Denti da Squalo: il sorprendente esordio alla regia di Davide Gentile

Un film originale e intrigante, un racconto di formazione che vede anche il debutto come protagonista del giovane e bravissimo Tiziano Menichelli

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Denti da Squalo: il sorprendente esordio alla regia di Davide Gentile

Walter (Tiziano Menichelli) è un preadolescente che cerca di superare il trauma della recente morte del padre (Claudio Santamaria), deceduto cercando di salvare un collega, caduto in un depuratore.

Durante uno dei suoi vagabondaggi, entra in una vecchia villa disabitata, e dopo essersi tuffato nella sua piscina scopre che questa ospita uno squalo, dalle cui fauci riesce a scappare per un soffio.

Conosce ben presto il giovane Carlo (Stefano Rosci), che sostiene di essere il custode della magione, e viene da questi introdotto nel mondo della piccola malavita locale, legata al traffico di stupefacenti.

Sua madre Rita (Virginia Raffaele) si rende conto che Walter è in difficoltà e frequenta brutte compagnie, ma non riesce a comunicare con lui come vorrebbe.

La vita del giovane protagonista sembra destinata a una tragica fine, ma dall’oscuro passato emerge il Corsaro (Edoardo Pesce), mitico personaggio della criminalità locale, un tempo legato al padre di Walter...

Tiziano Menichelli in Denti da Squalo

Denti da Squalo: un film originale e molto interessante, a metà strada tra la fiaba e il racconto di formazione

Questa pellicola è il sorprendente esordio alla regia di Davide Gentile, che racconta una storia molto intrigante con due protagonisti: il giovane Walter e lo squalo misterioso che nuota nella piscina di una villa dimenticata nella periferia romana.

Di fatto il pescecane è una metafora del lato oscuro del padre (e del giovane protagonista), il cui passato era legato a doppio filo con la malavita locale.

“Uno squalo che non fa paura smette di essere uno squalo”, ricorda il Corsaro al giovane Walter, che in definitiva deve fare una scelta: seguire le orme paterne nel mondo della criminalità organizzata, oppure trovare una propria strada, ascoltando la madre, che lo invita a “non crescere troppo in fretta.”

Una scelta alla quale corrisponde anche un cambio di prospettiva sulla morte del genitore, che dal punto di vista di un malavitoso è “morto come un coglione”, cercando di salvare la vita a un operaio in difficoltà, dopo avere vigliaccamente abbandonato il mondo del crimine, ma che da un’altra angolazione può essere visto come un gesto di straordinario e disinteressato eroismo.

E per il giovane Walter il desiderio di diventare uno squalo, cioè un delinquente che si nutre della paura altrui, è molto forte, e peraltro sembra avere tutta la stoffa per fare carriera nel settore…

In effetti alcuni aspetti della storia possono lasciare perplessi, come per esempio la facilità con cui Walter sale i primi gradini all’inizio della sua carriera malavitosa, surclassando Carlo, che lo ha introdotto nell’ambiente.

Ma su questi aspetti si può tranquillamente chiudere un occhio, perché il film non ha pretese di realismo ed è situato in una zona indefinita tra una fiaba e un racconto di formazione, ricco di allusioni e metafore.

Una pellicola in definitiva molto semplice ma suggestiva, con effetti speciali apprezzabili e ottimamente recitata. Un plauso in particolare va al giovane  Tiziano Menichelli, anche lui al suo esordio, che è stato capace di dare grande spessore al suo triste, solitario e problematico personaggio.

Veramente un film molto godibile. Da vedere. Al cinema.