John Wick 4: la recensione del film con Keanu Reeves

Il quarto capitolo della saga porta a un eccesso difficilmente sostenibile la formula proposta da Chad Stahelski con il primo John Wick

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John Wick 4: la recensione del film con Keanu Reeves

Questo capitolo della saga di John Wick si pone in perfetta linea di continuità con i precedenti, in fatto di crescita esponenziale dell’azione rappresentata, calo drammatico della consistenza della storia narrata e lunghezza della pellicola, che raggiunge i 169 minuti, lontani comunque dal picco dei 192, raggiunti dall’interminabile Avatar 2 – La Via dell’Acqua.

Di fatto si tratta di un’interminabile coreografia di combattimenti curati nei minimi dettagli, dove ondate successive di killer, villains e squadre d’assalto di vario tipo vengono sistematicamente massacrate dal (quasi) invitto John Wick (Keanu Reeves), che si rialza dopo avere incassato colpi che avrebbero distrutto un carro armato.

Niente da dire sulla qualità tecnica degli scontri messi in scena, assolutamente impeccabile dal punto di vista visivo e coreografico. Con chiari richiami al mondo dei videogiochi, come mostrato in un’apprezzabile sequenza ripresa dall’alto, a mimare uno sparatutto in 2D.

Tuttavia l’esile storia è diventata una mera e quasi superflua giustificazione per gli interminabili combattimenti corpo a corpo messi in scena. Con la precisazione che chi non avesse visto i capitoli precedenti probabilmente avrebbe qualche problema a capire fino in fondo il passato del nostro antieroe e dei suoi compagni d’avventura.

Cosa forse irrilevante per molti spettatori di questo tipo di action movie, ma non per il sottoscritto, che magari vorrebbe anche godersi uno straccio di arco narrativo, non dico di tutti i personaggi, ma almeno del protagonista, ormai ridotto a un monodimensionale massacratore professionale.

A onore del vero, nel finale fa capolino un tardivo riferimento al tormento interiore del nostro John Wick, che nostalgicamente si ricorda della moglie trapassata in un lontano passato, il cui pensiero gli permette di decidere il proprio epitaffio. Visto il contesto generale, una cosa quasi grottesca.

John Wick 4: l’ultimo capitolo della saga?

Le ultime scene della pellicola potrebbero lasciare presagire che questo sia l’ultimo capitolo della saga, anche se personalmente ho molti dubbi in merito. In ogni caso la formula tirata fuori dal cilindro da Chad Stahelski nel 2014, con il primo John Wick, sembra ormai essere stata spremuta come un limone e portata a un eccesso difficilmente sostenibile.

Prendiamo in considerazione il parametro della lunghezza del film: 101 minuti nel primo capitolo, 122 nel secondo, 131 nel terzo e 169 nel quarto. Questo trend è stato accompagnato da una progressiva irrilevanza della storia e dei personaggi, per di più con la perdita dell’ironia della quale si rinveniva traccia nei precedenti capitoli.

Un trionfo dell’azione pura e fine a sé stessa, vero paradiso degli stunt-men, che tuttavia è difficilmente sostenibile per tre ore consecutive. Anche se il conflitto è indubbiamente la base di ogni narrazione, mostrare continui massacri e scontri armati tra assassini, per quanto meravigliosamente confezionati dal punto di vista squisitamente tecnico, non è sufficiente a creare una storia avvincente. Tutt’altro.

Perché sullo sfondo l’universo narrativo della saga di John Wick rimane quasi immutato, così come cristallizzati nel tempo appaiono i suoi personaggi, il cui destino è in generale prevedibile e già scritto sulla roccia appena entrano in scena.

Con l’eccezione del finale, cui però è difficile credere, vista la velocità con cui le saghe vengono rimaneggiate e reinventate per tenere a galla un franchise. E John Wick  è stato finora un ottimo affare, per cui è difficile che venga abbandonato.

Sperando che il prossimo capitolo duri meno di dieci ore e magari anche racconti qualcosa di interessante…