Il flamenco magnetico dell'andaluso Dorantes martedì 29 luglio a Musiche dal mondo, in musica e danza NEL PARCO DI PALAZZO CORONINI (SE PIOVE AL KULTURNI DOM)

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Il flamenco magnetico dell'andaluso Dorantes martedì 29 luglio a Musiche dal mondo, in musica e danza NEL PARCO DI PALAZZO CORONINI (SE PIOVE AL KULTURNI DOM)

Prosegue il viaggio di Musiche dal Mondo | Glasbe sveta, giunto alla terza giornata di programmazione. Domani, martedì 29 luglio, alle 21, il Parco di Palazzo CoroniniCronberg a Gorizia (in caso di maltempo, lo spettacolo si terrà al Kulturni Dom) ospiterà uno degli appuntamenti più originali del cartellone, “Interaction”, il progetto del pianista spagnolo Dorantes, affiancato dalla danzatrice Leonor Leal e dalla percussionista Maday Cruz Rivas.

Con “Interaction”, Dorantes porta sul palco una formula essenziale e profondamente evocativa, che rinuncia agli elementi più noti del flamenco – voce e chitarra – per esplorare un territorio inedito fatto di pianoforte, percussioni e danza. Il risultato è un dialogo scenico fluido e magnetico, dove la musica non accompagna la danza, né la danza illustra la musica: le due dimensioni si intrecciano e si influenzano, giocano tra loro, si rincorrono. I tre artisti in scena costruiscono un racconto che va ben oltre la somma dei singoli linguaggi, dando vita a una vera e propria performance d’insieme.

Dorantes, musicista andaluso di formazione classica e jazz, è considerato uno degli innovatori più sensibili del flamenco contemporaneo. Il suo pianismo unisce rigore tecnico, libertà interpretativa e un senso narrativo che affonda nelle radici della tradizione senza mai smettere di guardare al futuro. In “Interaction”, ogni nota è parte di un respiro comune con gli altri interpreti: le percussioni di Maday Cruz Rivas, precise e dinamiche, dialogano con il pianoforte in un flusso ritmico mai scontato; la danza di Leonor Leal, raffinata e potente, traduce il suono in gesto, con movimenti che alternano intensità ed eleganza, forza ed espressività.

Quello che si crea sul palco è un equilibrio raro tra struttura e improvvisazione, una tensione continua tra controllo e spontaneità. La scena si anima così di un’energia vitale che non ha bisogno di artifici o sovrastrutture: l’emozione nasce dalla verità del gesto, dalla precisione dell’ascolto reciproco, dal desiderio di raccontare un’identità culturale viva, mutevole, aperta. In questo senso, lo spettacolo è anche una riflessione profonda – ma mai retorica – sull’idea di relazione: tra artisti, tra linguaggi, tra pubblico e performer, tra culture che si incontrano e si riconoscono nella diversità.

Interaction non è solo uno spettacolo da vedere e ascoltare, ma da vivere. È un’esperienza che invita a lasciarsi attraversare da suoni e visioni, a lasciarsi coinvolgere in un processo artistico che è anche un invito alla consapevolezza. In un’epoca in cui i confini sembrano tornare a segnare le distanze, questo progetto dimostra come l’arte possa ancora essere uno spazio di unione e di dialogo autentico.