ITINERARI NELLA TRIESTE ROMANA di MONIKA VERZAR - presentazione del libro

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ITINERARI NELLA TRIESTE ROMANA di MONIKA VERZAR - presentazione del libro

Presentato al Café Rossetti il ventinovesimo volume della collana del Rotary Club Trieste dedicata alla valorizzazione e scoperta dei monumenti della città di Trieste.

Si tratta di Itinerari nella Trieste romana - Dal Propileo di San Giusto al mare di Monika Verzár, già professore ordinario di Archeologia presso la nostra Università e autrice di numerosissimi studi, tra cui due volumi sugli scavi di Aquileia, poi sul Teatro Romano di Trieste e su Pompei. Ha diretto per molti anni la Scuola di Specializzazione di Archeologia del nostro ateneo. Oltre a offrire un agile e suggestivo strumento di conoscenza della città romana, del suo sviluppo e degli itinerari da compiere per scoprirne le principali testimonianze materiali, Monika Verzár si sofferma sulla funzione e  la rilevanza storico-artistica del Propileo di San Giusto, edificio monumentale di alta qualità architettonica fatto oggetto di un complesso intervento di restauro e valorizzazione curato dal Rotary Club Trieste.

A firma di Cristina Benussi è Roma a Trieste: storia di un mito, interno allo stesso volume, saggio che delinea invece il nascere e lo sviluppo della narrazione della Trieste romana, quale base storica per accreditare prestigio e rilevanza al luogo e alla comunità di cittadini  in esso radicata. L’autrice analizza come, nel corso dei secoli, la romanità e il suo patrimonio culturale siano stati utilizzati per fondare o rafforzare sentimenti identitari e/o a fini politici, con sfumature e connotazioni diacronicamente anche molto diverse.

Dobbiamo al rotariano Gino Pavan – scomparso nel 2017 e già Soprintendente per i Beni architettonici, archeologici, artistici e storici del Friuli-Venezia Giulia – l’idea di una collana di Guide ai monumenti e ai musei minori offerte alla città dal Rotary Club Trieste, dettagliate seppur agili monografie capaci di raccontare, come tessere di un mosaico, il passato di una città di frontiera dalla storia lunga e complessa

Non sempre i tesori nascosti si trovano sottoterra, o celati in stanze segrete in attesa di essere ritrovati grazie a un’estenuante ricerca o ad un imprevedibile colpo di fortuna. Può capitare che siano proprio ad un passo da noi, oscurati solo dalla trascuratezza, in attesa di un gesto di sensibilità che li riporti in luce.

Durante l’annata rotariana 2019-2020, presieduta da Francesco Granbassi, il Club triestino ha provveduto a finanziare, in collaborazione con la Fondazione Casali presieduta dal rotariano Francesco Slocovich, e curare il restauro del Propileo romano all’interno del campanile di San Giusto. Si è trattato di un servicetipicamente rotariano in cui i soci hanno messo a disposizione della collettività anche le ‘proprie’ competenze professionali, con Aulo Guagnini, architetto e ingegnere, e Alessandro Zanmarchi, avvocato ed esperto in materia di beni culturali, nei rispettivi ruoli di progettista e responsabile dei lavori, e di coordinatore degli aspetti tecnico-giuridici dell’intervento.

Un monumento dal grande valore storico e dalle sicure potenzialità turistiche, ma fino a poco tempo fa pressoché sconosciuto al pubblico dei non iniziati per motivi apparentemente banali, come il fatto che buona parte dei suoi elementi compositivi in pietra bianca si presentassero “oscurati” dalla patina del tempo e da altri segni materiali dell’oblio.I risultati ottenuti sono eccezionali, perché vanno ben oltre il “restauro” puro e semplice: all’opera di pulizia delle superfici lapidee, della rimozione delle grate e del restauro delle vetrate che permettono ora una vista più agevole di reperti e decori finora inaccessibili, si è affiancata una vera e propria opera di “ripensamento” del monumento a misura di visitatore.

È stata infatti rimossa una porzione della struttura lignea di un solaio per mettere in luce l’articolato palinsesto archeologico-architettonico della torre, è stato installato un nuovo sistema di illuminazione per valorizzare i profili architettonici, i fregi e le sequenze/sovrapposizioni strutturali del monumento e – particolare non trascurabile che rivela l’attenzione alle ricadute positive in termini di fruibilità – è stato organizzato un percorso di visita che, partendo dall’originario accesso monumentale, raggiunge l’attico del propileo per concludersi alla cella campanaria. È stato anche creato un passaggio “sospeso” su superficie vetrata che consente di “leggere” la struttura architettonica e che rivela la presenza del campanile più antico, inglobato in quello trecentesco.

Dal restauro del Propileo ha preso spunto l’idea di pubblicare il ventinovesimo volumetto dedicato all’itinerario nella Trieste romana, tra i più di ricchi di quelli a nord di Roma, che molto ha da offrire al visitatore curioso. San Giusto diventa così punto di partenza (o di arrivo) di un percorso che porta alla scoperta di alcuni degli angoli più interessanti e suggestivi della città.

E così l’itinerario proposto dal Colle di San Giusto e dal Propileo si dipana tra vestigia e tracce, più o meno conosciute, di Tergeste: in particolare, l’Arco di Riccardo, il Tetrapilo, il Foro, il Teatro, la Chiesa paleocristiana, i monumenti della città nascosta, il porto e le strutture connesse, l’edilizia abitativa urbana e le aree extraurbane (ville, santuari, aree funerari, santuari).

La presentazione, introdotta da Francesco Granbassi e da Alessandro Zanmarchi, attuale presidente del Rotary Club Trieste, è stata curata da Simonetta Bonomi, già Soprintendente per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio del Friuli Venezia Giulia che ha dialogato con Monika Verzár e Cristina Benussi

e.l.