Sparisce da un obitorio il corpo di Rebecca Zuin (Claudia Gerini), morta improvvisamente nella sua villa in seguito a un attacco cardiaco.
Il caso è molto strano, perché la camera mortuaria dove giaceva fa parte di un complesso universitario fortemente presidiato, e nella notte in cui è accaduta la sparizione il guardiano di turno è scappato dall'istituto in circostanze non chiare, finendo investito da un'auto.
Viene chiamato a investigare l'ispettore Cosser (Giuseppe Battiston), che convoca come persona informata sui fatti il giovane marito di Rebecca, Bruno (Andrea Di Luigi), che alla sua defunta e ricchissima consorte deve la sua fortuna.
Infatti lui era un oscuro e precario ricercatore universitario, diventato improvvisamente manager di alto livello dopo avere sposato Rebecca, ricca e vincente proprietaria di una importante azienda farmaceutica.
Cominciano a emergere fatti poco chiari nel recente passato dell'uomo, ma niente è veramente come sembra essere, e tutti i protagonisti vengono risucchiati in un turbinio di eventi ricco d'incredibili colpi di scena...
Il Corpo: un buon thriller con un ottimo cast
Il film è costruito come un cesellato insieme di scatole cinesi, fornendo continuamente allo spettatore indizi che però faticano a trovare un posto in un puzzle sempre più complesso, con continui flashback sul burrascoso passato della coppia Rebecca-Bruno.
Il percorso narrativo è disseminato di false tracce che formano un enigma la cui soluzione viene rivelata sono nell'imprevedibile finale, almeno per chi non abbia visto il film spagnolo El Cuerpo, di Oriol Paulo, del 2012, di cui questa pellicola è il remake.
Il Corpo è un film prevalentemente notturno e piovoso, attraversato da venature horror, con una fotografia che valorizza le ambientazioni accuratamente disegnate, che rispecchiano il labirinto interiore dei protagonisti, dilaniati da drammi esistenziali che avranno conseguenze devastanti nelle loro vite.
Veramente ottimo il cast, a cominciare da un grande Giuseppe Battiston, che dà il suo volto al tormentato ispettore Cosser, la cui vita è definitivamente segnata da un trauma familiare che lo accompagna in ogni istante della sua vita.
Un plauso anche a Claudia Gerini, che impersona la ricca e nevrotica Rebecca Zuin, tanto potente e prevaricatrice nella sua vita d'imprenditrice di successo quanto instabile e diabolica nelle sue relazioni interpersonali.
Molto bravo anche Andrea Di Luigi, che ha animato il personaggio forse più tormentato, costretto a giocare una partita molto complessa, divisa su diversi tavoli nel corso della narrazione, con continue sorprese e imprevisti.
I volti dei protagonisti, finestre verso il loro difficile mondo interiore, sono continuamente valorizzati da primi e primissimi piani, con inquadrature ben disegnate, risultato di un ottimo lavoro di regia.
I 100 minuti di narrazione scorrono veloci, sostenuti dal buon ritmo narrativo, ricco d'imprevisti, arricchiti da una intrigante colonna sonora, trascinando lo spettatore in una storia intrigante e imprevedibile.
Veramente un buon thriller, che ha già fatto mostra di sé al Tallin Black Nights Festival e al Torino Film Festival, dimostrando ancora una volta come il cinema italiano sia ancora ben vivo e abbia molto da raccontare.
Un film da vedere.
Al cinema.