Portare in scena l'attualità e il mondo del lavoro con la diretta partecipazione di chi vive e subisce decisioni irrevocabili.
È “Il capitale umano. Il libro che non abbiamo ancora letto” che sarà in scena sabato 24 febbraio al Palamostre di Udine per Teatro Contatto. Si tratta del lavoro della compagnia Kepler 452 con drammaturgia e regia di Nicola Borghesi e Enrico Baraldi vincitore del Premio Speciale UBU 2023.
La pièce, una produzione di Emilia Romagna Teatro ERT/ Teatro Nazionale, ha preso forma dai dialoghi della compagnia con gli operai che hanno messo in relazione le pagine di Marx con persone e storie vere. I formati teatrali di Kepler-452 spaziano dal coinvolgimento in scena di attori non-professionisti a reportage teatrali che trasformano le indagini sul reale in momenti performativi.
Il fatto è noto: il 9 luglio 2021, i 422 operai della GKN di Campi Bisenzio ricevono una mail. Non devono tornare al lavoro il giorno dopo: sono licenziati. Da quel momento gli operai occupano la fabbrica per impedire che venga smantellata. In quel periodo la compagnia che sta lavorando ad uno spettacolo su Il Capitale di Marx decide di mettersi in contatto con gli operai e di ascoltare le loro storie vivendo il presidio permanente fianco a fianco.
In scena tre operati del Collettivo di fabbrica lavoratori GKN con cui i registi hanno vissuto il presidio permanente e raccontano al pubblico le loro storie reali: sono Tiziana De Biasio, operaia addetta alle pulizie, Francesco Iorio, manutentore, e Felice Ieraci, operaio addetto al montaggio. Borghesi e Baraldi hanno varcato i cancelli della GKN, hanno posto domande e sfogliato le pagine de Il Capitale sotto i tendoni del presidio: l'indagine teatrale che si è sviluppata da quelle relazioni ha l'obiettivo di dimostrare come le storie degli operai minacciati dal licenziamento siano il lato umano della crisi di un sistema capitalistico ormai considerato ineluttabile e della sua presa nelle vite dei lavoratori, ridotte dalla precarietà a un'esistenza vuota, solitaria, senza valore.
Il tema centrale dello spettacolo è infatti il tempo: le ore di lavoro che a seconda della prospettiva possono essere viste come tempo sottratto alla vita oppure ore passate in una vera e propria famiglia.
Come affermano gli autori, «la presenza degli operai sulla scena può ancora essere la testimonianza di una reazione possibile alle logiche del mercato, della vitalità di un discorso politico e umano tutt'altro che fuori dal tempo». Contro l'erosione dei diritti, la povertà dei lavoratori e l'assuefazione mediatica ai licenziamenti e alle delocalizzazioni che rappresentano la “normalità” disumana del capitalismo.
Nicola Borghesi condurrà per Dialoghi Open Lab il laboratorio gratuito dal titolo Non voglio più lavorare aperto a giovani under 35 che si terrà nelle giornate del 22, 23 e 25 febbraio al Teatro Palamostre, con la collaborazione dell'Università degli Studi di Udine e di Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin. Ragazze e ragazzi avranno l'occasione di riflettere e di confrontarsi sul ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite e sul suo valore.