Ghostbusters – Minaccia Glaciale: la recensione del film di Gil Kenan

Una pellicola mediocre e senza personalità, stracolma di personaggi, infarcito di inutili citazioni del primo, inarrivabile, film della saga

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Ghostbusters – Minaccia Glaciale: la recensione del film di Gil Kenan

Tre anni dopo i fatti narrati in Ghostbuster: Legacy, la famiglia Spengler si trasferisce a New York, nella vecchia, mitica caserma che aveva ospitato il team originale degli acchiappafantasmi nel primo Ghostbuster, il cult del 1984.

E ritornano anche molti volti comparsi nella prima pellicola della saga, popolando questo quinto capitolo con una badilata di personaggi, che si troveranno ad affrontare una nuova minaccia.

Trattasi del demone Garraka, una entità malefica capace di ghiacciare l’ambiente, confinata millenni fa in una sfera sfortunatamente tornata in circolazione a New York all’inizio del Novecento, come ci viene mostrato nel prologo.

Comincia la solita lotta tra forze del bene e forze del male…

Ernie Hudson e Bill Murray in Ghostbusters – Minaccia Glaciale

Ghostbusters – Minaccia Glaciale: come sfruttare un franchise realizzando un film mediocre

Che dire. La pellicola è letteralmente farcita di citazioni dei primi film della saga, che risultano essere però abbastanza telefonate, e per quanto possano (forse) deliziare chi li ha a suo tempo apprezzati, non riescono a compensare le mancanze di una storia scontata e prevedibile.

Il numero di personaggi in azione è eccessivo, per cui pochi di loro riescono ad avere un arco narrativo interessante, mentre la maggior parte rimane confinato in un ruolo monodimensionale.

Anche il tenebroso Garraka non rimarrà certo scolpito nella memoria collettiva, in quanto si limita a fare il suo bel compitino da cattivone di turno, a partire dalla minaccia di una nuova era glaciale, strizzandol’occhio a un tema, quello climatico, che è sempre più inflazionato, e quindi sempre meno interessante.

Opinioni personali, certamente, sta di fatto che in sala si è riso molto poco, a dimostrazione di come anche come commedia la pellicola non funzioni benissimo.

Inoltre a mio avviso l’operazione di saturare questo film con citazioni del Ghostbuster del 1984 si è di fatto rivelata essere controproducente.

Le storie raccontate dai due film hanno in superficie delle forti somiglianze: in entrambe vediamo un team di acchiappafantasmi in azione contro una presenza demoniaca a spasso per New York, con il problema della saturazione della prigione dove le entità soprannaturali vengono stoccate dopo la cattura.

Ma mentre nel primo Ghostbuster abbiamo visto una squadra di giovani adulti mettersi in proprio per fondare un’azienda privata che opera nel paranormale, in questo capitolo della saga vediamo una famiglia cercare un bilanciamento tra i problemi dei figli adolescenti e la loro professione di acchiappafantasmi, ormai peraltro pienamente riconosciuta dalle autorità.

Nel primo si respirava l’atmosfera dei magici anni ottanta, addizionata con una buona dose di umorismo e di trasgressione, questo episodio invece è privo di personalità, si lascia guardare – certo – ma trasmette molto poco.

Entrambi sono prodotti commerciali figli del loro tempo. Purtroppo ai nostri giorni la politically correctness e la paura di offendere chiunque sembra stia danneggiando la creatività e la possibilità di espressione, moltiplicando peraltro i personaggi in omaggio all’inclusività a qualsiasi costo, a detrimento della leggibilità della storie.

Insomma Ghostbusters – Minaccia Glaciale è a mio avviso un film mediocre, un  blockbuster tra gli innumerevoli che non saranno ricordati, creato per sfruttare fino all’osso un franchise di successo.

Peccato.

Ghostbusters – Minaccia Glaciale - trailer ITA