Leonardo Zanier è stato il primo a teorizzare l’idea di accoglienza che poi è maturata nell’esperienza dell’Albergo Diffuso. Carnico di nascita, emigrante di necessità: da Maranzanis, frazione di Comeglians, alla Svizzera dove ha lavorato per il politecnico di Zurigo. Proprio qui nasce la prima idea di “paese albergo” ovvero una comunità che accoglie, che trasforma il vuoto - le case abbandonate dopo il terremoto del ‘78 e dalle famiglie emigrate in città alla ricerca di migliori prospettive - in pieno. Il 15 settembre 2025 Zanier avrebbe compiuto 90 anni e, per festeggiarlo e ricordarlo, insieme all’Albergo Diffuso di Comeglians, l’Albergo Diffuso Borgo Soandri di Sutrio promuove lo spettacolo “Leonardo Zanier: il poeta dell’emigrazione friulana, tra lotta e versi” che si terrà sabato 13 settembre alle ore 17.00. Sarà una passeggiata nel borgo di Maranzanis, in compagnia dei suoi scritti letti da Manuel Buttus e con la musica di Paolo Forte, partenza dalla reception dell’Albergo Diffuso di Comeglians (Fraz. Povolaro, 36). In caso di maltempo lo spettacolo si terrà comunque, al coperto a Casa Boter (Fraz. Povolaro, 11 - Comeglians). La partecipazione è gratuita e, a fine spettacolo, seguirà un momento conviviale. Lo spettacolo è una produzione Teatrino del Rifo con il partenariato del Comune di Torviscosa, Comune di Latisana, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, TSF Teatri Stabil Furlan, Comune di Cervignano del Friuli in qualità di ente gestore del servizio sociale dei comuni “ambito territoriale agro aquileiese”; lo spettacolo è sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, da Promoturismo FVG e rientra nella 19° edizione di “Teatro nei luoghi” rassegna di spettacolo itinerante dal vivo, ideata e promossa da prospettivaT – Associazione per la musica e la prosa. L’evento è promosso dall’Albergo Diffuso Borgo Soandri di Sutrio e dall’Albergo Diffuso di Comeglians, con il sostegno di Confcooperative Alpeadria e il patrocinio del Comune di Comeglians. Questo reading ricorda e celebra Leonardo Zanier, tra le figure più importanti della letteratura e dell’impegno sociale del Friuli Venezia Giulia, nel 90° anniversario della sua nascita. Nato a Maranzanis di Comeglians nel 1935, Zanier visse in prima persona l’esperienza dell’emigrazione e dedicò la sua vita alla difesa dei lavoratori migranti, soprattutto in Svizzera, dove guidò l’Associazione delle Colonie Libere Italiane, impegnata a migliorare le condizioni degli italiani all’estero. Accanto all’attività sindacale, fu poeta: i suoi versi in friulano diedero voce alle sofferenze, alle speranze e alle lotte di chi dovette lasciare la propria terra, rappresentando un inno struggente alla Carnia e a tutti coloro che partirono, lasciando un pezzo di cuore in patria. La sua poesia seppe unire impegno politico e dimensione universale, affrontando temi come perdita, nostalgia, solidarietà e resistenza. Nei suoi versi riecheggiano tragedie collettive come Marcinelle e il Vajont, sempre con attenzione agli ultimi e agli oppressi.
Lo spettacolo ne ripercorre la vita attraverso note biografiche e la lettura di alcune tra le sue poesie più intense, accompagnate dalla fisarmonica del Maestro Paolo Forte: uno strumento che, con il suo suono malinconico e profondo, evoca l’animo dell’emigrante sospeso tra ricordo e fatica. Zanier non scrisse solo per i migranti, ma per tutti coloro che appartengono a comunità minoritarieminacciate dall’assimilazione. Il suo legame con la Carnia non era un semplice attaccamento alla terra d’origine, ma una sfida culturale e politica per mantenere viva una lingua, una storia e un’identità in un mondo che tendeva ad annullare le differenze. Il pubblico sarà condotto in un viaggio emozionante di parole e musica, omaggio a uno dei maggiori difensori dei diritti dei migranti italiani e a uno dei più apprezzati poeti del Friuli. Sarà un’occasione per riflettere su emigrazione, radici e identità, ma anche per far conoscere alle nuove generazioni un autore che ha saputo raccontare dolore e bellezza dell’esilio.
Zanier non è solo poeta della migrazione, ma simbolo di resistenza culturale e dignità umana: un uomo che seppe usare la parola come ponte tra passato e presente, tra chi parte e chi resta. La sua opera ci invita a non dimenticare le radici e a vivere il cambiamento con coraggio.
E. L.