Uno splendido e superbo Simone Cristicchi ha riaperto la stagione teatrale dell'ERT FVG al Cinecity di Lignano Sabbiadoro mercoledì 3 gennaio per iniziare il 2024 con il botto. Con Simona Orlando, Cristicchi si è inventato il personaggio di Cencio, uno stracciarolo di Assisi contemporaneo di Francesco. Cencio è uno dei due narratori della piece, mentre l’altro è Simone, che riveste il doppio ruolo di narratore agnostico di Francesco coadiuvato da un Cencio, personaggio grottesco, surreale, spesso comico, che rappresenta la voce critica, il bastian contrario che non capisce Francesco, lo sbeffeggia, pensa che la sua scelta di povertà sia il capriccio di un matto e che tutto il grande movimento che si crea attorno a lui sia solo un grande equivoco.
Il cenciaiolo è un antico mestiere, girava a raccogliere gli stracci di lino e canapa che poi rivendeva al mastro cartaio per farne la carta. È un po’ la metafora del salvare ciò che sarebbe da buttare per trasformarlo in qualcos’altro, del trovare la bellezza negli scarti. Diciamo che Cencio serve a porre le domande scomode, che aiuta Cristicchi a presentare un san Francesco reale, lontano dal santino agiografico che la storia ci ha sempre presentato. Un Francesco dissacrato e molto umano che ha poco a vedere con il mistico e sognatore poverello snobbatore delle ricchezze che molto ha da insegnare per il suo coraggio anticonformista e rivoluzionario in un mondo senza più spiritualità. Un vivere (quello interpretato da Simone Cristicchi) in piena sintonia con il Vangelo che tanto scalpore suscitò anche nel clero ufficiale dei cardinali e ricchi prelati alla corte di Papa Innocenzo. Il messaggio proposto per l'attualità dei nostri giorni è un poverello di Assisi che, per l'autore, coadiuvato dalle musiche e parole di Amara, diventa "ricchissimo" in una società ormai priva di ideali ed umanità. Un'interpretazione sui generis che suscita un ovazione interminabile alla fine della recita con il pubblico estremamente disorientato ma accalorato dal messaggio che esce dal palco. Bravo Simone, una volta di più hai meravigliato e onorato il ruolo dell'interprete in un racconto magistrale dove con umiltà, fai trasparire la gioia che contraddistingue la vita del santo. Lo stesso Cristicchi dichiarava "che nei suoi spettacoli, nonostante abbia affrontato temi drammatici come le Foibe o la Seconda guerra mondiale, così come nella vita, cerca di essere una persona lieta, di mettere “la perfetta letizia” al primo posto". E' certo che utilizzare l’arte come strumento di elevazione, è un modo di usare il teatro per migliorarsi come essere umano. Una scenografia semplice, con l’albero della vita che compare in fondo al palco, tra le colonne, in chiusura di sipario e uno scroscio di applausi di molti minuti da parte del pubblico ha confermato la bravura di Simone per la sua ricerca e la sua interpretazione di un ruolo non certo facile.
Enrico Liotti