerarchie maschili ormai imbalsamate in riti inutili.
Va molto meglio l’ex-suora con aborti inconfessabili, arruolatasi tra le truppe dei buoni anche per porre rimedio alle istituzioni religiose allo sbando, anche se, ovviamente, sarà l’apporto woodoo, declinato al femminile, a fare pendere il pendolo verso la salvezza, mentre la coppia tradizionale bianca e cristiana vince il campionato di bigotteria e meschinità. E viene duramente punita per questo, ovviamente.
Il problema principale di questi horror è però che… non fa per niente paura. Alla tensione del primo tempo seguono gli sbadigli del secondo, dove la lotta contro le forze del male si estrinseca in una sequenza di eventi prevedibili e telefonati, con una mescolanza di tecniche multiculturali che fa quasi sorridere.
Nota piacevole è il ritorno sullo schermo di due personaggi dell’originale e inimitabile capolavoro di William Friedkin del 1973, L’Esorcista. Parliamo di Chris MacNeil (Ellen Burstyn) e di Regan McNeil (Linda Blair), quest’ultima sono in un piccolo cameo nel finale.
Ovviamente troppo poco per salvare una pellicola veramente mediocre, con l’ulteriore demerito di danneggiare la memoria del film cult di cui in definitiva dovrebbe essere una sorta di sequel.
Un’operazione commerciale veramente pessima.
Mah.