Attività di sensibilizzazione sulle proprietà del fegato e sulle attività di ricerca in essere
La Fondazione Italiana Fegato Onlus, con sede a Trieste, partecipa alla Giornata mondiale del fegato – venerdì 19 aprile – illustrando attraverso i suoi canali social e di comunicazione le proprietà di quest’organo compatto vitale, il più grande del nostro corpo, l’unico capace di rigenerarsi, dalla “doppia identità” (è anche una ghiandola): svolge più di 500 funzioni, produce la bile, indispensabile per la digestione e l’assorbimento dei grassi, contribuisce al metabolismo ormonale, è fondamentale per metabolizzare i farmaci, la sua buona funzionalità influisce positivamente su quella cerebrale.
“La Fondazione Italiana Fegato” – afferma il presidente Decio Ripandelli – “è in prima linea ogni giorno, non solo attraverso le sue attività di ricerca e formazione, bensì anche con le iniziative che intraprende in maniera sempre più determinata da un paio di anni, mirate a informare, formare e divulgare le complessità che risiedono nei meccanismi funzionali di quest’organo vitale per il nostro organismo: assolve infatti da solo una serie di funzioni fondamentali al nostro benessere, anche collegandone lo stato di salute con la dieta alimentare e le attività fisiche. S’inquadrano in questo contesto” – sottolinea il presidente della FIF – “le numerose attività intraprese con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio (ANCO), volte a mettere in evidenza i benefici di un consumo giornaliero, ancorché moderato, di olio extra vergine d’oliva di qualità, nonché l’inclusione nel progetto “Movimento in 3S” sviluppato dal CONI Friuli Venezia Giulia e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, al fine di formare ed educare insegnanti e bambini delle scuole primarie ad abbinare attività fisica e diete equilibrate.” La Fondazione Italiana Fegato, nell’ambito della sua primaria mission istituzionale, svolge un’intensa attività di ricerca traslazionale con lo scopo di contribuire a colmare i bisogni clinici, quali l’identificazione di biomarcatori non invasivi di danno epatico, lo studio di potenziali nuovi target terapeutici, lo studio dei composti naturali con effetto benefico sulla salute del fegato, lo sviluppo di nuovi modelli esperimentali per lo studio in vitro delle patologie epatiche. “Tra i tanti progetti” – conclude Decio Ripandelli – “ricordo quello per la Liver-Brain Unit Rita Moretti, in piccola parte finanziato da una raccolta fondi volta a sostenere la ricerca contro il Parkinson, che ha contribuito alla scoperta dei rapporti tra morbo di Parkinson e bilirubina e le interazioni tra fegato, vitamina D e patologie vascolari cerebrali. La ricerca della Liver-Brain Unit sta proseguendo nei laboratori della FIF attraverso l’approccio molecolare, in un modello sperimentale, del morbo di Parkinson con la possibilità di studiare nuove terapie e cure per migliorare la qualità della vita delle persone colpite”.