L’evento
Nei giorni compresi tra il 9 e il 18 Novembre la biblioteca di Area Linguistica di Ca’ Foscari, meglio nota agli studenti come CFZ, ha ospitato la mostra Invasion, viaggio nella fantascienza 1952-2002 da Urania a Venezia. L’evento si è posto come parte integrante del convegno internazionale sul fumetto e sulla fantascienza dal titolo Framing the Unreal, organizzato da Ca’Foscari con la collaborazione del Centro Candiani di Venezia Mestre e con il Research Committee on Comics Studies and Graphic Narrative, afferente all’International Comparative Literature Assiociation (ICLA).
Il supporto del Professore Associato Alessandro Scarsella e la collaborazione degli studenti Giada Longhi e Francesco Poncina ha permesso un confronto diretto con Nicola Callegaro, direttore del Centro Candiani, per approfondire quelli che sono stati gli obbiettivi e le finalità ultime dell’evento proposto.
Ciò che infatti si è voluto dimostrare è proprio lo stretto legame tra la laguna veneziana e la fantascienza. Il voler porre attenzione sull’importanza di questo genere, quindi della sua storia dalla nascita ad oggi, è andato di pari passo con la volontà di valorizzare la scelta di Venezia come sede di questo approfondimento. La città diventa parte fondamentale del genere letterario stesso, come si evince già dalla prima sezione della mostra.
Invasion occupa la Tesa 1 di CFZ attraverso pannelli esplicativi della storia della fantascienza e delle sue diverse declinazioni, portando lo spettatore a conoscere a fondo un genere tanto importante quanto poco conosciuto. All’ingresso della biblioteca sono inoltre esposte copie di romanzi e riviste di grande importanza, tra cui alcuni numeri della collana Urania.
Venezia e la fantascienza
Questo legame che si è voluto sottolineare attraverso l’evento ha diverse sfaccettature e possibilità, che partono dalla sua natura stessa di città senza tempo, e fuori dal tempo. Se Alessandro Fontana ne La Scena aveva visto in Venezia un intersecarsi di città ideale e reale (quindi una "città monumento"), in grado di suscitare un senso di sogno e sospensione; secondo il direttore del Centro Candiani Venezia è “la città dei sogni”, capace di creare nuove prospettive e nuovi scenari partendo dal presente. Non a caso molti personaggi delle opere di fantascienza entrano in contatto con la città, e non a caso in molti romanzi del genere “non si guidano le macchine”.
Per questo non sorprende che quando la fantascienza arrivò in Italia a Venezia un gruppo di giovani sentì la necessità di cimentarsi nel genere, dando un contributo importante nel panorama internazionale. Negli anni Cinquanta dunque la fantascienza aveva già messo radici importanti nel tessuto veneziano, tanto che questo porterà alla nascita del clan dei veneziani (così conosciuti nel fandom italiano), composto da personalità che a modo loro volevano provare a elaborare possibili società future fatte anche di uomini con problemi e riflessioni profonde e sconosciute ai supereroi americani.
Urania
Nel corso delle conferenze e della mostra è stato sottolineato il ruolo ricoperto dalla collana di fantascienza tutta italiana dal nome Urania, ispirato non a caso alla musa dell’astronomia. Nel 1952 Mondadori aveva infatti lanciato contemporaneamente con questo nome una rivista di racconti di fantascienza e una collana di romanzi. Se la rivista concluse il suo percorso dopo 14 pubblicazioni, il nome rimase legato soprattutto ai romanzi, acclamati fin da subito dal pubblico, (il primo a uscire fu Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke). È chiaro quindi il ruolo fondamentale della collana nella letteratura di fantascienza, tanto più che molti autori come Isaac Asimov, Ballard, Dick e molti altri furono pubblicati qui per la prima volta. Il ruolo di Urania, inoltre, non è rimasto confinato nel passato, ma ha continuato a rimarcare la sua presenza nel genere attraverso gli anni, dando vita a collane parallele che si facevano portatrici di diverse forme di espressione della fantascienza, come i fumetti o i romanzi ispirati ai videogiochi.
Il ruolo della fantascienza nella società di oggi e di domani
Nelle sue diverse declinazioni (Cyberpunk, Afrofuturismo, Hard, Soft e fumettistica), la fantascienza è il genere che permette più di molti altri di indagare la società, i suoi problemi e le sue possibilità in divenire. Se è vero che il modo migliore per far affiorare i problemi e le contraddizioni di diversi contesti è farli emergere sotto una forma diversa in contesti altri, la fantascienza ha permesso e permette ancora oggi di immaginare altri mondi o il nostro stesso avvenire, utilizzandoli come denuncia della presente società e ponendo così le basi per un possibile miglioramento in un’ottica di un futuro migliore o diverso da quello immaginato e temuto.
Il Centro Candiani di Mestre, secondo le parole del direttore vuole rimarcare periodicamente, attraverso questa mostra e una dedicata alla collana dei Gialli “l’importanza di generi letterari che spesso vengono sottovalutati ed esclusi dalla grande letteratura”. Invece che mettere in ombra un romanzo fantascientifico, si chiede il direttore, “non è forse più appropriato studiare tale opera come un fenomeno sociale?”
Molti autori si stanno oggi cimentando nel genere, proprio in luce delle sue possibilità di intervento sul futuro. Ancora una volta siamo portati a riflettere sull’importanza dell’arte, degli artisti e della cultura nel miglioramento della società: artisti e scrittori ci propongono le loro opere per farci prendere coscienza di noi stessi e del mondo che ci circonda, ma perché questo avvenga dobbiamo essere disposti ad ascoltarli e, in questo caso, a leggerli.
Link al sito di Research Commettee on Comics Studies and Graphic Narrative per approfondire il ciclo di conferenze tenute per Framing the Unreal: https://www.comics-studies.com/events/sff2024-seminars#SEM01
Sofia Martines, Giada Longhi