“Quando si parla di Marco Paolini, si parla di un genio assoluto del teatro italiano, per il carattere di originalità e per la forza espressiva con la quale approfondisce da sempre temi, contrasti e disagi del nostro vivere civile. Questo è anche il caso di Antenati, lo spettacolo che ci racconta la nostra storia … dall’inizio dell’inizio del tempo.”
Questo il virgolettato con cui il direttore artistico di Frattempi, Edoardo De Angelis, ci chiede di iniziare il comunicato stampa che illustra la partecipazione, attesa, di Marco Paolini alla terza edizione del Festival.
Antenatiè uno spettacolo legato al progetto La Fabbrica del Mondo, ripercorre l’evoluzione della nostra specie. Attraverso l’incontro immaginato con i nonni dei nonni, con le 8.000 generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui provengono tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie. Alla parola è affidato il compito di far vedere questa stirpe di funamboli che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù.
L’oralità richiede immaginazione, leggerezza e ironia; l’epica chiede gesti, fatti memorabili ed emozione; il teatro richiede di credere a ciò che si ascolta sapendo che tutto è finzione.
Oralità, epica, teatro e finzione li abbiamo inventati noi, cose inutili che ci piacciono. Siamo una specie curiosa e fragile, capace di adattarsi al clima per colonizzare gli angoli più remoti del pianeta. Siamo stati prede e siamo diventati predatori. Abbiamo inventato le cose, le parole per chiamarle e il modo per articolarle dentro un discorso e le abbiamo lasciate in eredità ai figli dei figli. Dentro il genoma di ogni individuo ci sono tracce, informazioni in codice di tutti coloro che lo hanno preceduto. Nella finzione del teatro seguendo quelle tracce si ricostruiscono i fili dei legami che permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie a rischio di estinzione per catastrofici mutamenti climatici di origine antropica. Il narratore infatti sa di esser la causa dei suoi mali, si espone al consiglio ma anche al giudizio della specie. I temi di fondo di Antenati sono l’evoluzione e l’ecologia, ma in chiave epico-comica, i fatti e i problemi del presente si legano ai problemi del passato, colli di bottiglia dell’evoluzione, difficoltà e pericoli attraversati dai nostri antenati in 200.000 anni. La nostra è una specie di funamboli: per abitare un pianeta in perenne disequilibrio servono doti da equilibrista, da domatore, da mago, da clown.
Darwin diceva che il soggetto dell’evoluzione è l’individuo più che la specie e che in ogni specie le differenze contano quanto le somiglianze. Competizione e collaborazione si bilanciano in modi sempre diversi, generazione dopo generazione.
Antenati comincia narrando di atomi e batteri e prosegue descrivendo la migrazione continua di quei nonni poco più che trentenni, il loro arrivo in risposta all’invito e il loro comico e commovente tentativo di capire noi, internet e la catasta di meraviglie utili e inutili di cui ci circondiamo.
L’evento è inserito nel programma del Festival Frattempi/3: Il Tempo di Ri-Nascere, organizzato dall’A.C.CulturArti e dal Comune di Prato Carnico e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Ingresso: 18€ intero; 12€ ridotto (studenti under 25, pensionati over 65, soci A.C.CulturArti o Kulturni dom).
Info e prevendita presso Kulturni dom - Gorizia (tel.: 0481 33288; e-mail: [email protected]).
Frattempi – Ufficio stampa