Il lungo viaggio in musica del prestigioso Festival Duni di Matera prosegue con due concerti imperdibili, che illumineranno la programmazione del lungo week-end del festival e che saranno ospitati in uno dei luoghi più affascinanti dell’Italia meridionale, il Castello del Malconsiglio di Miglionico, nel Materano.
𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟐 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 alle ore 20.00 l’appuntamento è con “𝐷𝑎 𝑁𝑎𝑝𝑜𝑙𝑖 𝑎 𝐿𝑜𝑛𝑑𝑟𝑎 𝑒 𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜” (1736 – 1876).
Mara Galassi (arpa a tre ordini, arpa di Viggiano sec. XIX) e Mauro Squillante (mandolino barocco) esplorano l’uso e la diffusione del mandolino e dell’arpa nell’Inghilterra del primo Settecento con un programma che lascia spazio anche alla storia della piccola arpa viggianese, diffusasi alla fine del Settecento e utilizzata nelle strade da piccoli mendicanti provenienti dalla Basilicata, modesti menestrelli che diffondevano a Londra le calde melodie delle arie italiane.

La celebre aria “Hark, he strikes the golden Lyre” dall’oratorio Alexander Balus di Händel presenta una parte obbligata per mandolino e/o arpa, che lascia intuire l’intento di unire i due strumenti a pizzico in un timbro comune. Il concerto si ispira a questa idea, per esplorare l’uso e la diffusione del mandolino e dell’arpa nell’Inghilterra del primo Settecento. Il mandolinista Francesco Webber, primo interprete dell’opera, fu una figura di rilievo alla corte del Principe di Galles, dove ricoprì il titolo di “maestro di liuto” e, dal 1735 fino alla sua morte nel 1751, di “maestro di musica della principessa Amelia”. A partire dagli anni Cinquanta del Settecento, a Londra e a Bath si diffuse una nuova tipologia di mandolino napoletano, accordato come il violino e pizzicato con la penna. Virtuosi come Gervasio, Leoné, Riggieri, Merchi e Nonnini si esibivano nei teatri d’opera e nei concerti pubblici, mentre in città come Edimburgo il mandolino conobbe grande fortuna grazie a musicisti come Girolamo Stabilini.
Nata a Milano, Mara Galassi ha studiato arpa moderna sotto la guida di Luciana Chierici presso la Civica Scuola di Musica di Milano, diplomandosi presso il Conservatorio di Musica di Pesaro nel 1976. Ha seguito i corsi di perfezionamento a Londra con David Watkins e a Zurigo con Emmy Hürlimann. Ha suonato con le orchestre della Rai di Milano e Napoli, del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Opera di Genova e dal 1980 al 1989 ha ricoperto il ruolo di Prima Arpa presso il Teatro Massimo di Palermo. Dal 1984 si è dedicata all’esecuzione sull’arpa doppia del repertorio rinascimentale e barocco, perfezionandosi al Conservatorio di Rotterdam con David Collyer ed al Sarah Lawrence College di New York, sotto la guida di Patrick O’Brien. Ha seguito a Londra i corsi di musicologia di Michael Morrow ed è socio fondatore della Historical Harp Society ed attuale membro della Historical Harp Society of America.
Mauro Squillante, mandolinista, è considerato uno specialista negli strumenti antichi a plettro, sul cui repertorio, organologia e prassi esecutiva conduce una costante attività di ricerca. Ha iniziato gli studi del mandolino con Antonio Coletti a Napoli e subito dopo con Fabio Menditto a Roma; successivamente si è iscritto alla classe di mandolino del Conservatorio Pollini di Padova dove ha conseguito il diploma sotto la guida di Ugo Orlandi. Ha approfondito i propri studi musicali con Hopkinson Smith e Crawford Young presso la Schola Cantorum Basilensis, Enrico Baiano, Federico Marincola, Emilia Fadini, Edoardo Eguez. Svolge una intensa attività concertistica in Italia ed all’estero. Partecipa in qualità di esperto al progetto dell’Università di Bologna e dell’Università di Uppsala (Svezia) incentrato sulla ricerca del repertorio mandolinistico del ‘700 napoletano, nell’ambito del quale ha tenuto concerti, conferenze e masterclass a Londra, a Budapest ed in varie città italiane. Tiene inoltre corsi e masterclass presso varie scuole di mandolino in ambito europeo ed in Giappone, dove annualmente si reca per presentare le proprie uscite discografiche.
𝐋𝐮𝐧𝐞𝐝𝐢̀ 𝟑 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 alle ore 20.00 il Castello di Miglionico ospiterà “𝐿𝑎 Vilhuela 𝑒𝑑 𝐼𝑜. 𝐼 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑖 50 𝑎𝑛𝑛𝑖”, concerto che segnerà il ritorno in Italia del grande John Griffiths. Il musicista australiano torna in Basilicata e celebra i suoi primi 50 anni di carriera, interamente dedicati allo studio e alla divulgazione della vilhuela.
Più di mezzo secolo fa, il giovane chitarrista Griffiths decise di esplorare uno degli antichi strumenti spagnoli predecessori della chitarra; si recò da un amico liutaio, chiedendogli di costruirgli una vihuela spagnola. Quella era la prima vihuela che il continente australiano avesse mai visto.

John Griffiths tenne il suo primo concerto di vihuela nel settembre 1974. Da quel momento di scoperta personale e musicale, Griffiths è diventato una delle massime autorità mondiali della vihuela e della sua musica, sia come interprete che come ricercatore. Il suo lavoro ha ampliato i confini della conoscenza in materia e ha fatto luce su numerosi aspetti oscuri dei suoi compositori e seguaci. Il suo contributo gli è valso riconoscimenti internazionali, tra cui l'Ordine dell'Australia, la nomina a membro onorario dell'American Musicological Society e la Croce di Ufficiale dell'Ordine di Isabella la Cattolica in Spagna. Il concerto materano celebra i suoi cinquant'anni di dedizione allo strumento.
 
                
         
             
        
     
         
         
        