Il grande vuoto di Iacozzilli, viaggio nella memoria che svanisce

Il dolore trasformato in bellezza attraverso il gioco teatrale. È "Il grande vuoto" lo spettacolo scritto e diretto da Fabiana Iacozzilli che sarà in scena sabato 14 dicembre,

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Il grande vuoto di Iacozzilli, viaggio nella memoria che svanisce

Il dolore trasformato in bellezza attraverso il gioco teatrale. È "Il grande vuoto" lo spettacolo scritto e diretto da Fabiana Iacozzilli che sarà in scena sabato 14 dicembre al Palamostre di Udine per la stagione di Teatro Contatto.

Lo spettacolo con quattro candidature ai Premi Ubu 2024 racconta le fragilità di una famiglia difronte all'Alzheimer malattia degenerativa che priva progressivamente chi ne è colpito dei ricordi e della memoria e consegna al pubblico una grande storia d'amore tra una madre e i suoi figli. Il viaggio di Iacozzilli indaga le zone d’ombra della nostra esistenza, raccontare aspirazioni, sogni e fallimenti, le debolezze, la forza e tutta l’energia che ci rende umani.

Scritto a partire da testimonianze dirette tenute assieme da Fabiana Iacozzilli con il supporto di Linda Dalisi come dramaturg, Il grande vuoto, indaga l’ultimo pezzo di strada che una famiglia percorre prima di svanire nel vuoto, un dissolversi amplificato dal progressivo annientamento delle funzioni cerebrali della madre, una ex attrice, malata di Alzheimer alla quale rimane progressivamente solo il ricordo del suo cavallo di battaglia, un monologo tratto da Re Lear.

In scena i performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa.

Un prosciugarsi a cui fa eco lo svuotarsi di esseri umani dalla casa di famiglia, che al contrario si popola di oggetti, di ricordi che aumentano, pesano e riempiono tutte le stanze in uno spazio scenico originale realizzato dalla scenografa Paola Villani.

Il grande vuoto trova risonanze e spunti nel libro Una donna di Annie Ernaux, nel romanzo Fratelli di Carmelo Samonà e in I cura cari di Marco Annicchiarico e fa parte de La trilogia del vento in cui Fabiana Iacozzilli si interroga sulle grandi tappe dell’esistenza umana come opportunità generative: l’infanzia e il rapporto con i maestri che ci mostrano o ci impongono delle vie da percorrere nel pluripremiato La classe_undocupuppets per marionette e uomini; la maturità, la genitorialità e il riuscire a prendersi cura, protagonisti de Una cosa enorme e, infine, la vecchiaia in rapporto con il vuoto e il senso della memoria, indagati ne Il grande vuoto.

Al termine dello spettacolo, sabato 14 dicembre, Fabiana Iacozzilli incontrerà il pubblico.

Dall'11 dicembre per tre giornate fino al 13 dicembre al Teatro S. Giorgio di Udine, Fabiana Iacozzilli conduce inoltre un laboratorio dal titolo Souvenir - esercizi su oggetti fotografie e esseri umani per il percorso DIALOGHI OPENLAB proposti dal CSS in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine e Dialoghi - Residenze delle arti performative a Villa Manin.