Jessica (DeWanda Wise) è una disegnatrice di libri illustrati per ragazzi. Tormentata da incubi notturni, decide di spostarsi nella sua casa d’infanzia assieme al nuovo compagno, Max (Tom Payne) e le due figliastre, l’adolescente Taylor (Taegen Burns) e la piccola Alice (Pyper Braun).
A parte qualche piccolo screzio familiare legato alle intemperanze di Taylor, tutto sembra andare per il meglio. Alice scopre in cantina un orsacchiotto di peluche, che diventa il suo inseparabile compagno di giochi.
La novità viene inizialmente viene accolta con piacere da Jessica e Max, che pensano possa aiutare la piccola a superare dei traumi subiti a causa del rapporto problematico con la madre biologica, ricoverata in una struttura protetta visti i suoi problemi mentali.
Ovviamente, ben presto le cose prendono ben presto una brutta piega, perché l’orsacchiotto non è un giocattolo innocuo…
Imaginery: un discreto horror per gli standard della Blumhouse
Il film gioca sul confine tra realtà e fantasia. Jessica, la protagonista femminile, ha una immaginazione vivissima, che è anche la sua fonte di guadagno, visto il suo mestiere di disegnatrice.
Ma il suo dono spalanca anche la porta verso una dimensione oscura, che rischia di inghiottire tutta la sua famiglia. Con l’eccezione del suo compagno, Max, che quando le cose precipitano è via per lavoro, come ormai da prassi, visto che negli horror ormai la parte dell’eroe è quasi sempre al femminile (con l’eccezione del recente Night Swim), mentre i maschi sono generalmente relegati al ruolo di simpatici cialtroni, nella migliore delle ipotesi.
E quindi il grosso del racconto vede impegnate mamma Jessica e le sue due figliastre Taylor e Alice lottare contro le forze del male, con l’aiuto di una vecchietta locale, Gloria (Betty Buckley, che aveva interpretato l’insegnante di ginnastica nel cult Carrie - Lo Sguardo di Satana).
Un quartetto tutto al femminile, integrato per una breve parentesi dall’aspirante boyfriend di Taylor, che ovviamente si rivela essere un povero mentecatto.
Tra orsetti indemoniati, porte verso altre dimensioni e cantine misteriose, nel film non si vede niente di nuovo, ma devo dire che Wadlow è riuscito a costruire una buona tensione nei primi due terzi del racconto, mostrando molto poco di orrorifico, giocando con mestiere con il fuoricampo e con gli stereotipi del genere.
Nell’ultimo terzo del film il racconto accelera, ma scade anche di qualità, quando viene finalmente mostrato il mondo dal quale proviene l’entità che si è impossessata dell’orsetto, fino a un finale che qualcuno credo possa trovare imbarazzante, se non è ben consapevole del fatto che si tratta di un prodotto con marchio Blumhouse.
Stiamo infatti parlando di un prodotto commerciale a basso budget (e si vede benissimo quando ci vengono mostrati i mostri che popolano il solito universo parallelo al nostro), dal quale non è il caso aspettarsi molto di più.
Comunque il film garantisce la sua brava ora e mezzo di onesto intrattenimento, senza nessuna pretesa e glissando sul finale.
Per gli amanti del genere. Al cinema.