In scena al Politeama Rossetti il capolavoro pirandelliano “Sei personaggi in cerca d’autore” diretto da Valerio Binasco Dal 13 al 16 marzo

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In scena al Politeama Rossetti il capolavoro pirandelliano “Sei personaggi in cerca d’autore” diretto da Valerio Binasco Dal 13 al 16 marzo


Valerio Binasco - dopo il recente successo di “Cose che so essere vere” - porta in scena il testo di Luigi Pirandello che meglio di qualunque altro ha saputo contrapporre le contraddizioni della scena e del teatro: “Sei personaggi in cerca d’autore” che sarà in scena al Politeama Rossetti dal 13 al 16 marzo, ospite della stagione di prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. 

 Dei “Sei personaggi” si sa tutto fin dal debutto travagliato e accolto dalla platea scandalizzata delTeatro Valle di Roma, il 9 maggio 1921: l’iniziale polemica accoglienza di pubblico e critica ha lasciato il passo a un successo internazionale, ancora oggi immutato.

Il capolavoro pirandelliano inscena con assoluta originalità l’incontro-scontro tra parole e regia, interpretazione e vita reale. Sei personaggi - una famiglia - hanno necessità di raccontare in scena la loro storia, drammatica, e per questo cercano di farsi interpretare da una compagnia d’attori: questa l’idea senza precedenti che allora sconvolse e continua a magnetizzare spettatori e artisti. 

 Nella storia di questa famiglia spezzata, Binasco ritrova gli elementi che caratterizzano la suapoetica: arte e vita, umanità e maschere si fondono in un nucleo di interrogativi e riflessioni sul valore della rappresentazione e della nostra identità. Nelle sue regie più recenti, Binasco ha messo in luce la dissoluzione della famiglia e le implicazioni che questo fallimento riflette sulla struttura sociale. Con questa vicenda, apparentemente scontata, di una famiglia dilaniata, Binasco intercetta i sottili e fragili fili che reggono i rapporti umani, rimandando alla vera sostanza dell’essere umano, e così a quella dell’attore, che da millenni cerca di rappresentare la più intima essenza della collettività.

Arte e vita, essere umano e attore sono gli elementi al centro di una crisi di identità che li attanaglia, messi in crisi da una società e da un’industria culturale sempre più legata al denaro.

 «Il primo pensiero è che questo sia un testo concepito per sorprendere e spiazzare. Quindi bisogna trovare un modo per far sì che continui a sorprendere e spiazzare» scrive nelle note di regia Valerio Binasco. «Anche se dobbiamo accontentarci di un effetto attenuato dal tempo: i “Sei personaggi” sono diventati un classico, con una trama e una forma scenica ormai risapute. Ma questa non deve essere una scusa per farne un pezzo museale sui vizi del teatro d’altri tempi, stravagante ma non troppo, o, peggio – almeno per il gusto di chi scrive queste note – un dramma filosofico il cui centro di interesse consista solo nella gara di intelligenza tra chi filosofeggia e chi cerca di raccapezzarsi senza capire niente di ciò che sostiene il suo interlocutore.

Se devo dire la verità, i sei personaggi suscitano in me una certa antipatia. Nonostante l’untuosa cortesia del Padre, che fa da portavoce ufficiale della famiglia, è indubbio che questi sei strani individui soffrono di un grande senso di superiorità nei confronti degli attori e del pubblico. Ma è necessario essere indulgenti con loro, perché soffrono anche di qualcos’altro. Soffrono per la loro vita, che è stata ed è un inferno. E non si vede né fine né redenzione per loro, perché, in quanto esseri letterari, sono immortali (…)

Per me il plot principale, ovvero quello della crisi di una compagnia, è importante. Questa crisi si incarna quasi totalmente nel Regista-Direttore. Lui è il medium. La compagnia dei giovani attori, che percepisce di vivere un’epoca di crisi del teatro, è a sua disposizione. Farebbero di tutto per lui; e per sé stessi. Questi attori non sono per noi i citrulli incapaci di Pirandello, attori e attrici annoiati e in ritardo, stupidi, fatui, senza alcun interesse per quel che fanno. La nostra compagnia è fatta di giovani – interpretati dalle ragazze e dai ragazzi della Scuola per Attori del Teatro Stabile, giovanissimi davvero, nei primi anni della loro formazione – che, con il loro entusiasmo e la loro ingenuità, a volte anche la loro acerbità e goffaggine, sono attenti e sensibili. Un testo che ha segnato in Italia l’inizio del teatro contemporaneo e continua a mantenere intatto il conflitto tra sostanza e ruolo sociale».  Venerdì 14 marzo alle ore 18 alla Sala Bartoli lo storico del teatro Paolo Quazzolo dialogherà con gli interpreti e il regista dello spettacolo. L’incontro è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili ed è inserito fra le iniziative di approfondimento alla Stagione organizzate dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Circolo della Cultura e delle Arti.

 Biglietti e abbonamenti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it Informazioni sul sito www.ilrossetti.ite al tel 040.3593511.