La gara in terra croata è stata vissuta nel ricordo di Craig Breen, deceduto durante un test in preparazione del rally.
Si preannunciava una gara combattuta e ricca di colpi di scena, come oramai d’abitudine nel campionato del mondo rally, e così è stato: ha aperto le danze Sebastien Ogier (Toyota Yaris Rally1) che nella seconda prova è però stato vittima di una foratura (così come il suo compagno di squadra Kalle Rovanpera) ed ha dovuto lasciare via libera ad uno scatenato Thierry Neuville che ha preso il comando del rally fino alla PS 10 dove ha gettato tutto alle ortiche uscendo di strada e danneggiando la sua Hyundai i20 N Rally1. Da lì in poi Elfyn Evans – Toyota Yaris, secondo fino a quel momento - ha gestito la gara senza lasciarsi intimorire dagli attacchi di Ott Tanak (Ford Puma Rally1) andando così a vincere il Croatia Rally 2023.
Questa, in sintesi, la cronaca della gara croata, molti però i punti che meritano un approfondimento, ad iniziare dal mesto clima che si respirava al Service Park di Zagabria: troppo vivo il ricordo dello sfortunato pilota irlandese scomparso una dozzina di giorni fa nei test in preparazione alla gara; la vettura ufficiale di Craig Breen con i colori Hyundai era esposta nei box della casa coreana affiancata dalle vetture di Thierry Neuville e Esapekka Lappi, per l’occasione in livrea irlandese, suscitando ancora più emozione fra gli addetti del team e gli appassionati che nei giorni di gara si radunavano davanti al box Hyundai. Moltissime le iniziative messe in atto per ricordare Breen, una fra esse la foto di gruppo giovedì pomeriggio al Service Park con tutti i membri della famiglia WRC - squadre, equipaggi, organizzatori, funzionari, rappresentanti dei media – con la quale si è voluto onorare il pilota irlandese. Poi, alle ore 19:27, orario in cui sarebbe stata prevista la sua partenza, tutti i piloti della categoria sono saliti sul palco per osservare un minuto di silenzio in sua memoria. Un minuto di silenzio è stato anche osservato al termine della Power Stage ed alla cerimonia finale a Zagabria. Craig Breen ha lasciato un grande vuoto nel mondo del rally, lo testimoniano anche i numerosissimi lumini e ceri votivi, oltre che immagini, oggetti e dediche al pilota, depositati sul luogo dove lo sfortunato pilota ha perso la vita, meta di un continuo pellegrinaggio da parte degli appassionati.
Ritornando alla cronaca della gara e analizzando i tempi fatti segnare dai piloti bisogna riconoscere che in molti si sono messi in evidenza in questo rally ma in termini di prestazioni assolute Sebastien Ogier rimane probabilmente il più performante, in questa occasione il francese, oltre il tempo perso per la già citata foratura (un minuto e sette secondi) è stato anche penalizzato di un minuto e dieci secondi per non aver allacciato correttamente le cinture di sicurezza dopo aver sostituito la gomma. Il francese, che ha concluso in 5^ posizione assoluta a 1’ e 28” da Evans aggiudicandosi 7 prove speciali, senza quella foratura avrebbe potuto tranquillamente portarsi a casa anche questa gara ma, come si dice, “del senno di poi sono piene le fosse”, bravo quindi Elfyn Evans a non commettere errori sulle insidiose strade croate ricche di curve sporcate dai tagli delle vetture precedenti e dal continuo cambiamento di grip degli asfalti dell’est e a non cedere alla pressione della rimonta di Ott Tanak.
Pure Kalle Rovanpera – come detto – è stato vittima di una foratura nelle fasi iniziali della gara ma solo nella seconda tappa è riuscito a trovare il ritmo giusto e a far segnare dei tempi di rilievo vincendo infine sei PS ma non riuscendo ad andare oltre la quarta posizione finale; un inizio di stagione un po’ sottotono per il giovane campione finlandese, lo attendiamo alle prossime gare sulla terra dove avrà sicuramente modo di rifarsi.
