Come si fa cultura? Fino a che punto la programmazione è una forma di drammaturgia? Queste sono solo due delle tante domande cheRoger Bernat, artista e regista catalano conosciuto in Europa e nel mondo per la sua capacità di creare dispositivi in cui sono gli spettatori a dar forma alla performance, solleva inLa scelta, un dispositivo dove il pubblico prende il posto della direzione artistica per affrontare il difficile compito di scegliere uno spettacolo. La performance è in programmasabato 26 ottobre ore 20.30alPalamostre di Udineper laStagione Teatro Contatto In Real lifedelCSS Teatro stabile di innovazione del FVG.
"In un mondo in cui la partecipazione è un dato di fatto ma quasi mai reale, - afferma il regista catalano - il teatro si assume il compito non facile di mettere in scena una partecipazione che riesca a essere reale."
Ospite a Contatto nel 2011 con la sua prima azione partecipativa Domini Públic,Roger Bernattorna a Udine con un nuovo progetto che riproduce, testimonia e tergiversa intorno a questa esperienza, raccontando un’altra possibilità di fare programmazione culturale: dove le persone prendono parola. Il pubblico è chiamato a sperimentare i meccanismi di funzionamento di una direzione artistica partecipata: vedere, discutere, scegliere. Una finzione che produce effetti sulla realtà culturale della città stessa.
Roger Bernatutilizza strumenti teatrali per costruire spettacoli in cui il pubblico si mette in scena. Queste perfomance partecipative confondono i ruoli di attore e spettatore e mettono il pubblico di fronte all'esperienza poetica e non sempre consolante dell'insufficienza e del dubbio. Sebbene i suoi progetti siano stati presentati prevalentemente in contesti teatrali, nell'ultimo decennio sono stati prodotti anche da istituzioni come Documenta a Kassel o la Biennale di San Paolo.
Alcuni dei suoi lavori sono Domini Públic (Teatre Lliure, Barcelona, 2008), La consagración de la primavera (Teatro Milagro, México, 2010), Please Continue: Hamlet (con Yan Duyvendak. Théâtre du Grütli, Gi- nebra, 2011), Pendiente de voto (Centro Dramático Nacional, Madrid, 2012), Desplazamiento del Palacio de La Moneda (STML, Santiago de Chile, 2014), Numax-Fagor-plus (KunstenFestivalDesArts, Bruselas, 2014), We need to talk (Temporada Alta, Girona, 2015), No se registran conversaciones de interés (MUCEM, Marsella, 2016-17), The place of the Thing (Documenta 14, Atenas-Kassel, 2017), Flam (Festival Grec 2019), ENA (Teatre Lliure, 2020), Desnonissea (CASM, 2021), PIM PAM (34 Bienal de Sao Paulo, 2021) o Terra Baixa (Teatre Lliure, 2022).
Nel 2009 ha curato, insieme a Ignasi Duarte, il libro Querido Público. El espectador ante la participación: jugadores, usuarios, prosumers y fans (CENDEAC, Murcia).
È stato inoltre fondatore della compagnia General Elèctrica (1998- 2001), della Associació d’Artistes Escènics (2006-2008) e tra il 2015 e il 2020 è stato a capo del centro di produzione e ricerca sulle arti visive Hangar.
Tra i riconoscimenti ricevuti si ricorda il Premio Sebastià Gasch 2017.