Il biobanking si sta affermando come una risorsa strategica per lo sviluppo della ricerca biomedica, la medicina personalizzata e il benessere della collettività. Si tratta della raccolta, conservazione e gestione sistematica di campioni biologici umani – come sangue, tessuti, urine e DNA – associati a dati clinici e demografici. Questi campioni costituiscono una base scientifica di valore inestimabile, da cui nascono studi avanzati, diagnosi più accurate e terapie innovative.
“Le biobanche sono un servizio dai cittadini per i cittadini” – spiega Devis Pascut, senior scientist della Fondazione impegnata nella promozione del biobanking attraverso il progetto C3B, da lui coordinato. “È solo grazie alla partecipazione consapevole delle persone – che scelgono liberamente di donare un campione biologico su invito del medico o durante visite programmate – che possiamo accelerare i progressi della medicina moderna.”

Nel panorama attuale della medicina molecolare, l’accesso a campioni di alta qualità e a dati clinici standardizzati è una delle principali sfide. Elementi fondamentali per lo sviluppo della cosiddetta medicina di precisione e per studi avanzati nei campi dell’epigenomica, proteomica e metabolomica. Tuttavia, l’Italia si colloca solo al 14° posto in Europa per propensione alla donazione biologica, secondo quanto riportato dal documento della Commissione Europea “Biobanks for Europe: A Challenge for Governance”. Una posizione che evidenzia la necessità di un cambio di passo in termini di informazione, fiducia e consapevolezza.
In risposta, la Fondazione Italiana Fegato ha avviato una serie di iniziative pubbliche nell’ambito del progetto C3B, come campagne informative e divulgative, conferenze e seminari, e prodotto materiali video e attività sui social media. Il tutto con l’obiettivo di promuovere una cittadinanza scientificamente informata e attiva, consapevole del valore della donazione e del ruolo attivo che ogni cittadino può assumere nel sostenere la ricerca. Tra le attività più recenti, è stato inoltre lanciato un questionario per valutare la propensione dei cittadini alla donazione di campioni biologici. Uno strumento fondamentale per comprendere percezioni, motivazioni ed eventuali criticità, utile a orientare le future strategie di comunicazione e partecipazione.
“Le biobanche esistono grazie alla fiducia”, conclude Devis Pascut, “una fiducia da coltivare attraverso trasparenza, dialogo e etica condivisa”.
E. L.