Grande gara invece per Ott Tanak che, seppur non riuscendo a conquistare il gradino più alto del podio, ha lottato sino alla fine con Evans portandosi fino a soli 12 secondi e mezzo dal gallese nella PS 14 anche se poi non è riuscito a sorpassarlo ed ha dovuto accontentarsi della seconda posizione finale; sembra che l’affiatamento con la Ford Puma Rally1 proceda al meglio e, se supportato dalla vettura, potrebbe dire la sua al termine di questo avvincente campionato.
Non sapremmo invece come descrivere Thierry Neuville, velocissimo e determinato, ma nei momenti clou delle gare riesce spesso a compromettere tutto con degli errori che poi gli pregiudicano la vittoria, dopo essere rientrato in gara nell’ultima tappa con la formula del Super Rally ha dato il massimo e si è aggiudicato la Power Stage (dedicandola poi a Craig Breen, così come fatto anche da Tanak per il secondo posto finale).
Esapekka Lappi con la seconda Hyundai i20 N Rally1 non ha brillato particolarmente (vincitore comunque di una PS) ma con una condotta di gara regolare ha concluso con una splendida terza posizione assoluta, un gran bel risultato per lui che asfaltista non è ma che, con una gara accorta, ha portato preziosi punti alla squadra.
Discorso analogo per il simpatico Takamoto Katsuta (Toyota GR Yaris Rally1), sesto alla fine senza acuti particolari ma anche senza grossi errori, anche lui ha portato quei punticini che potrebbero rivelarsi preziosi a fine campionato.
Pierre-Louis Loubet ha continuato l’apprendistato con la Ford Puma Rally1 concludendo in settima posizione assoluta.
Nel WRC2 è emerso anche questa volta il francese Yohan Rossel (Citroen C3) che ha avuto la meglio su Nikolay Gryazin e Oliver Solberg (entrambi su Skoda Fabia RS), seguiti da Emil Lindholm, anche lui su Skoda Fabia. Un po’ più indietro invece due ex piloti Rally1: Gus Greensmith e Adrien Fourmaux, con la loro esperienza nella categoria maggiore si ipotizzava di poterli vedere un po’ più avanti in classifica ma probabilmente necessitano ancora un po’ di adattamento con le più nervose Rally2.
Tre gli italiani al via, grande risultato per Marco Oldani e Pietro D’Agostino, primi di RC4 con la loro Peugeot 208 e 23esimi assoluti in una gara che, sebbene esente da pioggia, era ricca di insidie ed ha contato alla fine ben 15 equipaggi rientrati in gara con la formula del Super Rally a causa delle uscite di strada patite nei giorni precedenti.
La quarta tappa del mondiale rally in Croazia ha visto un afflusso impressionante di spettatori provenienti da ogni parte d’Europa, un appuntamento diventato oramai irrinunciabile per le bellezze delle zone attraversate dalle prove e per la splendida ospitalità croata nonché per alcuni punti veramente spettacolari delle prove speciali che hanno regalato forti emozioni al pubblico.
Rimane il rammarico per quanto accaduto in una prova speciale (come testimonia un video diventato oramai virale) quando alcuni spettatori si sono azzuffati sulla sede stradale e sono stati portati via a fatica dagli addetti alla sicurezza poco prima che la vettura di Ogier sbucasse in volo dal dosso soprastante; un comportamento incivile che, oltre a mettere a rischio l’incolumità degli spettatori e dei Marshal, mette in discussione tutto l’apparato della sicurezza del rally con possibili ripercussioni sull’organizzazione. Si spera vivamente che episodi del genere non si ripetano più, l’ambiente del rally è sempre stato caratterizzato dall’amicizia e dalla condivisione di cibi e bevande in uno spirito di fratellanza e con il tifo per tutti i piloti, indistintamente dalla casacca indossata o dalla provenienza, per godere dello spettacolo adrenalinico che una gara di rally sa dare.
Servizio a cura di Guendy Furlan - foto a cura di Dario Furlan - #darionnenphotographer