Ester Franzil è nata nel 1951 a Cadegliano (VA) e vive a Marchirolo (VA): già docente alla scuola primaria è poetessa, studiosa di psicologia, sociologia e pedagogia e ha pubblicato le raccolte di poesie L’ allodola e il sole (1994) e L’incanto della natura (2021). Il sintagma Abies Alba significa abete bianco come scrive l’autrice della silloge in una nota, un albero, che nell’antico giardino è stato simbolicamente custode generoso dei suoigiochi infantili, altalena, arrampicate, rifugio materno di sospiri del cuore e del resto la tematica della metafora vegetale è stata motivo di ispirazione per molti poeti tra i quali èdoveroso ricordare Andrea Zanzotto e il francese Ponge che disquisendo di detto e non detto affermava che sarebbe bello se un albero potesse parlare realmente e comunque aggiunge chi scrive che è una cosa felice anche solo immaginare quanto suddetto poeticamente come se accadesse in un sogno ad occhi aperti. La raccolta presenta un’acuta prefazione di Floriano Romboli intitolata L’amore per la vita come fonte di speranza e di gioia. Attraverso la poetica di Ester emerge con forza l’idea che nella vita nonostante tutto esiste ancora la possibilità di stupirsi e questo si evidenzia nella lirica Stupore: «Graniti rosa arrotondati e/ lisciati da distratte carezze del vento/ d’impossibile rosso s’incendiano». Qui come in molti componimenti si nota l’amore per la natura dell’autrice una natura che appare benevola e rassicurante contrariamente a quella matrigna teorizzata da Leopardi nelle Operette morali. I versi nel poiein della Nostra procedono per accumulo e sembrano sgorgare senza sforzo gli uni dagli altri e costante è una loro complessità che crea sospensione, una vaga bellezza e anche un’aurea di magia. A volte pare che l’io-poetante molto autocentrato provi un forte desiderio di fusione con la natura stessa un anelito a interanimarsi con essa; in Anelito leggiamo: «Si culla il mare/ danza coi raggi sulle onde/ il respiro trattiene/ Vorrei…/ sui flutti dell’oceano riposarmi/ nelle amorose braccia del vento cullarmi». Bella e originale la poesia dedicata a Pablo Picasso nella quale attraverso il denso tessuto delle parole sembrano materializzarsi gli inconfondibili quadri del pittore unici nella loro sensuale e numinosa bellezza. Particolarmente suggestivo il componimento Ciclico silenzio molto denso e carico di ipersegno: «Invernale silenzio/ vuoti, seminati campi sognanti/ sospeso cielo di cinguettii muto/ custodito tempo in candido piumone/ assopito d’attesa gravido/ autunnale silenzio/ vibrante tavolozza di/ sfavillanti, moribonde foglie.// Estivo silenzio meridiano/ grondante sonnolente/ estenuate cicale…/ primaverile silenzio/ germogliante il risorto/ divino mistero». Si tratta tout-court di un’immersione per il lettore in una dimensione incantata dove il dato materiale è sublimato tramite la parola poetica sottesa alle categorie del tempo e del silenzio che pare evocano beltà e nobili sentimenti. E ancora il silenzio in Prodigioso silenzio poesia dove sorprendentemente la poetessa ci parla con un’associazione di due unità minime inedita e magica di voce del silenzio, che potrebbe essere quella dell’invisibile connesso all’indicibile. Se in poesia tutto è presunto, attraverso le leggiadre liriche di Ester piene di mistero nella loro composita struttura architettonica sembra di entrare in una dimensione vivissima di costante linearità dell’incanto.
Recensione di Raffaele Piazza