La Comunità Croata di Trieste - Hrvatska zajednica u Trstu, in collaborazione con la casa di produzione cinematografica Castor Multimedia di Zagabria, organizza l’evento “La forma e il segno. Focus sul design croato”, una due giorni di incontri incentrati sulla storia e l'evoluzione del design croato dal secondo dopoguerra fino ad oggi.Il programma dell’evento – che si terrà mercoledì 16 e giovedì 17 ottobreall’Auditorium “Marco Sofianopulo” del Museo Revoltella di Trieste (ingresso libero) – è stato illustrato dal presidente della Comunità Croata di Trieste, DamirMurkovic, durante una conferenza stampa ospitata dall’INCE Iniziativa Centro-Europea di Trieste, aperta da un saluto di benvenuto del Vice Segretario Generale, Zsuzsanna Kiràly.
“Il progetto si inserisce nella lunga tradizione di iniziative che la Comunità Croata di Trieste, fin dalla propria rifondazione nel 1999, ha realizzato” – ha sottolineato Damir Murkovic – “per aumentare l'interscambio culturale tra Croazia e Italia, in particolare con Trieste e con il Friuli-Venezia Giulia.
‘La forma e il segno - Focus sul design croato’ si propone infatti di presentare a tutto il pubblico interessato una delle eccellenze della Croazia in fatto di innovazione, grazie alla proiezione in apertura di ogni incontro (alle ore 18.00) di due documentari realizzati da Castor Multimedia (tradotto e sottotitolato per il pubblico italiano dalla Comunità croata di Trieste), che verranno introdotti e presentati dal giornalista e produttore croato Dubravko Merlić”.
I documentari e il dibattito
I due documentari (della durata di 50 minuti) sono il primo e l’ultimo di una serie in sette puntate intitolata Tempi moderni / Moderna vremena realizzata da DubravkoMerlić e prodotta da Castor Multimedia, trasmessa alla fine dello scorso anno sulla rete televisiva pubblica croata con ottimo riscontro di pubblico.
Al termine delle proiezioni seguiranno delle tavole rotonde durante le quale il tema presentato dal documentario verrà approfondito dallo stesso Merlić insieme a esperti italiani e croati: designer, architetti e critici di arti applicate: fra questi l’architetta e designer Lucia Krasovec-Lucas, la designer e fondatrice dello studio Projectum a Spalato Lea Aviani, l’architetto e docente all’ISIA Roma Design Edy Fantin, il direttore di Symbola Domenico Sturabotti, la Fondazione che promuove e aggrega le qualità italiane, con ricerche, eventi e progetti che raccontano aziende e istituzioni impegnate a migliorare il Paese. Da vent’anni la Fondazione Symbola realizza importanti ricerche, tra le quali “Design Economy 2024”.
Il programma
Mercoledì 16 ottobre, dalle ore 18.00
Proiezione del documentario – e a seguire dibattito – realizzato dalla Castor Multimedia dedicato al design croato degli anni ’50. In un paese desideroso di lasciarsi alle spalle la devastazione della guerra e già agli albori di un’industrializzazione su vasta scala, un gruppo di persone estremamentecreative e competenti si è lanciato nell'impresa di plasmare l’estetica della nuova Jugoslavia, a partire dal design industriale e dell’arredo di interni. I risultati del lavoro di questo gruppo sono stati riconosciuti a livello internazionale. Designer quali Vjenceslav Richter, Bernardo Bernardi, Bruno Planinšek e altri si sono inseriti pienamente in quello che era il panorama internazionale dell’epoca, venendo influenzati, ed influenzando a loro volta, il lavoro dei loro colleghi scandinavi, tedeschi e italiani.
Giovedì 17 ottobre, dalle ore 18.00
L’evento sarà completamente dedicato ai protagonisti e alle tendenze contemporanee, affrontando – con la proiezione del secondo documentario e il successivo dibattito –lo stallo nella produzione e nel design che, a causa delle circostanze belliche e della privatizzazione, si è verificato negli anni '90. Ma porta anche una nota di speranza: dopo il 2000 cominciano infatti a emergere giovani designer che collaborano con l’industria, realizzando prodotti dal design accattivante, che si fanno strada anche sui mercati internazionali.
