LE SCULTURE PREROMANE DI NESAZIO_martedì 20 febbraio, alle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevic TRIESTE

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LE SCULTURE PREROMANE DI NESAZIO_martedì 20 febbraio, alle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevic TRIESTE

LE SCULTURE PREROMANE DI NESAZIO
Conferenza del prof. Paolo Paronuzzi
sull’enigma archeologico che perdura da oltre 120 anni
martedì 20 febbraio alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich

Sarà dedicato a “Le sculture preromane di Nesazio” il terzo evento collaterale della mostra Histri in Istria – Histri u Istri allestita al Museo d'antichità “J. J. Winckelmann“ a Trieste, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste/Hrvatska Zajednica u Trstu insieme al Museo Archeologico dell'Istria/Arheološki Muzej Istre u Puli, in coorganizzazione con il Comune di Trieste e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione CRTrieste (aperta al pubblico fino al 1 aprile 2024, da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00).

In programma martedì 20 febbraio, alle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, la conferenza sarà a cura di Paolo Paronuzzi, Professore di Geologia Applicata all’Università di Udine.

“Durante i primi anni degli scavi di Nesazio, nel giugno 1903, in concomitanza con le indagini dirette da Alberto Puschi – allora direttore del Museo di Antichità di Trieste – fu fatta una scoperta eccezionale”  - anticipa il prof. Paolo Paronuzzi. “All’interno di una profonda fossa, alla ragguardevole profondità di 2.5 metri dalla superficie topografica, furono rinvenuti dei grandi blocchi calcarei scolpiti che raffiguravano un cavaliere nudo nell’atto di montare a pelo un cavallo, e una donna nuda, che allatta un bambino e che sembra in procinto di partorire.

Le sculture furono interpretate senza esitazioni come preromane ma subito ebbe inizio un acceso dibattito sul loro significato iconografico e culturale e soprattutto sulla loro cronologia. Una discussione scientifica in campo archeologico che perdura da oltre 120 anni” – afferma lo studioso –“con momenti più intensi alternati a pause durante le quali il quesito sembrò alla maggior parte degli archeologi definitivamente risolto. Ma in realtà la soluzione di questo “enigma” archeologico – che sarà svelato nel corso della conferenza – richiede una rilettura moderna che tenga conto anche degli aspetti stratigrafici che all’epoca furono descritti dagli archeologi che presiedevano alle ricerche, per quanto sommariamente e con gli approcci caratteristici del periodo

e.l.