“È lieve e divertente ma rivela poi l’assurdità della condizione umana “La lezione” di Eugene Ionesco che - diretta da Antonio Calenda e con protagonisti Nando Paone e Daniela Giovanetti - è una nuova coproduzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Da non perdere da giovedì 29 febbraio a domenica 3 marzo al Politeama Rossetti”.
«Lo spettacolo che è desunto da uno dei testi canonici dell’innovazione teatrale del Novecento, di un autore particolare come Eugene Ionesco, è la descrizione di una lezione di un professore nei confronti di un’allieva. Ma questa lezione, che sembra essere lieve e in qualche modo divertente, a poco a poco si trasforma in un atto di violenza, di vessazione. Questo professore arriverà al punto di uccidere la sua allieva. Ora tutti si chiedono: ma allora è un dramma? No. È una commedia, che fa ridere pur essendo tragica. Potremmo dire che questo è il teatro più indicativo della tradizione della tragicommedia, uno spettacolo che fa ridere e fa molto riflettere. Credo che sia una sorta di caratteristica che deve invitare e sollecitare a venire a teatro» dice il regista Antonio Calenda a proposito de “La Lezione” di Ionesco coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che sarà in scena al Politeama Rossetti dal 29 febbraio al 3 marzo.
Le sue parole danno ragione di una crescente curiosità e attenzione attorno a questa operazione che è stata molto lodata al suo recente debutto e conta su un cast di attori molto intrigante.
Un interprete dalla comicità rarefatta e surreale come Nando Paone è infatti stato scelto per il ruolo del professore, mentre l’allieva sarà Daniela Giovanetti, che il pubblico di Trieste ha apprezzato tante volte, fino al fantasioso e contemporaneo “Cuore - Sostantivo maschile” in cui è stata applaudita lo scorso aprile. Completa il cast Valeria Almerighi nel ruolo della cameriera.
Per Antonio Calenda - che lo scorso anno, ha ricevuto il Sigillo Trecentesco della Città a riconoscimento del prezioso contributo culturale e artistico che ha offerto durante i molti anni di direzione del Teatro Stabile - sarà dunque un ritorno che susciterà molto interesse, proprio per la scelta di questo testo, che dalle scene triestine manca addirittura dagli anni Settanta e che invece può dire molto alle platee contemporanee.
«“La lezione” è una delle opere più rappresentative della produzione di Eugène Ionesco. Con il suo nonsense, attraverso una comicità paradossale, il drammaturgo mette in scena l'irrazionalità della condizione umana e l’angoscia che opprime le esistenze. La deformazione del linguaggio e delle psicologie dei personaggi, sono la più rarefatta metafora della sterilità degli individui; che si muovono come fantasmi grotteschi e, talvolta, sono colmi di umorismo malinconico. Il rovesciamento delle situazioni, riflette senz’altro l’ipocrisia dei rapporti sociali e delle convenzioniall’interno della società. Infine, la circolarità dello spettacolo, che termina nello stesso modo in cui è iniziato, lascia intravedere l’impossibilità del cambiamento.È bene ricordare - sottolinea il regista nelle sue note - che “La Lezione” è stata scritta nel 1951. Ionesco aveva assistito ai drammi delle due Guerre mondiali. La nascita e la diffusione di quel teatro inscrivibile sotto il nome di “Assurdo” è ben comprensibile. Soltanto le atrocità della guerra possono far comprendere il non-senso, il paradossale e l’illogico che contraddistinguono il genere umano. Il suo teatro allude, profetico, all’attualità disarmante che ci circonda. Crediamo che Ionesco meriti la Renaissance che si sta profilando sui palcoscenici di tutta Europa e alla quale il nostro spettacolo vuole contribuire».
Eugène Ionesco è nato a Slatina, in Romania, da padre romeno e madre francese, figlia di un ingegnere ferroviario. La sua famiglia emigra in Francia nel 1913 e all’età di undici anni inizia a scrivere i suoi primi testi. Nel 1925 il divorzio dei genitori lo riporta in Romania assieme al padre, dove intraprende gli studi letterari all’Università di Bucarest. Sentitosi incompreso dal padre, che non capisce il suo interesse per la letteratura, torna a vivere con la madre che nel frattempo l’aveva raggiunto in Romania.
Nel 1938 parte per la Francia per preparare la sua tesi ma l’inizio della Seconda Guerra Mondiale lo obbliga a ritornare in Romania dove rimarrà fino al 1942. Ritorna poi in Francia definitivamente e nel 1950 ottiene la nazionalità francese.
Nel 1950 Eugène Ionesco presenta al pubblico la sua prima opera, “La cantatrice calva” al Théâtre des Noctambules. Malgrado l’insuccesso segna profondamente il teatro contemporaneo con l’impiego del “non-sens” e il grottesco come leva satirica e metafisica, diventando così il padre di un nuovo genere teatrale: il teatro dell’assurdo, o meglio dell’ “insolito” come preferisce definirlo. Conosciuto ormai per il suo talento, che gli permette di vivere della sua arte, raggiunge nel 1959 la consacrazione con l’opera “Rinoceronti”, dove denuncia ogni forma di totalitarismo.
Autore di importanti scritti sul teatro, entra nel 1971 a far parte de l'Académie française. Negli ultimi ultimi anni si cimenta nei generi del romanzo e dell’autobiografia.
“La lezione” va in scena alla Sala Assicurazioni Generali da giovedì 29 febbraio a domenica 3 marzo, sempre alle 20.30 tranne domenica (inizio ore 16). I biglietti sono disponibili alla Biglietteria del Politeama Rossetti e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e 040.3593511.