Dubravko Merlić
L'autore e produttore dei documentari, Dubravko Merlić (Zagabria, 1960) è un apprezzato giornalista e produttore televisivo croato. Laureatosi in filosofia nel 1983, ha cominciato la carriera giornalistica nel 1987. Nel 1990 è stato assunto dalla HRT radio televisione croata, dove è stato redattore e conduttore del notiziario della sera. Dal 1992 al 1996, Merlić è stato redattore e conduttore di “Slikom na sliku”, uno show serale di attualità che gli è valso il premio di Giornalista dell'anno 1995 dall'Associazione dei giornalisti croati.
Nel 2003 ha fondato la casa di produzione Castor Multimedia con la quale ha realizzato molti programmi e format per la televisione croata, apprezzati in patria eall'estero. Particolare menzione merita “The Pyramid”, trasmesso in Croazia dal 2004 al 2008, un talk show che ha vinto nel 2008 il primo premio al concorso internazionale Rose d'Or e il cui format stato riproposto in numerosi paesi quali Serbia, Bulgaria e Canada.
Nel 2022 la Castor ha realizzato un docufilm sulla centrale nucleare di Krško, in Slovenia, che è stato candidato per il Rose d'Or 2022 come miglior documentario di inchiesta e che la Comunità croata di Trieste ha avuto il piacere di presentare in anteprima in Italia nel maggio del 2022.
Da un articolo pubblicato su “Telegram” il 15.01.24
Dichiarazioni di Dubravko MerlićIl rapporto tra uomo e architettura
Il primo episodio della serie ci porta all'inizio degli anni Cinquanta, alla storia del rapporto tra uomo e architettura nello specifico contesto economico, politico e sociale del dopoguerra della Jugoslavia di allora.
“È importante la nascita dell'Accademia di Belle Arti, che ha operato dal 1945 al 1955 e ha formato i primi designer croati," afferma Dubravko Merlić. "Sotto l'influenza di Exat e poi di Nuove Tendenze, volevano equiparare completamente 'l'arte' vera e propria e l'arte applicata; questo era il loro progetto: unire architettura, design applicato e arte, ed è ciò che volevamo indagare nel nostro corpo di lavoro croato." In questo contesto emergono figure imprescindibili come Richter, Bernardi e Picelj, accanto ai quali si affermano giovani designer come Bruno Planinšek
Rottura e nuova era
Il settimo e ultimo episodio della serie copre il periodo dagli anni ‘90 a oggi. Gli anni ‘90 sono anni di transizione, contrassegnati dalla rottura avvenuta con la disintegrazione della Jugoslavia e da un allontanamento violento dalla tradizione, seguito da un periodo – fino al 2005 – di "molti tentativi falliti della nostra società di creare qualcosa da zero, in un senso più ampio, non solo nel design dei prodotti."
Per questo motivo, hanno deciso di iniziare l'ultimo episodio da quella rottura e poi dedicare gran parte ad analizzare il periodo successivo al 2005, concentrandosi sui nuovi designer che sono emersi in questo secolo, i quali prendono ispirazione proprio dagli anni ‘50 e ‘60, con enfasi sul successo internazionale dell'azienda Prostoria. "C'è stato un boom nel design dei mobili, dopo che generazioni cresciute negli studi di design dal '89, come Numen / For Use, Neisako e altri, hanno fatto un ottimo lavoro per Prostoria, che è diventata un marchio globale, vendendo l'80% dei suoi prodotti all'estero e il 20% in Croazia," spiega Dubravko. Il tema per la discussione, osserva, è cosa costituisca oggetti ben progettati, realizzati con materiali di alta qualità e lavorati in modo eccezionale. "In altre parole, questo mobilio, il che è logico, è costoso. Solo un numero ridotto di cittadini croati può permetterselo." La domanda che pongono nell'ultimo episodio è: esiste qualche progetto in Croazia che potrebbe rendere il design nuovamente accessibile a tutti?